SCUOLA E STUDENTI AI TEMPI DEL COVID

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    –       di Mariarosaria Canzano        –                  

Lo scorso anno, in occasione del lockdown, Il Ministero dell’Istruzione ha lanciato, l’apprendimento a distanza per affrontare la condizione pandemica, improvvisa e con effetti pericolosissimi per la salute pubblica. Anche quest’anno il Ministero dell’Istruzione ha cercato di anticipare eventuali situazioni di mutevolezza sanitaria ed emergenti fenomeni pandemici dovuti a questa seconda ondata, progettando interventi atti ad incidere sulla didattica a distanza, eventualmente necessaria se da rendere operativa. Ed in effetti così si è verificato: dopo la prima settimana di didattica in presenza, il Governatore della Regione Campania, in disaccordo con la Ministra Lucia Azzolina, che ci teneva a lasciar aperte le scuole di ogni ordine e grado, in quanto gli ambienti scolastici, sono “altamente sicuri e controllati” naturalmente questa è e resta una sua considerazione in dissenso con i dati del comitato tecnico scientifico che delineano la scuola come ambiente altamente a rischio per l’infezione da Covid19:  a quattro settimane dalla riapertura di 65.000 istituti scolastici a settembre, solo 1.212 scuole italiane  registravano contagi da Covid Sars19 e nel 93% dei casi si trattava di singole infezioni. Solo una scuola superiore ha registrato un cluster con più di 10 infezioni. Gli ultimi dati disponibili (aggiornati al 18 ottobre 2020) dicono che alle scuole italiane sono riconducibili il 3,5% dei focolai nazionali di Covid di cui si conosca l’origine. I dati non tengono conto però di eventuali contagi nelle attività extrascolastiche, che ovviamente non sono regolate dai severi protocolli scolastici.

Quello sulla suscettibilità alla covid dei bambini e sulla loro capacità di trasmissione è un nodo non ancora sciolto. I dati sono influenzati dalle misure anti-covid (mascherine, distanziamento, igiene delle mani) che impediscono di osservare l’andamento naturale dei contagi. Una possibilità è che, avendo i bambini polmoni più piccoli, diffondano meno aerosol: è così per la tubercolosi, per la quale il contagio si diffonde dalle lesioni polmonari; ma non è detto che valga per la covid, in cui il virus infetta primariamente le vie respiratorie superiori. Inoltre, chiunque abbia a che fare con i bambini sa che muco, starnuti e contatti non sono facilmente evitabili. Un’altra possibilità è che i bambini tendano a trasmettere meno facilmente ‘’infezione perché più spesso asintomatici o paucisintomatici. Ma anche tra gli adulti, il tema dell’infettività degli asintomatici (e della definizione stessa di asintomatici) è ancora pieno di incognite.

Tuttavia la scuola, da parte sua, in quanto l’apprendimento a distanza è un metodo di autoapprendimento, che porta a rafforzare il sistema di formazione aperta e continua, ha motivato le ragioni per implementare il sistema di istruzione a distanza e sono quelli di consentire a tutti gli studenti di imparare, superare la barriera del tempo, utilizzare le capacità educative qualificate, impiegare la tecnologia moderna nel processo educativo, ridurre la pressione degli studenti sulle istituzioni educative in tempi di crisi, in modo da non farlo influenzare negativamente l’apprendimento degli studenti. In termini di innovazione e supporto a questa iniziativa, ruolo pionieristico nelle iniziative educative, per il raggiungimento di impegno e disciplina nel comportamento per gli studenti e per la stabilità del programma, l’hanno rappresentato le numerose linee guida e istruzioni del Ministero dell’Istruzione a tutte le scuole Italiane. Al fianco della DaD, è comparsa la DdI: ossia, la didattica digitale integrata. Inaugurata all’inizio del nuovo anno scolastico, 2020/2021, è complementare alla didattica in presenza. Gli studenti si sarebbero dovuti recare a scuola per un numero stabilito di ore alla settimana (variano da istituto a istituto) ma nelle restanti, invece, avrebbero dovuto seguire le lezioni da casa, a distanza. La Ddi è stata attivata, in questo inizio di anno scolastico, per lo più alle superiori ma è diventata anche obbligatoria per le scuole di ogni ordine e grado, in quanto nella realtà la seconda modalità non è mai partita ed è stata sostituita dopo poche settimane, con al DaD, la quale ha i suoi punti di debolezza abbastanza evidenti e incisivi sulla psicologia dei bambini e degli adolescenti, i cui rapporti affettivi/relazionali sono altamente provati e compromessi, tanto da far registrare presso le UOMI territoriali, aumenti di casi di ansia e disturbi del sonno e della condotta.