AMMINISTRATIVE CASERTA, LE “GRANDI MANOVRE” PRIMA DEL VOTO

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 –        di Nicolò Antonio Cuscunà        –                      

Filosofia Politica scaled AMMINISTRATIVE CASERTA, LE GRANDI MANOVRE PRIMA DEL VOTO
Vignetta del portale spagnolo Araçagi (autore sconosciuto)

Il 2021 è l’anno di scadenza del mandato sindacale per Carlo Marino primo cittadino di Caserta. Con largo anticipo sono iniziate le manovre organizzative d’avvicinamento alla scadenza. A prendervi apertamente parte personaggi noti, meno noti e sconosciuti. Ad onore del vero, il cosiddetto toto-sindaco abbonda di nomi di concorrenti, molti scelti quali distrattori per masse, altri usati come lepri da riscaldamento nei cinodromi, ci sono gli auto-illusi alla ricerca di notorietà, altri votati all’arduo cimento difficile se non impossibile da raggiungere. Il male della politica-autarchica, da tutti riconosciuta è identificata nelle cosiddette “liste fai da te“. Queste traggono origine dall’implosione della politica, dalla sfiducia verso il “sistema partiti” e (localmente) dalla “pesante presenza” di gruppi votati a perseguire interessi personali. Caserta vanta, tra i Suoi più importanti cittadini, i cosiddetti “capizona“. Questi, sono ex politici esperti, reduci di partiti di governo, non disposti a vestire i panni dei “pensionati da giardinetto”, per questo si cimentano nell’organizzare liste raccogli consensi votate al controllo interessato delle sorti della città. A ben rifletterci, la città è in mano a queste persone, per cui, a detta di certi intellettuali di moda, a poco o nulla serve perseguire il cambiamento. Fatti, circostanze, nomi e gruppi sono conosciuti e passivamente accettati dagli analisti esperti di cultura politica, (per intenderci quelli impegnati a pontificare dall’alto dei loro balconi dove osservano nascosti dietro le persiane). In questo quadro (desolante) insistono non percepiti i “partiti classica struttura”, con rappresentanti nazionali e locali eletti in organi Istituzionali. Questi soggetti sopravvivono impegnando il minimo sforzo, vivono al risparmio, consapevoli di raccogliere consensi dalle ceneri ideologiche di quelli che furono: sinistra, centro e destra. Oramai non è solo l’elettore che si allontanata dalla politica, è la classe politica insipiente e insensibile ad allontanare la partecipazione diretta dalla politica”. Per questo motivo i “monconi” dei cosiddetti partiti nazionali, in periferia sopravvivono utilizzando anch’essi “capizona” disposti ad indossare l’occasionale casacca utile ad entrambi. Al partito per vantare rappresentanza e consensi, al personaggio per rimanere sempre a galla nel liquido del potere. Ecco spiegato il perdurare, in aumento, del “partito del non voto”. La sfiducia verso questa politica genera l’allontanamento dalla “democrazia partecipativa del voto consapevole”. Capizona autarchici, prestati ai partiti nazionali, incrementano il non voto facendo utile profitto e raccogliere i suffragi dai residuali elettori ancora non sfiduciati.

Miopia politica, disaffezione al bene comune sembrano i motivi del disimpegno del centrodestra al futuro di Caserta. Non si spiega in modo differente il silenzio programmatico e il disimpegno sui grandi temi sofferti dalla città. Quest’assenza, la latitanza col temporeggiare sono all’origine di certe fughe in avanti di candidati di chiara espressione di quell’area politica, non disposti all’attesa e a vedersi “ordini calati dall’alto”. Non si spiega in altro modo né si giustifica chi l’ha generato. Perdere tempo, non cercare il dialogo, evitare il confronto, arroccarsi su posizioni da “torre eburnea”, non porta utile alla città. Le cosiddette “grandi manovre” in atto, i tanti impegnati a rastrellare candidati riempitivi portatori di voti sono i responsabili del perdurare “disastro Caserta”. Se la coalizione di Centrodestra deve proporsi alla città, con programma, uomini e candidato sindaco comune, informi gli elettori del percorso in atto. Le grandi manovre percepite, fatte palesare o intuire, i mille candidati sindaco dati in pasto alla “recita a soggetto”, potrebbero incantare i PIU’, non certo chi vive la città oltre agli addetti ai lavori e i votati all’informazione pulita e onesta. Inoltre, questa bassa costumanza da vecchia prima repubblica non regge, non aiuta a percorrere il nuovo come indicato dai leader nazionali di F.I., F.d.I. e Lega.  Nel discorso di capodanno anche il Capo dello Stato Mattarella ha lanciato un accorato appello all’UNITA’ d’Intenti per gli interessi comuni.  A Roma come a Caserta gli uomini passano, le radici e la storia delle città, con i suoi monumenti e le sue genti restano, con bellezze, difetti e problemi insoluti. È l’ora dei costruttori, ha ricordato Mattarella, non perdere tempo per illusori vantaggi di parte, unire le forze per il “bene di tutti”.

Il Centrodestra, se vuole rappresentare l’alternativa credibile al “disastro Carlo Marino -PD- e perseguire il cambiamento, deve dimostrarlo con fatti e non con chiacchiere e proclami vuoti. I differenti leader, reali o presunti, eletti o comandati, hanno il dovere d’esercitare il loro carisma umano e culturale (non elettorale) per raggiungere l’unità d’intenti. Unità indispensabile a restituire ai casertani speranza in un futuro possibile e discontinuo con l’attuale drammatica realtà. Il centrodestra con i suoi tanti rappresentati, investiti dal consenso elettorale, ha il dovere di assorbire e annullare divergenze programmatiche e personali, amalgamare le forze e costruire l’unità del popolo di centrodestra anche con le Sue diverse anime. La destra sociale non può svincolarsi dalla liberale, come non ha modo d’esistere senza l’identitaria tradizionale erede dei valori del non rinnegare e non restaurare. Il centrodestra deve raccogliere organicamente tutto il meglio esistente non disposto a soccombere alla sinistra. Deve rivolgersi, riconoscere e valorizzare l’associazionismo non aggreppiato alla sinistra, il volontariato ideale non allineato, e tutto il grande potenziale culturale che non si riconosce nel “pensiero unico massificatore di sinistra”. Il centrodestra casertano ha intelligenze per percorrere questa strada, unica e doverosa, altre porterebbero a condannare Caserta nell’obblio in cui è sprofondata da 5 anni di conduzione Marino (PD) + mercenari mossi dai “capizona”. Il centrodestra deve sforzarsi a guardare oltre il proprio dito, guardarsi intorno, avere il coraggio del nuovo di qualità e non ripiegare su impresentabili maneggioni riempiliste. L’informazione d’opinione, libera, controcorrente e democratica è disponibile, attenta e non tentennante, disposta a rilevare e denunciare quanto potrebbe nuocere (a proprio parere) alla RINASCITA di Caserta. Sempre disponibili a favorire la partecipazione della democrazia della “RES PUBLICA”.