OMICIDIO ROSINA CORSETTI: ANALISI DELL’INTERVISTA RILASCIATA DALLA FIGLIA ARIANNA ORAZI AD ILARIA MURA

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–      di Ursula Franco*     –

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Rosina Carsetti, la vittima

Rosina Carsetti, 78 anni, è stata uccisa all’interno della sua casa nel pomeriggio del 24 dicembre 2020, suo marito Enrico Orazi, 81 anni, sua figlia Arianna Orazi, 48 anni, il figlio della Orazi, Enea Simonetti, 20 anni sono indagati per concorso in omicidio aggravato, simulazione di reato e favoreggiamento, madre e figlio sono accusati anche di maltrattamenti in famiglia aggravati.

Arianna Orazi è stata intervistata da Ilaria Mura, l’intervista è andata in onda il 15 gennaio 2020 nella puntata della trasmissione Quarto Grado.

Premessa

In Statement Analysis partiamo dal presupposto che chi parla sia “innocente de facto” e che parli per essere compreso. Pertanto, da un “innocente de facto” ci aspettiamo che neghi in modo credibile e che lo faccia spontaneamente. Ci aspettiamo anche che nel suo linguaggio non siano presenti indicatori caratteristici delle dichiarazioni di coloro che non dicono il vero.

Un “innocente de facto” non ci sorprenderà, negherà in modo credibile sin dalle prime battute.

Un “innocente de facto” mostrerà di possedere la protezione del cosiddetto “muro della verità” (wall of truth), che è un’impenetrabile barriera psicologica che permette ai soggetti che dicono il vero di limitarsi a rispondere con poche parole in quanto gli stessi non hanno necessità di convincere nessuno di niente.

Una negazione è credibile quando è spontanea, ovvero non è pronunciata ripetendo a pappagallo le parole dell’interlocutore.

In sintesi, da Arianna Orazi ci aspettiamo che neghi in modo credibile di aver ucciso sua madre Rosina e che possegga il cosiddetto “muro della verità”.

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Arianna Orazi, figlia della vittima

La frase “io non ho ucciso mia madre Rosina” o “io non ho ucciso mia madre”, seguita dalla frase “sto dicendo la verità” o “ho detto la verità” riferita a “io non ho ucciso mia madre (Rosina)”, è una negazione credibile. Anche “io non ho ucciso mia madre (Rosina), sto dicendo la verità, sono innocente” è da considerarsi una negazione credibile.

Arianna Orazi: “Mi sentooo… disorientata… dispiaciuta, triste e delusa

Di cosa dovrebbe essere “dispiaciuta” la Orazi? La giornalista avrebbe dovuto chiederglielo. In Statement Analysis, a prescindere dal contesto in cui vengono pronunciate, notiamo sempre le parole “mi dispiace” perché è estremamente frequente che vengano pronunciate dai colpevoli. Si tratta di una forma di “leakage”. Il “leakage” consiste nel rilascio involontario di informazioni che stazionano nella mente del soggetto che parla.

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Ilaria Mura; giornalista Quarto Grado

La Orazi si dice “delusa”, da chi?

Ilaria Mura: “Lei non soltanto ha perso sua madre, ma è addirittura accusata, in concorso con suo padre e suo figlio, di averla uccisa”

Un’affermazione che permetterebbe alla Orazi di negare in modo credibile di aver ucciso sua madre Rosina.

Arianna Orazi: “Sì, ne sono consapevolee… peròò… non è la verità

Negare in modo credibile è gratis. La Orazi è accusata di aver ucciso sua madre e invece di cogliere l’occasione per negare pubblicamente di aver commesso l’omicidio cincischia e dopo aver preso parecchio tempo per pensare se ne esce con un debole “non è la verità” che non è una negazione credibile ma una frase d’intento manipolatorio.

Ilaria Mura: “Arianna, ha ucciso lei sua madre?”

Arianna Orazi: “No… nè io, nè i miei famigliari”

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Arianna Orazi e il figlio ventenne Enea Simonetti

“No” sarebbe stata una buona risposta, la Orazi ha però bisogno di convincere e aggiunge “né io, né i miei familiari”. Si noti che Arianna Orazi, senza remore, tira in ballo i suoi familiari. 

