LA MORTE DI ELISA LAM

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malke LA MORTE DI ELISA LAM

     –    di Ursula Franco  *      – 

Il 19 febbraio 2013, in seguito alle segnalazioni di alcuni ospiti del Cecil Hotel di Los Angeles, gli ospiti si erano lamentati dello strano colore e dell’odore dell’acqua che usciva dai rubinetti, alcuni operai manutentori fecero una macabra scoperta, trovarono il corpo nudo in decomposizione di Elisa Lam e alcuni suoi effetti personali (la chiave della sua stanza, l’orologio ed i suoi abiti) in una cisterna dell’acqua posta sul tetto dello storico hotel. I genitori della ragazza ne avevano denunciato la scomparsa all’inizio del mese di febbraio 2013,  le ricerche svolte dalla polizia non avevano però dato i frutti sperati.%name LA MORTE DI ELISA LAMElisa Lam, 21 anni, figlia di immigrati originari di Hong Kong, viveva a Vancouver e studiava alla British Columbia, nel gennaio 2013 decise di intraprendere un viaggio di piacere nella California del sud. Il 28 gennaio fu registrata allo storico Cecil Hotel di Los Angeles, inizialmente condivise una stanza al quinto piano con altre persone ma dopo 2 giorni, in seguito ai reclami degli altri ospiti per alcuni suoi strani comportamenti, le fu assegnata una camera singola.

Il primo febbraio, i genitori, non riuscendo a contattarla, chiamarono la polizia di Los Angeles per denunciarne la scomparsa.

Dalle prime indagini emerse che, il giorno della scomparsa, Elisa era sola e una telecamera di sicurezza l’aveva ripresa all’interno di un ascensore dell’hotel mentre si comportava in modo bizzarro. La ragazza aveva indosso gli stessi abiti ritrovati nella cisterna.

La polizia di Los Angeles, nonostante avesse perlustrato l’albergo e condotto i cani anche sul tetto, non la trovò, due settimane dopo la scomparsa, i detective fornirono alla stampa il video del 1 febbraio della telecamera di sicurezza di un ascensore dell’hotel che aveva ripreso Elisa per l’ultima volta. Nel video si vede la Lam entrare nell’ascensore, premere i pulsanti interni, uscire, parlare e gesticolare nel corridoio, mettersi le mani sulle orecchie, tornare a nascondersi nell’ascensore e poi uscire definitivamente.

Elisa, sebbene fosse sola in quell’ascensore e in quel corridoio, sembrava che cercasse di nascondersi e che parlasse con qualcuno, strani comportamenti che in seguito alle risultanze dell’esame medico legale e dell’autopsia psicologica si spiegarono facilmente.cisterna LA MORTE DI ELISA LAMPer quanto riguarda l’autopsia psicologica, a Elisa Lam era stato diagnosticato da tempo un disturbo bipolare, nessun tentativo di suicidio era mai stato registrato nella sua storia clinica, né alcuna ideazione suicidiaria, ma nei giorni precedenti alla sua scomparsa alcuni ospiti dell’hotel dove Elisa alloggiava avevano notato strani comportamenti ed atteggiamenti quantomeno bizzarri erano stati registrati nel video della telecamera di sorveglianza dell’ascensore. Cò che si osserva in quel video non sono altro che i sintomi di una crisi psicotica acuta caratterizzata da un evidente delirio persecutorio a causa del quale la ragazza tenta di nascondersi nell’ascensore, da allucinazioni uditive a causa delle quali si copre le orecchie con le mani e da allucinazioni visive che la inducono a parlare con soggetti invisibili. Non c’è nulla di paranormale nei comportamenti di Elisa registrati nel video, sono comportamenti compatibili con una crisi psicotica e non sono dissimili da quelli messi in atto nelle nostre strade dai clochard in preda alle allucinazioni.

L’autopsia, dopo aver escluso l’omicidio per l’assenza di traumi sul cadavere e di segni di violenza sessuale, concluse per una morte accidentale da annegamento.

Nel sangue della Lam non furono rilevati né alcool né droghe ma solo tracce e metaboliti di farmaci che la ragazza assumeva per un disturbo bipolare e di antidolorifici da banco.

La giovane Elisa Lam, raggiunse il tetto dell’hotel da una delle scale di sicurezza e in preda ad un delirio persecutorio, in un ultimo tentativo di nascondersi ai suoi immaginari persecutori si calò dalla botola nella cisterna dove affogò, non prima di essersi denudata. Il fatto che Elisa si sia denudata ci conferma la crisi psicotica. Il denudamento è infatti una tra le anomalie del comportamento che possono manifestarsi nei soggetti psicotici. La psicosi induce una perdita del contatto con la realtà che riduce fortemente le capacità critiche e conduce frequentemente a mettere in pratica comportamenti anomali che a causa dell’assenza di critica dovuta alla compromissione intellettiva possono risultare anche pericolosi, a volte fatali.

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ursula franco 1 LA MORTE DI ELISA LAM* Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari