AMMINISTRARE LA “RES PUBLICA” NON È ARTE SEMPLICE

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res pubblica cuscunà scaled AMMINISTRARE LA RES PUBLICA NON È ARTE SEMPLICENon è vero che uno vale uno, i disgregatori grillini dimostrano la nullità della loro filosofia socio-politica negli ambiti pubblici di cui sono amministratori. Dal governo ai comuni, i seguaci di Grillo e Di Maio evidenziano incapacità anche se consigliati da pletore di costosissimi cosiddetti esperti. Ministri, sottosegretari, presidenti di commissioni, sindaci ed assessori grillini, costano alle casse pubbliche 4 volte di più dei normali amministratori. L’uno vale uno non è scellerata ammissione solo grillina, il PD segue a ruota e Caserta ne è capofila. La liquefazione della politica con la P maiuscola ha di fatto allontanato dall’Amministrazione Pubblica competenze, cultura, sensibilità, spirito di sacrificio e dedizione missionaria al servizio dei cittadini. Dal parlamento agli enti locali i risultati si vedono ed a pagare le incapacità degli amministratori sono solo i cittadini. Roma, Caserta, Napoli sono le città peggio amministrate d’Italia. L’uno vale uno è praticato oramai da tutti i partiti e movimenti, complice anche la legge elettorale che apre la “partecipazione” a cani e porci. Basta raccogliere qualche decina di firme per presentarsi alle elezioni con una lista “fai da te”.  Tutti possono diventare candidati sindaco, tutti possono ambire a sedere in consiglio comunale, ancor meglio se pagati.  Non importano i risultati raggiunti, dopo averli eletti nessuno li controlla, se ne perdono le tracce e, di questo, ne fanno profitto i soliti conosciuti, i cambia casacca, i prezzolati, i mercenari del voto-clientelare.  C’è ancora chi del mercimonio-voto campa da decenni ed anche bene.  Il “mucchio selvaggio” è talmente assuefatto al “male”, al punto da conoscerlo e passivamente accettarlo. I benefici ottenuti dai mercenari per le proprie famiglie, non sono “vergogna” ma capacità benemerite. Tutti li conoscono, tutti s’indignano, tutti tacciono girandosi altrove nella convinzione di non dovere intervenire in quanto compito spettante ad altri. A Caserta ci sono consiglieri comunali incollati alle seggiole di palazzo Castropignano dal 1997, cioè gozzovigliano costruendosi fortune personali da 23 anni. Di questi personaggi a memoria non si ha ricordo di opere realizzate per la città, si conoscono le fortune ricevute dalle proprie famiglie.  Personaggi padri padroni, possessori di pacchetti di voti, disponibili ad essere contemporaneamente diavoli e acquasanta. Saltano da destra a sinistra senza causare vomito e disgusto ai beneficiati del loro trasformismo. Sono identici, uguali, composti della stessa pasta dei loro padroni, pasta rancida e puzzolente. Non v’è gruppo, movimento o partito-residuo che non annoveri tra le proprie file di questi figuri. Longevità con garanzia di successione nepotistica. Da nonno a nipote, da padre a figlio, da zio a cugino, successione nepotistica di stampo medioevale e papalina.  I beni di famiglia vanno coltivati, concimati, rinvigoriti e lasciati in eredità.

Per cambiare Caserta basta un semplice verifica dei candidati in lista per “marchiare” la stessa con gli impresentabili e indegni. Basta poco per cambiare. Basta pochissimo per decidere di migliorare la qualità e vivibilità amministrativa della propria città. Basta poco per non vergognarsi rimirandosi allo specchio. Basta poco per non più lamentarsi addossando ad altri colpe proprie. Basta poco per individuare eventuali colpe del proprio operato e decidere di non perpetuarli.

Basta poco per scegliere: onestà morale, linearità ideale, competenze e professionalità.

Il valore non è ESISTERE, il valore è ESSERE!