Quando la Orazi dice “né io, né i miei famigliari” ci rivela che al momento dell’omicidio anche suo figlio Enea era in casa, se fossero stati in casa solo lei e suo padre Enrico avrebbe infatti detto “né io, né mio padre”. Lo scontrino del supermercato è stato emesso a favore di Enea alle 18.07, pertanto l’omicidio è stato commesso prima di quell’ora, un dato che spiega l’assenza di preparativi per il cenone di Natale.

Arianna Orazi: “(…) mia madreee… era una persona particolare, non era, tipo, la persona che preparava la cena di Natalee… pranzo di Natalee… magari si andava fuori al ristorante tutti insieme, però non era dedita alla classica casalinga eee… che chiama i figli e i nipoti a casaTeneva molto alla sua libertà. E’ la classica madre che non ti fa mancare nulla, chee… curaa… l’aspetto dei figlii,… la puliziaa… però sull’affetto, diciamo, un po’ carente. Riguardo alle amiche lei aveva una amica… con la A maiuscola, l’unica, sola, da cinquant’anni, che c’ha visto nascere e crescere, a me e mio fratello. Le altre persone erano tutti conoscenti”

È inaspettato che la figlia di Rosina elenchi i difetti di sua madre. In Statement Analysis viene detto “blaming the victim”, chi commette un reato spesso critica la vittima per attribuirgliene la responsabilità.

Dicendo “(…) mia madreee… era una persona particolare, non era, tipo, la persona che preparava la cena di Natalee… pranzo di Natalee… magari si andava fuori al ristorante tutti insieme, però non era dedita alla classica casalinga eee… che chiama i figli e i nipoti a casa” la Orazi tenta di spiegare il motivo per il quale all’arrivo dei carabinieri non vi fossero preparativi per il cenone di Natale. C’è da dire che, a causa dell’emergenza Covid, i ristoranti erano tutti chiusi.

Ilaria Mura: “Sua madre con questa amica storica, chiamiamola così per non fare il nome, eh si confidava?”

Arianna Orazi: “… Sì. Io la sentivo tante volte al telefono quando parlava con quest’amica, sì, diceva comunque il quotidiano, quello che le era capitato, quello che mangiava a pranzooo… sì, sì (…) io vivevo in un altro appartamento con mio figlio, abbiamo deciso cinque anni fa di venderlo, la situazione è quello che è, l’abbiamo venduto praticamente a gennaio eee… mia madre lo sapeva che saremmo andati, anzi veramente era anche necessità sua perché la casa è molto grande, mi diceva “Non riesco più aaa… a fare le cose che facevo una volta”, perché lei con la pulizia sempre moltoo…

Ilaria Mura: “Attenta”

È un errore suggerire i termini da usare.

Arianna Orazi: “Sì, ee… “Non riesco più aaa… portare avanti la casa come facevo una volta, le scale inizianoo… aa… pesarmii… c’è da pulire tanto, se venite ehh che mi togliete un sacco diii… di ehm”

Ilaria Mura: “Incombenze”

Ancora un suggerimento.

Arianna Orazi: “Eh sì, eee quindi insomma eraa… felice e dicevaa… a me “Basta che mi lasciate il divano e sky”. L’unica cosa è che quando è stato il momento che doveva spostare le sue cose (…) un pochettino laaa… disturbava (…) Mio figlio un giorno gli ha detto “Nonna mi fai un po’ di spazio nell’armadiooo della camera di nonno?”, ee… mamma ha detto… gli ha risposto “Eh… ma non pretenderai che sposto le cose mie per mettere le tue?”.. eh eheheh (risatina) però dopo lo faceva”

Ancora una velata critica alla madre (blaming the victim).

Ilaria Mura: “Perchè si lamentava con le amiche, con i vicini?”

Arianna Orazi“Perchè mia madre è stata sempre lamentosa, sempre, da sempre (…) chi la conosce, lo sa”

La Orazi continua a criticare la vittima (blaming the victim).

Ilaria mura: “Partiamo con la vigilia di Natale, il giorno in cui purtroppo sua madre perde la vita”

Il fatto che la giornalista si sia espressa coniugando il verbo al presente vizierà l’analisi della risposta. In Statement Analysis infatti analizziamo i tempi verbali utilizzati da un soggetto invitato a rievocare un evento accaduto, eventuali dichiarazioni in cui il verbo venga coniugato al presente sono da considerarsi non credibili, chi falsifica infatti usa il verbo al presente perché parla di fatti che non ha vissuto.

