“THE UNDOING – LE VERITÀ NON DETTE”: LA ROVINA DI UN IDILLIO FAMILIARE

0

di Mariantonietta Losanno

Uscita su HBO ad ottobre e in onda su Sky Atlantic dall’8 gennaio e in streaming su Now TV, “The Undoing” è una di quelle serie su cui è impossibile non avere grandi aspettative. Innanzitutto per il cast, che vede come protagonisti Nicole Kidman, Hugh Grant, Donald Sutherland e l’italiana Matilda De Angelis; poi per la presenza di Susanne Bier, regista della pluripremiata serie TV “The Night Manager” – grazie alla quale ha vinto un Emmy per la miglior regia – e di “In un mondo migliore”, premio Oscar 2011 come miglior film in lingua straniera; infine, per il creatore della serie David E. Killer, autore di “Ally McBeal”, “Boston Legal” e “Big Little Lies”, e vincitore di undici Emmy Awards. 

%name “THE UNDOING   LE VERITÀ NON DETTE”: LA ROVINA DI UN IDILLIO FAMILIARE

Quella dei Fraser è l’emblema della famiglia perfetta: Grace è una psicologa di successo, Jonathan è un amatissimo oncologo pediatrico, e Henry (il loro figlio dodicenne) è uno studente di una prestigiosa scuola privata. In più c’è il padre di Grace, un uomo ricco e potente, a “garantire” per tutti. La presenza di Elena Alves, una giovane donna di estrazione popolare, sconvolgerà questo equilibrio perfetto, portando alla luce la vera natura di ognuno dei membri della famiglia Fraser. “The Undoing” significa letteralmente “la rovina”: la distruzione dell’immagine di una famiglia perfetta (in cui tutti i membri sembrano essere persone facoltose e rispettabili), dell’idea di una società benestante ed agiata difficile da demolire. L’omicidio di Elena è l’elemento che scatena il caos: anzi, la sua sola presenza, ancora prima della sua violenta morte, “disturba” il contesto borghese. Elena si comporta in un modo poco conforme ai dettami di una società che preferisce di gran lunga salvaguardare le apparenze: il fatto che non aderisca ai “codici” impliciti di quella categoria di persone, la rende il colore dissonante nel quadro perfettamente dipinto. 

%name “THE UNDOING   LE VERITÀ NON DETTE”: LA ROVINA DI UN IDILLIO FAMILIARELa miniserie si presenta come un thriller classico e appassionante, perfettamente aderente alle caratteristiche del genere: un brutale omicidio, un marito che scompare nel nulla, i sospetti della polizia, il circo mediatico, le amicizie influenti e gli ambienti esclusivi tipici di persone che rivestono un ruolo “esclusivo” in società, un baratro di dubbi, certezze crollate e segreti inconfessabili. Nei suoi sei episodi, “The Undoing” cerca di mantenere la tensione costante, ma al di là del finale che delude profondamente le aspettative, molti altri elementi si rivelano sotto tono. La trama tenta di coinvolgere il pubblico e di intrigarlo, portandolo a pensare di dover scoprire chissà quale mistero, quando poi, la vera scoperta (forse la più interessante) non è quella dell’assassino, ma quella che mette in luce la vera indole dei protagonisti. Sono le reazioni dei personaggi ad essere costruite in modo attento ed accurato, più che l’epilogo della vicenda: quando vengono messe a dura prova le loro sicurezze e soprattutto le loro speranze, cambiano totalmente espressività. Ogni personaggio ha una propria evoluzione ben specifica durante tutto l’arco narrativo: dunque, oltre alla rivelazione dell’assassino, c’è da focalizzarsi su altro. Quello che traspare tra gli sguardi intensi ed ambigui dei due coniugi, le loro espressioni inquietanti ed eloquenti, i loro occhi assorti ma al tempo stesso lucidi: ogni dettaglio ha la sua importanza nel ricostruire una vicenda torbida e sensuale che ricorda “Attrazione fatale” o “Unfaithful – L’amore infedele”. Non solo: la serie ricorda anche “La verità sul caso Harry Quebert”, diretta da Jean-Jacques Annaud, tratta dal romanzo di Joël Dicker ed interpretata da Patrick Dempsey; o ancora “Il processo”, serie tv italiana diretta da Stefano Ludovichi ed interpretata da Vittoria Puccini, Francesco Scianna e Camilla Filippi; ed infine, “Gipsy”, serie televisiva statunitense creata da Lisa Rubin per Netflix e che vede come protagonista Naomi Watts. Tutti questi riferimenti ad altre opere perché, sostanzialmente, nell’intreccio non c’è nulla di innovativo. Questo non vuol dire che “The Undoing” non sia una serie di alto livello, ma più per la la capacità di definire i personaggi che per la vicenda in sé.

%name “THE UNDOING   LE VERITÀ NON DETTE”: LA ROVINA DI UN IDILLIO FAMILIARE

Gli ingredienti del thriller di successo ci sono: il sesso e il tradimento, il potere manipolatore dei soldi, lo scandalo e il processo mediatico, la sconosciuta seducente ed enigmatica che irrompe nella vita idilliaca di una famiglia “per bene”. Così come ci sono le location, i costumi, il cast, i riferimenti e la fotografia: tutto è costruito meticolosamente, ma nel complesso il prodotto non eccelle per originalità (seppure la trama poco innovativa sia indipendente dall’ottima resa della regia e della recitazione). C’è anche da dire che non è un’impresa semplice intraprendere un progetto thriller data la mole di titoli dello stesso genere: stupirsi non è più così scontato. “The Undoing” gioca sui contrasti e sulle aspettative, concentrandosi sui dettagli registici e sui vissuti dei personaggi: non mette a dura prova l’ingegno, ma la visione risulta complessivamente intensa. Forse l’obiettivo era proprio far riflettere sugli inganni e sulle percezioni della gente. In fondo, la caratteristica di Grace è quella di “saper leggere” le persone e di comprenderle a pieno: sembra che al pubblico venga chiesto di fare lo stesso, piuttosto che scervellarsi per scoprire un mistero che sia al di sopra di tutte le aspettative e sempre più scioccante. Il pregio migliore di “The Undoing”, probabilmente, è la sua capacità di far crollare anche l’ “incrollabile”: bisogna sempre imparare a dubitare anche quando si pensa di avere tra le mani tutte le certezze, soprattutto quando l’amore annebbia la vista e le apparenze celano ciò che si nasconde realmente nel profondo dell’anima.