FRANCESCO CATERINO, CAUSA DELLA MORTE: COVID. STORIA DI UN UOMO, DEI PUPI DELLA SANITÀ E DELLE NOSTRE VERGOGNE

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 –      di Francesca Nardi    –                      

Ospedale Giuseppe Melorio a Santa Maria Capua Vetere

ore 10.42 di un giorno di Ottobre

Ieri sera è deceduto un signore al mio fianco. Vedevo che stava male…lo hanno intubato…niente da fare…se n’è andato via senza un lamento…senza nessuno che gli dava la mano…chissà con quali pensieri…figli…mamma amici…era da solo e prima che esalasse l’ultimo respiro, gli ho acceso una canzone…un pezzo cantato da mio figlio che mi sta aiutando a recuperare un po’ di coraggio…

Questo prezioso frammento di umanità, è un messaggio che Francesco Caterino, da una stanza dell’ ospedale in cui era ricoverato per Covid, ha inviato ad un amico… lasciando dietro di sè una traccia leggera… leggera e dolorosa, come era diventata la sua vita…sempre più leggera e incorporea…sempre più lontana dagli altri…ma quel signore nel letto accanto, la cui luce si stava avvizzendo piano ed inesorabilmente, appariva più solo di lui, muto come i suoi sogni, stravolti dalla tempesta improvvisa … solo senza voce né suoni ormai, quell’uomo stava scivolando piano verso il buio e lui era ancora vivo e non poteva lasciarlo andar via così …Allora… Francesco Caterino, raccogliendo con infinita umanità, il suo e l’altro dolore, ha condiviso con il suo ultimo amico,  i suoni del mondo e della vita, che l’amore del figlio Marco aveva affidato ad una canzone…

…Non so se ha sentito la musica mentre andava ma a me è restato uno strenuo tentativo di farlo restare legato ancora a questa vita…  

Domenica 1 novembre anche Francesco Caterino se n’è andato, avvolto in quel silenzio violento e discriminante, che infierisce oltre la morte, sulle vittime del Covid…su quelle vittime del Covid che, pietosamente, nella maniera più “dannata” possibile, morendo in silenzio salveranno gli infami…quelle vittime che non potranno mai raccontare la storia dell’immonda e vergognosa indifferenza, che qualcuno ha aggiunto alla loro tremenda e solitaria agonia. Ma…talvolta il silenzio non è così’ cupo e denso…talvolta la nebbia viene attraversata dal lampo…  e Francesco Caterino continua a raccontare le ore fredde della solitudine e l’agonia del compagno di strada, nonostante il suo ultimo viaggio si già iniziato…memorie dei giorni trascorsi al Melorio…memorie sacre che nessuno potrà contestare…che nessuno potrà negare…

Poi lo strazio di tenerlo a fianco per due ore…mentre gli altri avrebbero voluto consumare la cena!!

Bizzarro è il cognome di questo signore, spentosi lentamente senza l’assistenza di nessuno…

La storia del compagno di stanza di Francesco Caterino si consuma e trova il triste epilogo nei suoi messaggi struggenti…ma è nei messaggi che Francesco invia a sua moglie, che si sgomitola, affondando nell’angoscia di lei, impotente, impedita in ogni movimento verso di lui, aggrappata alle parole che compaiono sul cellulare, anche la storia della sua solitudine, della paura del vuoto che avanza…dell’abbandono in cui è stato lasciato in quei sette giorni di ricovero al Melorio di Santa Maria C.V. Leggendo i messaggi di Francesco Caterino, percependo quella sua tristezza che subisce e condanna un sistema marcio, legittimato da gente senza onore né capacità di provare vergogna sufficiente, per raccattare quattro stracci e  andarsene…   Come dimenticare quella ridicola e frettolosa conferenza stampa per annunciare la destinazione del Melorio ad Ospedale Covid, quella inqualificabile comparsata, convocata alla meglio in tempi ristrettissimi, secondo lo “stile privo di stile” del Dg dell’Asl Ferdinando Russo, impegnato anche in quell’occasione a sparare numeri ed assicurazioni, sulla spettacolare efficienza e professionalità della sua ipotetica squadra. Un’altra pericolosa ondata, proveniente dallo stupidario avariato, in cui sguazza ormai da tempo il dg dell’Asl, in danno della comunità di Terra di Lavoro, stava per abbattersi su un ‘altra struttura sanitaria dell’Asl…il Melorio. L’abitudine all’improvvisazione, coniugata con gli ordini insensati di una Unità di Crisi, digiuna e priva di ogni aderenza con la realtà del territorio che non derivasse dalla solita soffiata dei soliti noti, stava per compiere un altro disastro. Meraviglia ancora oggi, che una persona perbene come il sindaco Antonio Mirra, nella sua funzione di massima autorità sanitaria cittadina, non abbia fatto saltare le scrivanie e si sia assoggettato invece, alla volontà per delega del Dg Russo…Andare a ritroso alla ricerca delle responsabilità, sbattendosi il petto, oggi,  non servirà a nulla…L’architetto Francesco Caterino è morto il 1 novembre di Covid…ammesso che sia esatto e giusto, attribuire al Covid 19, la causa della morte di un uomo, affetto da Covid, che non abbia ricevuto l’ assistenza adeguata. La sua storia e la storia vera sull’efficienza del Melorio Covid e sull’umanità, dedizione, professionalità e capacità di chi vi lavora è nei messaggi che Francesco Caterino ha inviato a sua moglie dal 19 al 26 ottobre…

…Qui è un caos…

…Non dire niente a Marco…

…Non so come questa cosa si evolverà…ma potrei aspettarmi di tutto…

…Siamo in balia degli infermieri che a loro detta sono freschi di studi e di ste cose non capiscono nulla …

…I medici dirigono da dietro le quinte…con telecamere e telefoni impartiscono direttive spesso caotiche…

…Mi raccomando e vi prego di uscire il meno possibile…

Non ho avuto da nessuno qui l’assistenza che ho ricevuto da te…

…Non portare nulla…qui fanno sparire tutto…di quello di oggi non è arrivato nulla…

…Non so se ho meritato questa cosa…

…Non riesco più ad alzarmi dal letto…

…Non vengono…

…Spariti tutti…

…La cura non mi sembra buona…

…Mi trasferiscono…

“Mi trasferiscono” …È l’ultimo messaggio di Francesco Caterino che il 26 ottobre viene intubato al Melorio, dopo di che, i medici decidono di trasferirlo all’Ospedale Covid di Maddaloni, dove viene ricoverato il 27 ottobre, in tarda serata. Dopo sei giorni trascorsi nella terapia intensiva di quell’Ospedale l’architetto Francesco Caterino muore. Alla sua famiglia che l’aveva visto l’ultima volta da lontano, mentre veniva caricato, già intubato, in ambulanza per essere trasferito da Santa Maria a Maddaloni, non è stata risparmiato il saggio dell’ultima oscenità…sospetta. Dalla mattina alle 7.30 la salma è uscita dall’ospedale sul carro funebre alle 16.30 e soltanto dopo la prova di forza, che è stata costretta a mettere in atto la famiglia Caterino, che ha bloccato i cancelli in entrata ed in uscita. Forze dell’ordine assenti, direzione generale e sanitaria?, assenti. La storia- calvario della malattia dell’architetto Francesco Caterino ormai, almeno a grandi linee, è conosciuta da tutti, ma rivela particolari indicativi e raccapriccianti che confermano drammaticamente, ciò che più volte abbiamo sostenuto sulla “cialtronaggine” di alcuni personaggi, che un minimo residuo di pudore dovrebbe obbligare a dimettersi dalla carica ricoperta assai impropriamente. Francesco Caterino prima di essere ricoverato al Melorio, era stato otto giorni a casa con febbre e tosse e per ben tre volte i medici del 118, chiamati, si erano rifiutati di ricoverarlo, ritenendo che potesse continuare ad essere curato a casa, secondo il protocollo previsto. Infatti, secondo le indicazioni dell’Asl la signora Ida Colandrea, moglie di Francesco Caterino, aveva contattato il responsabile del team covid di Capua che risulta essere il dentista Vincenzo Grella, (quello del tampone al parco senza mascherina per intenderci, quello dei bassi dell’ex Maddalena in cui si gioca all’assembramento), il quale prende atto della terapia, l’approva telefonicamente e assicura che avrebbe richiamato lui, la signora, due giorni dopo. Il Grella non soltanto non si è fatto sentire come aveva assicurato alla signora, ma non ha mai risposto al telefono né ai messaggi disperati della signora Caterino. Sapete una cosa?, i particolari di questa drammatica vicenda, hanno lo stesso aspetto e lo stesso odore dei prodotti di un letamaio e noi tutti, sballottati in piena emergenza,  dobbiamo convenire che siamo alla mercé di un letamaio e preoccuparci. E chi, al momento, avesse intenzione di rizzarsi sulla coda, come una vipera velenosa, magari per protestare, dovrebbe innanzitutto spiegarci e spiegare alle famiglie di chi è rimasto vittima del covid, della solitudine e della “malassistenza”, quale sarebbe la sua reazione, se quello che stato riservato a Francesco Caterino e alla sua famiglia, ed abbiamo motivo di ritenere, a tanti altri, fosse stato riservato a loro o ai loro congiunti. Questa storia non finisce qui, perché l’emergenza non finisce qui!,  e continueremo a parlarne e a denunciare e a ricordare, finché l’ultimo cialtrone raccomandato, incapace  e senza vergogna, non verrà cacciato fuori dai vari centri di potere e finché i politici responsabili di avere inquinato la sanità con i loro cumparielli non paghino, per i danni incalcolabili che hanno procurato alla gente di questa provincia. Francesco Caterino purtroppo è morto, ma i suoi messaggi e la storia dei suoi giorni disperati, rappresentano un marchio a fuoco ed una condanna senza appello per chiunque abbia una coscienza e di cui sarà impossibile non tenere conto. E adesso divertitevi a querelare…tutto sommato davvero non sapremmo in quale altra disciplina, sareste in grado di cimentarvi se non in quella del dettato poetico al legale di fiducia…Ah, non dimenticatevi di ricorrere allo sponsor De Luca…sicuramente vi darà ampia soddisfazione, coniando per l’occasione un altro insulto per i giornalisti…o magari farà atto di resipiscenza e nel corso dei suoi monologhi, invece di esibire strumentalmente, la radiografia dei polmoni di un ragazzo, potrebbe leggere i messaggi di Francesco Caterino, che dovranno restare incisi nel suo cuore e nel suo cervello, per sempre.  Hasta la verguenza!

6 Commenti

  1. Questa lettera parla di umanità ,parla di una dolcezza interiore che supera tutto , il dolore , il rancore, la disperazione .
    Credo che il gesto nobilissimo dell Arch
    Caterino debba restare come esempio di altezza infinita di valori ,senza selfie storici ,senza like, solo silenzio ,in segno di grande rispetto verso qualcuno che ha purtroppo la lasciato la vita ma ci ha insegnato che un grande uomo lo e” fino alla fine .

  2. popolo svegliati, non per la rivoluzione ma per richiedere a voce alta i tuoi diritti. Siamo stati abituati a far passare per piaceri i diritti e i diritti per piaceri. pure per andare al cesso devi conoscere qualcuno e quando ritrovi qualcuno che fa il suo dovere senza chiedere nulla ti chiedi il perchè, i sembra lui il diverso, lo strano.
    popolo svegliati a reclamare ciò che è tuo. svegliati e grida, falli tremare perche sono tutti codardi e hanno bisogno della nostra paura per vivere. svegliati e chiedi ciò che ti appartiene. svegliati, non vendere più il tuo voto. svegliati, taglia i viveri a questi esseri senza morale e dignità.

  3. Non è possibile finire così…. senza dignità e pietà…. che invece ha avuto l’arch caterino per la persona accanto a lui… siamo in balia di stupidi galli cedroni! Ora denunciarmi pure… il sindaco doveva chiedere a tutta la cittadinanza di fare barricate davanti al nostro ospedale ed io avrei fatto nottate d mi sarei presa anche qualche denuncia…lì dentro muoiono soli ed abbandonati… i medici seguono a distanza con telecamere e monitor ma che credono di stare negli usa? Poi vediamo immagini in altri ospedali di personale medico e parasanitario che “intutati” dalla testa alle scarpe cercano di regalare ai pazienti uno sguardo ricco di dolcezza…. mi fate schifo

  4. Nella descrizione delle fragilità e delle insipienze sei drammaticamente senza rivali. Vedrai che troveranno la soluzione: togliere il telefonino dalle mani dei pazienti!

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