Arianna Orazi: “(…) la cosaa… che mi rimaane piùù… impressa è statoo… vederla… quello non lo scorderò mai”

La risposta della Orazi è stata tagliata e non sembra affatto la risposta alla domanda che è andata in onda. Con tutta probabilità la giornalista le aveva chiesto quale fosse la cosa che le era rimasta più impressa, in ogni caso la Orazi mostra di avere difficoltà a rispondere. 

Ilaria Mura: “Vederla” come?”

La giornalista è giustamente insoddisfatta della risposta.

Arianna Orazi: “Vederla distesa… basta”

Con “basta” la Orazi intende chiudere il topic.

Si noti “distesa”, ogni riferimento alla postura di un soggetto rivela tensione. 

Arianna Orazi: “Ho sentito u-un urto ee… forte, all’altezza… cioè proprio sopra la mia testa dove sta la finestra e la prima cosa che ho pensato, essendoci quel giorno scirocco, ho pensato: mamma si è addormentata, ha lasciato la finestra aperta. Capitava spesso che s’addormentasse sul divanoo… e lasciasseee… oo… la finestra apeerta o il televisooree… a volume altoo…”

La Orazi continua a criticare la vittima (blaming the victim).

Potrebbe essere stato il vento a far sbattere la porta finestra che, dopo aver fumato sul terrazzino, Rosina aveva lasciato aperta. Può darsi che proprio questo fatto abbia innescato una lite poi sfociata in omicidio.

Ilaria Mura: “Quando però scatta in lei invece la curiosità di salire al piano di sopra?”

Arianna Orazi: “Eeeh”

Ilaria Mura: “Rispetto al rumore che ha sentito, quanto tempo passa?”

Arianna Orazi: “… mah poco, perchèèè… cioè il… ggiusto il tempo diii… capire che cooosaa… poteva essere, un attimo mm… cioè ho mm… non è che subito mi sono alzata al volo eee… un attimooo… ho cincischiato… eee… pooii… so’ salita sulle scale (…) io non ho visto nulla di strano, non ho visto niente, non mi so accorta di nientem’è arrivata una sberla, prima una e poi un’altra, non mi ha tramortito, maa… ero… cioè… comunque mi aveva fatto male, parecchio, mi sono accasciata”

La domanda della Mura mette in serie difficoltà la Orazi. 

Arianna Orazi sente il bisogno di fornire un “perché” senza che le sia stato chiesto (The reason why), in pratica anticipa la risposta ad una possibile domanda della giornalista. 

Anticipa la risposta ad una possibile domanda della giornalista anche quando dice “io non ho visto nulla di strano, non ho visto niente, non mi so’ accorta di niente”. 

Si noti “m’è arrivata una sberla”, la Orazi usa questa forma per non fare riferimento ad un eventuale assalitore. 

Si noti infine la frase “non mi ha tramortito”. È inaspettato che un soggetto riferisca ciò che non è successo. 

Ilaria Mura: “Non ha provato a chieder aiuto, a urlare, era sconvolta, era attonita, non riusciva a reagire?”

Perché la giornalista suggerisce reazioni emotive? Perché se le aspetta dall’intervistata. 

Arianna Orazi: “No, perchèè… ee… è stata una cosa talmenteee… improvvisa, talmentee… violenta che… e comunque, anche se avessi chiamato aiutooo (…) immagini lei, lei fa una… sta a casa sua tranquilla, vede la tivvù eee… tutto sereno ee… sale le scale, gli arrivano due sberle, non è che mm…  uno capisce proprio quello che è successo, non me so’ resa conto subito, me so’ resa conto nel momento in cuii… ee… que… quest’uomo mi ha fatto sedere sulla sedia. E lì ho capito”

Quando la Orazi dice “una… sta a casa sua tranquilla, vede la tivvù eee… tutto sereno ee… sale le scale, gli arrivano due sberle, non è che mm…  uno capisce proprio quello che è successo” non parla per sé, ma per “una” e per “uno”, lo fa per non falsificare.

Ilaria Mura: “Ah, proprio l’ha fatta sedere lui?”

Arianna Orazi: “Sì! Mi ha messoo… sulla sedia”

Ilaria Mura: “Ah, quindi l’ha presa di peso”

La Mura aiuta la Orazi a mentire.

Arianna Orazi: “Sì”

Ilaria Mura: “Beh doveva essere piuttosto corpulento, forzuto”

Si noti che la Mura parla giustamente coniugando il verbo al passato.

Arianna Orazi: “Mmmolto corpulento, mi toglie le ciabatte, brutalmente, non è che me l’ha tolte gentilmente, mi sfilaa… i calzini e uno me lo mette in bocca… poi prendee… di lato a mee… c’era il folletto, che mia madre lo lascia sempre lì sull’angoletto sempre llì, mm… perennemente. Ha tirato via il filo, perchèè… il filo del folletto si stacca … eee ci… mi ha legato con questo, cioè mi ha messo violentemente le maniii… dietro e mi ha legato con questo filo del Folletto”

Si faccia caso a “mi toglie”, “mi sfila”, “me lo mette”, “poi prendee”, tutti verbi coniugati al presente che ci rivelano che la Orazi non sta pescando nella memoria ma sta falsificando.

La Orazi fornisce ancora un “perché” senza che le sia stato richiesto.

Ilaria Mura: “Quindi lei non ha provato minimamente a reagire?”

Arianna Orazi: “No”

Ilaria Mura: “Per scelta, ha mantenuto la lucidità”

Arianna Orazi: “(…) io ho pensatoo… innanzitutto… ero preoccupatissmca… preoccupatissima per mio figlio che era uscito e che quindi sarebbe… tornato, io non sapevo qquando sarebbe tornato”

Ilaria Mura: “A che ora è uscito grossomodo suo figlio?”

Arianna Orazi: “Ee pp… più o meenoo… saranno stateee… adesso non lo so per certoo llle …cinque e tre quarti, cosìì… ‘nnnn… ‘na cosa del genere”

La Orazi mostra di avere difficoltà a rispondere. È difficile credere che a distanza di tempo la Orazi non sappia con precisione a che ora uscì suo figlio.

Arianna Orazi: “Gli occhi di quella persona li ho visti io, non li ha visti nessun altro e… non era una personasecondo me, con cui si poteva scherzare”

La disposizione linguistica neutrale della Orazi nei confronti dell’ipotetico ladro assassino è inaspettata. Lo definisce “quella persona” e “una persona”. La Orazi mostra di non provare sentimenti negativi nei confronti dell’autore dell’omicidio di sua madre. 

È anche inaspettato che la Orazi dica “Gli occhi di quella persona li ho visti io, non li ha visti nessun altro” posto che “quella persona” avrebbe, a suo dire, affrontato anche suo padre Enrico. Si tratta forse di “leakage”? La Orazi ci sta forse dicendo che “nessun altro ha visto gli occhi di quella persona” perché “quella persona” non esiste?

“secondo me” indebolisce “non era una persona con cui si poteva scherzare”.

Ilaria Mura: “Mm”

Arianna Orazi: “Tra l’altro”

Ilaria Mura: “Era incappucciato?”

Arianna Orazi: “Eh eeehm… portavaa… lllla cuffiettaaa… tipo la cuffietta di lana eee… iill… il mmm… cappuccio del giubbetto e la mascherina, quindi io vedevo solo la fascia degli occhi, neanche le sopracciglia”

La Orazi mostra di avere difficoltà a rispondere.

Ilaria Mura: “Che occhi aveva Arianna?”

Arianna Orazi: “gelidi…”

Ilaria Mura: “Chiari, scuri?”

Arianna Orazi: “Chiari… gelidi”

Ilaria Mura: “Grossomodo che età aveva?”

Arianna Orazi: “… io suppongooo …trentacinque? Quaranta? Poi non è facileee… capire l’età da una… pezzeettoo… d’occhi”

Ilaria Mura: “Aveva mai visto quegli occhi prima?”

Arianna Orazi: “No”

Ilaria Mura: “Si sforzi”

Arianna Orazi: “No no, assolutamente (…)”

Ilaria Mura: “A quel punto lui che cosa ha fatto?”

Arianna Orazi: “Dopo che mi ha legato, è sceso di sotto… lì c’è il racconto di mio padre (…) so che gli ha dato una sberla… da dietro eee… poii ee… lll’ha chiuso in bagno eee… l’ha legato in bagno, sempre col filo del Folletto, perché praticamente ce n’abbiamoo… uno o due a piano”

“racconto” inteso nel senso di “storia”?

