LIBERTÀ DI PAROLA, LICENZA DI MORTIFICARE E QUEL CHE RESTA DI FI

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       –        di Francesca Nardi       –                        

Accadono cose che voi umani…che noi umani…Accadono cose che sconcertano ma… forse sono diventate normali…pensieri in libertà che trasudano dal rispetto che si deve ad una verità che non è stata ancora pronunciata…pensieri in libertà che ignorano con inqualificabile disinvoltura, il naturale riserbo che un uomo delle istituzioni, ancor più un presidente della commissione parlamentare antimafia, dovrebbe avere…dovrebbe imporsi di avere…ma forse, in un Paese in cui, il primo che si alza al mattino con il neurone afflitto, può consentirsi il lusso di dare del mafioso a qualcuno o indicare la ricetta miracolosa che gli consente di riconoscerlo come tale, tutto è possibile…anche radere al suolo quel che resta della tua ostinazione, della tua perseveranza e farti seriamente ipotecare il comportamento che terrai in un’altra vita. L’antimafia è una cosa seria come il cancro che combatte, come la mafia…è una cosa terribilmente seria ed il parlamentare che ricopre la carica di presidente della commissione antimafia, non riteniamo possa consentirsi il lusso di pestare sterco, perché non guarda dove mette i piedi, scivolare, rimettersi in piedi e pretendere che nessuno gli dica che purtroppo si avverte ancora il lezzo…Siamo un Paese privo di garanzie ed il nostro territorio ne percepisce l’assenza in maniera quasi disumana. Dal rigore di Mario Draghi che lo classifica autorevolmente lucido, non ci attendiamo nulla che non sia perfettamente ordinato e reimmesso su quel binario tav che qualcuno aveva definito “morto”. La semplicità della coerenza che affranca dalla fatica del sotterfugio e che dovrebbe identificarsi nel nuovo presidente del consiglio,  ci restituisce persino l’umorismo giusto per alcune riflessioni sugli ultimi quasi esilaranti movimenti, poco tellurici dei politici……Che il ritmico entusiastico “paperiare” attorno all’uomo giusto contro la cui lucida intelligenza, sarebbe stato assai inopportuno scontrarsi, fosse prevedibile, è un dato di fatto, vista la raffinatezza intellettuale che da circa un decennio, mischia le carte del Paese; che sarebbero cadute le mura di Gerico dell’inossidabile antieuropeismo di alcuni irriducibili, fosse meno prevedibile, è un dato di fatto, vista la presunta irruenza con cui ci si sbatteva il petto segnando e ripassando i confini, con la ritualità di un labrador che segna il territorio; che un solo sparuto avamposto avrebbe resistito nonostante gli attacchi talvolta brutali, subiti, lo avevamo sperato…solo per ricevere il conforto di quella diversità che affranca dalla noia…ma e qui ci divertiamo meno,  che un presidente della commissione parlamentare antimafia scendesse i gradini dell’opportunità e del rigore intellettuale e della continenza dialettica, fino ad affidare ad un post di fb, le sue personali perplessità su un caso “sensibile” peraltro ancora in discussione, no…quello non avremmo potuto prevederlo, né avremmo mai pensato potesse succedere. Le considerazioni postate su fb dal presidente Nicola Morra, sulla vicenda che riguarda l’onorevole Massimo Grimaldi, non riteniamo siano di quelle che un presidente della commissione antimafia possa liberamente postare sui social, indipendentemente dalla persona cui si fa riferimento e soprattutto perché vi è un giudizio in corso. Ma più delle libere riflessioni di Morra indigna il silenzio tombale circostante…questa dimensione insonorizzata in cui si muove lentamente e senza alcun segnale di esistenza in vita, quel che resta di Fi…interrogato il morto…il morto sta facendo uno stage trasversale…