118, NUOVA FALLA NEL SERVIZIO DI EMERGENZA SANITARIA

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Quello che si è verificato domenica scorsa e continua a verificarsi ha dell’inverosimile: le utenze in cerca di soccorso hanno dovuto attendere circa due ore per ricevere presso il proprio domicilio la prima ambulanza, peraltro senza medico, disponibile.
Ciò accade in quanto i medici di base e di continuità assistenziale, preferiscono non recarsi a casa degli utenti invitando questi ultimi a rivolgersi sempre e soltanto al 118.
A tutto questo si aggiunge “l’estinzione” dei medici del 118, mentre quei pochi che continuano a svolgere emergenza territoriale, vengono  impegnati in trasferimenti Covid 19 conclamato, da cliniche private a strutture fuori provincia; domenica infatti, sul territorio domitio, zona peraltro ad alta densità di popolazione, l’unica ambulanza medicalizzata, oltretutto priva di barella bio contenitiva, è stata impegnata dal direttore del 118 in un trasferimento Covid dalla clinica Pineta Grande a Benevento dalle 9 del mattino, per poi ritornare ad essere operativa alle 16 del pomeriggio, dopo aver effettuato tutte le operazioni di sanificazione previste dai protocolli.
Inoltre un ulteriore episodio di cattiva gestione dell’emergenza, si è verificato ieri nell’Agro aversano, dove una signora chiamando il 118 e restando per circa 30 minuti senza risposta, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri, i quali, dopo altro tempo sono riusciti a parlare con l’operatore di centrale, il quale, a sua volta riferiva che non vi erano ambulanze disponibili nelle vicinanze.
Solo alle 11, dopo circa un’ora e mezza è arrivata un ambulanza, ma la signora era già deceduta.
Va ribadito che non sempre è colpa degli operatori Volontari se arrivano sul posto in ritardo e non sempre si muore a causa del Covid, ma è giusto informare l’opinione pubblica che la maggior parte dei disservizi, derivano da chi oggi si fregia di essere in possesso di master per le maxi emergenze ricoprendo ruoli importanti come quelli della gestione del 118, lasciando le persone morire a causa della superficialità con cui viene gestito un servizio di vitale importanza, come quello dell’emergenza territoriale 118.