“CAROL”: LA RIVOLUZIONE DEI SENTIMENTI

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di Mariantonietta Losanno

Contro le convenzioni sociali, contro il rigore e le apparenze, contano sono l’amore ed il coraggio.

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New York, anni Cinquanta. Carol è una signora elegante e sofisticata. In procinto di divorziare ma legata da un amore imprescindibile per la figlia, un giorno incontra per caso Therese, una giovane commessa con una grande passione artistica e il sogno di diventare una fotografa. Sono i loro occhi ad incontrarsi: Carol e Therese parlano senza usare parole, sentono di appartenersi sin dal primo istante, e desiderano -purtroppo ingenuamente- di potersi amare in un mondo che le emargina in partenza e che le costringe a vivere la loro storia come due nomadi.

Todd Haynes descrive una felicità negata, un’affannata ed estenuante lotta contro una società in cui il rigore regola ogni aspetto della vita pubblica. “Carol” racconta la magia del colpo di fulmine con uno sguardo appassionato e delicato, che non ha bisogno di ostentare o di diventare smielato: senza cedere né eccedere. La macchina da presa cattura i primi piani malinconici e potenti, i costumi, le espressioni, i riflessi di Carol e Therese attraverso finestre o specchi. “Carol” (tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith) è una riflessione -profondamente attuale- sulla possibilità di autodeterminarsi, di non adeguarsi e non cedere ai ricatti (come quelli del marito di Carol che cerca di portarle via la figlia a causa della sua relazione): si tratta di amarsi, di essere consapevoli e di scegliere quotidianamente una vita da cui non si ha il bisogno di scappare. Una vita che rispecchi le proprie emozioni e le proprie passioni, in cui solo noi possiamo conoscere profondamente quale sia la verità ed accettarla senza paura. È importante riflettere sul fatto che per Carol la sua sessualità non sia affatto ambigua, le viene solo impedito di esprimerla. Questo non vuol dire che non sappia apprezzare l’amore di suo marito, o che venga meno ai suoi doveri genitoriali: semplicemente, non è più a suo agio nel mondo che le è stato costruito attorno e sente il bisogno di essere pienamente se stessa.

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La forza del film consiste proprio -paradossalmente- nel desiderio di metterlo in pausa ogni cinque minuti, per ammirare i fotogrammi come se fossero quadri da appendere sulle pareti della nostra casa. Haynes focalizza l’attenzione sui silenzi e sulla potenza delle immagini, senza mai ricorrere a prevedibili battute ad effetto, o a frivolezze. “Carol” è una storia d’amore on the road, un’opera che non vuole essere una battaglia per i diritti, ma vuole concentrarsi sulle personalità delle protagoniste. Carol e Therese sono due persone in cerca di un posto in cui vivere. Non riescono a riconoscersi nelle regole della loro società: Carol è una madre devota ma il fatto di non essere allo stesso tempo una moglie devota la condanna e la costringe a fuggire; Therese vuole inseguire i propri sogni, senza scadenze e senza il bisogno di “sistemarsi”. Le due protagoniste sono personaggi in cui è facile immedesimarsi, condividere gli stessi bisogni e gli stessi desideri. Al di là dell’attrazione che le lega, infatti, è la loro scelta di non adeguarsi alle aspettative sociale che le avvicina e le rende vere, umane, affascinanti. Carol e Therese siamo noi: ora e per sempre.

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