L’UNGHIATA DI CLITENNESTRA: 8 MARZO…DA DONNA A DONNA…

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unghiata mimosa L’UNGHIATA DI CLITENNESTRA: 8 MARZO…DA DONNA A DONNA…

Amica mia…anche quest’anno ci hai provato ed anche quest’anno, la sorte è stata clemente con l’ipocrisia di maniera… Anche quest’anno, la lotta per i diritti delle donne si è impunemente impossessata del diritto di essere partigiane, in nome di quella visione di libertà, che esclude il diritto alla parola di chi non la pensa come te, diritto che viene, ritualmente, massacrato scientificamente, a colpi di mimosa…Amica mia, ma ti viene in mente, ogni tanto, che la tua personalissima lotta, per la difesa dei tuoi personalissimi diritti, che sovente si confonde coreograficamente, con la difesa di un “presunto” diritto al privilegio, rappresenta il fatale contributo al totale fallimento di ogni battaglia, un patatrac che offre candidamente lettura di sé, nell’esistenza di un Ministero delle Pari Opportunità? Prima di reagire, piccata e con quell’atteggiamento, leggermente grossière, che adotti da qualche tempo, facendo peraltro torto a te stessa e relegando nei siti oscuri della memoria, quella classe che, io ricordo, essere stata nel tuo patrimonio genetico, e ti lasci andare a frasi fatte delle quali, purtroppo, temo, non riuscirai neppure a dolerti…(se accadesse potremmo contare sul recupero della logica e della dignità femminile), guardati intorno e adagia il tuo languido sguardo per un attimo fugace,  sull’ultima performance in cui le donne, perennemente “in lotta per i diritti di tutte” si sono esibite…Beatrice Venezi, una donna che dirige un’orchestra di musicisti, ha “osato” uscire dalla fila compatta e senza charme, in cui tu amica mia e molte altre, vi siete intruppate per non essere chiamate a dar conto individualmente del risultato…e ha dichiarato di preferire essere definita direttore d’orchestra, anziché direttrice…tu e le tue amiche del cuore e del privilegio e del fantastico dualismo, cui vi ispirate da un pezzo e mezzo, Boldrini docet, le avete quasi levato la pelle a pizzichi e a mozzichi…ma…amica mia…(detto sottovoce)…non sarà perché …graffiare e “paccheriare” una donna bella e affascinante come la Venezi, provoca un piacere sottile e perverso, sia alle donne, modello “femministe in zazzera, scarpe terribili e peletto sul mento”, sia a quelle dell’ultim’ora, insopportabili saccenti al sapor di botulino che, assieme alla carriera, hanno ereditato da papà anche la spocchia e vanno regolarmente in corteo a colpi di hashtag perché fa tendenza, dopo essere passate dall’estetista?  Lo so… lo so…hai ragione amica mia…certe cose non dovrei dirle, e soprattutto non dovrei dirle l’8 marzo…Sarebbe doveroso da parte mia, omaggiarvi con un atto di resipiscenza, infilarmi un mazzo di mimose croccanti in gola e se non riesco a soffocare subito, secondo i vostri desiderata, almeno per un po’, starò zitta…Ma…amica mia, dimmi una cosa in confidenza…dove vive il tuo concetto di parità se continui a discriminarmi, tutte le volte che esprimo un parere contrario alla massa imperante? Non si dice?,  come dovrei chiamarla: minoranza illuminata? Vedi amica mia, se ci fossimo evolute davvero, non offriremmo al mondo quotidianamente la prova che abbiamo confuso il garbo, la buona educazione, il rispetto verso l’altrui pensiero e l’altrui dignità, con il mobile vecchio del sottoscala che, non avendo neppure il pregio dell’antiquariato di classe, lo prendiamo a calci finché non arriva in discarica. Amica mia…lascia la piazza e le fiaccolate e lotta come una tigre affinché quelle donne preparate, intelligenti, con titoli da vendere e senza raccomandazioni, possano essere valorizzate nel modo giusto, chiedendo a te stessa e alle altre al contempo, dove caspita eravate, quando quelle figlie del tal ex direttore, del tal magistrato, del tal politico o semplicemente del tal accattone, truffatore, impunito, che dopo aver fregato soldi alle istituzioni continua imperterrito a lucrare, vincevano i concorsi, entravano di stramacchia nei posti di lavoro, saltando norme, regole, buongusto e pudore?…Lascia stare amica mia…s’è fatto tardi a furia di far finta di niente, a furia di essere obbligate a far finta che ci crediamo… e parti dal concetto di violenza, riflettici su ed interrogati se, ad esempio, non sia una delle peggiori forme di violenza, contro gli altrui diritti, far finta di niente, quando a saltare le tappe e a godere immeritatamente di privilegi vari, è la figlia, la nipote, la cummare di un potente che potrebbe tornare utile alla tua carriera…Pensaci su amica mia e ti accorgerai che il tempo si accorcia impercettibilmente e noi siamo in ritardo sulla verità.

1 commento

  1. Dottoressa, come è tutto dolentemente vero quello che dice. Non ci sarà mai equità se continua questa lotta sotterranea tra noi donne, inconfessabile, ma soprattutto se continua l’ascesa inarrestabile delle mogli, amanti, figlie e c… solo per il legame parentale a cui ci si lascia soggiacere passivamente ma anche a volte con lucida consapevolezza.
    Siamo nemiche di fatto e di natura. Raramente riusciamo a trovare tra noi quell’essenza detta amicizia che guarda dall’alto queste miserie. La Sua amica prenda il coraggio a 4 mani e si scuota.
    Con affetto
    Antonia

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