“THIRD PERSON”: IL DRAMMA CORALE DI PAUL HAGGIS

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di Mariantonietta Losanno

Un intreccio di vicende unite da un flebile filo conduttore: “Third person” è il racconto di tre storie, una a Roma, una a Parigi e una a New York. Il “tre” richiamato dal titolo esiste e non esiste, e probabilmente rimanda all’accezione narrativa in terza persona, quella attraverso cui si può raccontare una storia, cioè la stessa utilizzata da Michael, scrittore ex premio Pulitzer, alle prese con un nuovo libro che sembra non trovare una sua dimensione. Da tempo non è più lo scrittore brillante dell’esordio, a causa di un grande dolore che cerca di superare lasciandosi sedurre dall’ambiziosa e tormentata Anna, anche lei scrittrice. Mentre i due litigano a Parigi, a Roma un americano perde la testa per una ragazza ed è disposto a darle tutti i soldi che possiede pur di aiutarla. A New York, infine, c’è Julia, ex attrice, che tenta di riprendersi la custodia del figlio, dopo un presunto incidente domestico violento. 

%name “THIRD PERSON”: IL DRAMMA CORALE DI PAUL HAGGISPaul Haggis ha realizzato un progetto (forse) eccessivamente ambizioso, mettendo in campo fin troppe carte: quello che lega le storie è un tema troppo intenso e universale -l’amore, intenso anche e soprattutto come forma di fiducia- che, però, non le tiene insieme realmente. L’atmosfera è malinconica -sostanzialmente triste- e per tutta la durata del film lo spettatore cerca disperatamente un colpo di scena, qualcosa che possa elevare la pellicola e renderla qualcosa in più di una sofferta disamina sui sentimenti che spinge quasi alla rassegnazione. Sei anime si destreggiano in dinamiche differenti costruendo una sorta di puzzle che, seppure venga risolto, non sembra trovare una coerenza e una linearità.

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“Third person” tenta di sviscerare il tema del senso di colpa -sotto varie accezioni- non riuscendo, però, nell’obiettivo. Il tentativo sembrava interessante, ma la struttura troppo debole inizia a convincere solo sul finale. Quello che sarebbe voluto e dovuto essere il film più complesso, profondo e intimista di Haggis (regista di “Million Dollar Baby”, “The Next Three Days” e “Crash – Contatto fisico”), si rivela un prodotto poco incisivo e persino apatico, ridondante e fin troppo struggente. L’idea di una terza persona (non solo intensa come persona estranea che rompe gli equilibri all’interno di una coppia, ma soprattutto come parte integrante del racconto) si comprende ma non sempre si avverte all’interno della storia. Il regista avrebbe dovuto andare più a fondo, analizzando maggiormente il significato di senso di colpa e di fiducia, che, per ognuna delle tre coppie, ha una valenza differente. 

%name “THIRD PERSON”: IL DRAMMA CORALE DI PAUL HAGGISNonostante il cast d’eccezione (Liam Neeson, Kim Basinger, Olivia Wilde, Adrien Brody, Mila Kunis, James Franco), l’amore, intenso in senso generico, non basta a tenere in piedi le varie storie e a conferire loro una caratterizzazione specifica. “Third person” cerca di parlare di relazioni, ma in maniera confusa, presentando le storie come un continuo rincorrersi senza mai ricongiungersi. Haggis, dunque, ha giocato con l’elemento drammatico in modo quasi presuntuoso.