Si noti che la Orazi tiene a precisare che il padre è stato aggredito “da dietro” per poter continuare a sostenere che lui non abbia visto in faccia “quella persona”. È difficile da credere posto che, dopo la sberla, “quella persona” avrebbe legato Enrico Orazi e lo avrebbe condotto nel bagno per chiudercelo.

Si noti che la Orazi commette un errore nella ricostruzione dei fatti, ovvero riferisce che, dopo aver dato una sberla al padre, “quella persona” lo avrebbe prima chiuso in bagno e poi legato, non è infatti possibile. Perdono il filo del racconto coloro che non pescano nella memoria. La Orazi sta falsificando.

Quando la Orazi dice: “l’ha legato in bagno, sempre col filo del folletto, perché praticamente ce n’abbiamoo… uno o due a piano” ancora una volta fornisce un “perché” senza che le sia stato richiesto.

Ilaria Mura: “Lei ha sentito suo padre urlare, chiamare aiuto?”

Arianna Orazi: “No, niente”

Ilaria Mura: “Disperarsi?”

Arianna Orazi: “No, niente, niente anche perché il c… lllee… ll’altro calzino, il mio, se l’era portato di sotto e l’ha messo in bocca a mio padre (…) praticamente non la vedevoo… mia madre, io non sapevo se stava sul divano perché da llì non si vede eee… l’ho chiamata, cioè ho mugugnato… eee… a un certo punto con la coda dell’occhio ho vistoo la pianta del piede, e le ciabatte fuori dalla cucina… però… io … in cuor mio… pensavo fosseee … svenutaa dallo spavento, che fosseee … cioè, che comunque fossee… risolvibile, ecco”

Per ben due volte la Orazi fornisce un “perché” senza che le sia stato richiesto.

La Orazi dice “ll’altro calzino, il mio, se l’era portato di sotto e l’ha messo in bocca a mio padre” per lasciar intendere che anche il padre non fosse nelle condizioni di chiedere aiuto. Che cosa dobbiamo inferire da queste sue parole? Dobbiamo forse pensare che, dal momento che “quella persona” scese con il calzino in mano per metterlo a tacere, sapesse che al piano di sotto si trovava Enrico Orazi?

“ad un certo punto” rappresenta una lacuna temporale che ci rivela che la Orazi nasconde delle informazioni. 

La Orazi si è tradita quando, dopo aver riferito che “quella persona” le aveva messo in bocca un calzino, ha detto “mia madre (…) l’ho chiamata, cioè ho mugugnato”. Come avrebbe potuto chiamarla se “quella persona” le aveva messo un calzino in bocca e le aveva legato le mani dietro la schiena? 

Ilaria Mura: “Il ladro oo… è andato al piano di sotto, ha immobilizzato suo padre”

Arianna Orazi: “Eeh pp…”

Ilaria Mura: “E poi?”

Arianna Orazi: “È tornatooo…”

Ilaria Mura: “Le è ripassato davanti”

Arianna Orazi: “Sì, è torna… è tornato da me, m’ha tolto il calzino, mi ha fatto la domanda: “Dove stanno i soldi? Dove sta il denaro?”, adesso di preciso non me la ricordo… eee… mi ha rimesso il calzino… io chiaramente gli ho dettoo dove stava… eee… è andato di sopra, lì ho sentitoo un macello. Eee… poi ee… quandooo… è ridisceso…

Ilaria Mura: “Mmh”

Arianna Orazi: “È passato davanti a mme, è ritornato in cucina e è uscito”

Ilaria Mura: “Quindi è uscito da dove è entrato”

Arianna Orazi: “Da dove è entrato”

CONCLUSIONI

La Orazi non ha mai negato in modo credibile di aver ucciso sua madre Rosina e ha mostrato di non possedere il cosiddetto “muro della verità”.

Arianna Orazi non ha raccontato la verità, ha invece dissimulato e falsificato.

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ursula franco 1 OMICIDIO ROSINA CORSETTI: ANALISI DELL’INTERVISTA RILASCIATA DALLA FIGLIA ARIANNA ORAZI AD ILARIA MURA* Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari