“MELISSA P.”: LA DISPERAZIONE DI UN’ADOLESCENTE OSSESSIONATA DALL’AMORE

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di Mariantonietta Losanno

Un altro racconto di formazione, differente da “Giovane e bella”, ma che esprime il medesimo disagio: un’adolescenza complessa, un approccio all’amore -e al sesso- violento e traumatico. 

%name “MELISSA P.”: LA DISPERAZIONE DI UN’ADOLESCENTE OSSESSIONATA DALL’AMOREUn regista che sfugge alle regole del cinema: Luca Guadagnino possiede una doppia anima -tradizionalista e rivoluzionaria- che si esprime anche nello stile dei suoi film. In “Chiamami col tuo nome”, ha raccontato l’intimità, non tanto in senso fisico, ma in senso emotivo; è un film sulla nostalgia, ma senza retorica. Una pellicola che non ostenta la libertà di espressione, ma che racconta la nascita di un amore intenso, struggente, sensuale, che nasce da lettura, musica, sguardi e carezze. Prendendo come modello Bertolucci, Guadagnino parla di desiderio, senza esibizionismo, senza pretendere di dare sentenze assolute. Il discorso cambia completamente in “Suspiria”, remake dell’iconica pellicola di Dario Argento del 1977, in cui il regista mette in scena una miriade di temi: la femminilità (in particolare la maternità), l’ossessione dell’arte, il delirio, la follia. Ci sono, poi, una serie di eccessi che concorrono a creare un’atmosfera disturbante: rumori irritanti che si ripetono, smembramenti di corpi, (presunti) poteri magici. Quello di Guadagnino, dunque, è un cinema di eccessi, controcorrente e sovversivo.  

%name “MELISSA P.”: LA DISPERAZIONE DI UN’ADOLESCENTE OSSESSIONATA DALL’AMORE“Melissa P.”, tratto dal romanzo “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire” di Melissa Panarello, racconta l’iniziazione sessuale di un’irrequieta adolescente attraverso le sue riflessioni raccolte in un diario. Quello di Melissa, più che un percorso di formazione, è un viaggio verso l’autodistruzione che la porta a scoprire un mondo di perversioni sessuali per lei fino a quel momento inimmaginabile. Una ragazza di sedici anni in una spirale di depravazione da cui non riesce a tirarsi fuori e di cui nessuno -a parte sua nonna paterna, vera e propria ancora di salvezza- sembra accorgersene. Guadagnino provoca e si spinge oltre il limite, mostrando le pulsioni sessuali di un’adolescente che non vuole solo scoprire il proprio corpo, ma vuole anche usarlo come strumento di vendetta: il passaggio dall’adolescenza all’età adulta per Melissa è brutale, tutto quello che nei suoi sogni doveva essere una fiaba diventa un vortice di depravazione dove si lascia sbranare ad occhi chiusi. %name “MELISSA P.”: LA DISPERAZIONE DI UN’ADOLESCENTE OSSESSIONATA DALL’AMORE

Disillusione e solitudine: per Melissa l’amore diventa una trappola in cui l’uomo approfitta e la donna cede perdendo il controllo della propria dignità e la consapevolezza del valore del proprio corpo. La pellicola si trasforma, dunque, in un racconto di de-formazione, in cui il sesso si trasforma in un atto violento, un’occasione per delle belve di sfamare il proprio bisogno di prevaricare. Dietro questa esasperazione, però, c’è la sofferenza di una ragazza ossessionata dall’amore ma incapace di riconoscere modelli sani da seguire. Guadagnino eccede, “urlando” i suoi intenti e risultando assillante e, per certi versi, disturbante: il suo prodotto fa leva solo sulla “morbosità di una morbosità”. Sarà per questo, forse, che l’autrice del romanzo si è dissociata dal film. “Melissa P.” è privo di incisività, eccessivamente ammiccante e pretenzioso; si concentra più sulla necessità di fare scandalo che sulla complessità e sulla drammaticità dello scandalo in sé.