SOMMA URGENZA, CLIENTELE E CAMPAGNA ELETTORALE

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         –     di Nicolò Antonio Cuscunà    –                 

Questa volta non è come l’antico detto: “…per la via di poi, poi si arriva a casa di mai, mai…”.

4 anni e 1/2 di nulla, di menefreghismo istituzionale, di non amministrazione, di strafottenza, per arrivare alle “somme urgenze” elettorali.

Cecità e sordità trasformata in premurosa attenzione verso tutto e tutti.

Provare per credere, sufficiente una segnalazione telefonica ai recapiti del “palazzo” (anche se il più delle volte non risponde nessuno), per vedersi attenzionate le richieste. Addirittura incominciano ad avere buon fine le segnalazioni fatte su fb…. Fate comunque attenzione, le puntuali risposte di oggi, dopo anni di sorda e muta strafottenza, hanno un preciso significato: “avvicinamento della scadenza elettorale”. Quest’importante appuntamento della prossima primavera (Covid 19 permettendo) ha guarito l’amministrazione Marino da sordità e cecità. Cos’è accaduto? Miracolo o opportunismo elettorale? Ai miracoli nessuno crede più, dell’opportunismo mariniano tutti ne sono arciconvinti. Attenzione a segnalare caduta rami o crollo e scivolamento scarpate, occlusione di caditoie, pozzanghere e crateri stradali, si rischia l’attenzione sul problema, anche se attenzionare non significa risolvere. 

Da sempre esiste l’istituto detto della ” somma urgenza”. 

Somma urgenza, cos’è questo strumento scoperto dall’amministrazione Marino in “zona cesarini”?  L’art. 163 del Codice dei Contratti – Dls n.50/2016- prevede procedure d’adozione di lavori urgenti e improcrastinabili nei casi di “somma urgenza”. Circostanza che non consente nessun indugio, eccezionalità non prevista, evento emergenziale di Protezione Civile, per cui l’Amministrazione Comunale competente per territorio, interviene per eliminare la situazione dannosa e pericolosa per la pubblica o privata incolumità.  Nel territorio comunale abbandonato e da anni violentato, le calamità sono da sempre all’ordine del giorno, sono incancrenite, sono storiche, sono ossidate, ma nessuno ha mai fatto ricorso alla “somma urgenza“. Quello di Caserta è un territorio fragile, vulnerabile perché poco o mai manutenuto. Territorio comunale devastato dall’apertura di strade non previste dagli strumenti urbanistici. Strade tracciate solo in parte, malamente attrezzate (inconsistenti opere d’urbanizzazione primaria), per favorire costruttori benevoli. Interi quartieri d’edilizia privata (castrum dormitori-asociali) sorti come fungaie distruttrici di suolo verde. 

Condotta amministrativa svolta senza programmazione, posta in essere per saziare localistici contentini elettorali dei “ducetti di turno”.  In questo scenario emergenziale, subito dall’intera città, il colpo di genio, sulla via delle elezioni, appare l’Istituto dell’Urgenza. Le segnalazioni di amici, parenti miracolosamente si trasformano in sopraluoghi di tecnici comunali, rilevatori di dati con documentazione fotografica. Espletate le dovute perizie e certificazioni si trasmette la promessa soluzione. Positiva soluzione per somma urgenza, oppure, a seconda dei richiedenti, soluzione dilazionata nel tempo. Chiaro? Esempi incancreniti sono: Via Cupa Madonnela (tra Santa Barbara e Tuoro); fogna a cielo aperto al p.co Primavera; scarpata crollata alla rotonda dei Vigili del Fuoco; strada non ultimata Casola-Valle di Maddaloni, e chi più ne ha, più ne metta.

Le avverse condizioni meteoriche alleate di Marino & C.

Manna dal cielo il forte vento mietitore di alberi grandi e piccini. Verde cittadino bisognoso di costanti e appropriate cure, da anni abbandonato, inconsapevolmente diventa alleato della “somma urgenza”. La pineta del castello di Caserta antica, causa l’ultima ondata di “grecale”, unitamente ad altre centinaia di alberi in città, sono stramazzati al suolo. Urgente e per somma necessità l’intervento delle ditte di fiducia per eliminare i pericoli e ripristinare i luoghi in sicurezza. Dalla mancata manutenzione alla omessa cura contro il “punteruolo rosso” delle palme, il verde cittadino rischia la totale estinzione. Non è superfluo rammentare il cervellotico progetto -Mariniano- di abbattere per rifare la piazzetta San padre Pio. Fortunatamente bloccato per l’insorgere di proteste popolari. Purtroppo così non sarà per la piazza Nicola Suppa di Tuoro. Piazza con alberi d’alto fusto, parco giochi e cavea teatrale, destinata a scomparire per far posto a 100 posti auto sotterranei. Cervellotica decisione, sempre non prevista negli strumenti urbanistici, voluta da Carlo Marino per spendere 2,4 milioni di euro attinti dai fondi per il “recupero delle periferie”. I lavori in Tuoro, in procinto d’avvio, sollevano voci dissenzienti, tardivamente proferite, e dall’identico valore elettoralistico mariniano. Tutti rami dello stesso albero: da abbattere. 

Fogne a cielo aperto, scarpate di terreni privati per anni lasciate pericolosamente abbandonate, d’incanto diventano meritevoli l’attenzione della pubblica amministrazione.  Pertanto, attenzione a non passare da “fessi a utili idioti”. L’attuale non è il momento d’agitarsi, si rischia di fare godere il nemico aggrappato alle terga. I pericoli alla pubblica incolumità, vecchi, incancreniti e nuovi, sicuramente vanno eliminati, lasciateli segnalare dalle forze di polizia e dai vigili urbani (riuscendo a intravederne qualcuno), non trasformatevi in alleati degli aguzzini.

Chi è causa del suo male, pianga se stesso.

1 commento

  1. Ma come mai i lavori per la costruzione della strada che dovrebbe salvare San Leucio sono fermi da sei mesi?? Hanno distrutto uliveti, alberi, verde con pascolo per pecorelle ma perché? Per realizzare un progetto vecchio di venti anni nn più attuale per l’esistenza di nuove costruzioni. È valso la pena creare una strada in mezzo al verde, con bastioni di cemento armato del tipo autostrada, lasciati abbandonati da mesi con un degrado che solo se visto può rendere cos’è l’abbandono. Certo i tecnici avranno avuto le loro ragioni ma che senso ha sostituire il verde al cemento in mezzo alle case?? Speriamo almeno che l’opera sia ultimata al più presto così potremo dire che San Leucio è salva davvero.

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