SCUOLA, DOPO LA RIAPERTURA AL VIA…LA ‘RICHIUSURA’

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(l.g.)- Stiamo chiusi, stiamo aperti, giusto, sbagliato, a scuola al 50% poi al 75%, ma in  questa confusione una sola cosa è certa, l’incoerenza. Giusta o sbagliata che sia stata la decisione del governo di chiudere le scuole, l’ultima volta almeno. aveva trasmesso una certa sicurezza nel mondo studentesco e, nonostante la didattica a distanza non sia certamente il massimo, ad un mese e mezzo dalla chiusura dell’anno scolastico, forzare un rientro appare quantomeno precipitoso. La dimostrazione di ciò sono i continui comunicati che ogni giorno parlano di istituti chiusi per la presenza di positivi al Covid, classi che hanno una parte di studenti positivi che si connettono dalle loro case ed una parte in aula in presenza, una situazione paradossale dal momento che non si fa altro che parlare della fortissima contagiosità del virus. E’ facile concludere quindi che i ‘superstiti’ in presenza a breve risulteranno positivi. È questo infatti ciò che sta succedendo in molti comuni della provincia di Caserta, Napoli e Salerno, le aree più colpite della Campania: la cosa più assurda è che, mentre numerosi plessi chiudono, altri da lunedì andranno in presenza al 100%. Non si tratta più di cosa sia giusto o cosa sia sbagliato, si tratta di coerenza e buon senso; se le scuole sono chiuse perché i positivi sono troppi, non si può decidere di riaprire solo perché ‘la curva sembra scendere’. Dopo un anno vissuto a singhiozzo, cosa si pensa di salvare in un mese e mezzo? Ma almeno si riuscisse a stare in classe un mese e mezzo di fila… molti istituti hanno chiuso per due settimane poi, forse, riapriranno e, se dovesse andare bene, saranno in tutto due settimane di scuola prima della chiusura dell’anno. Qual è il senso di tutto questo? Nessuno si è posto il problema delle conseguenze psicologiche sugli alunni delle scuole primarie? Nessuno ha pensato a tutelare l’equilibrio fragile dei più piccoli? Bambini che sono a casa perché risultati positivi e telefonano alle maestre scusandosi perché si sentono in colpa, i bambini dell’asilo che chiedono ai genitori ogni giorno perché improvvisamente non si va più a scuola e poi si torna e poi ancora a casa….Se si volevano riaprire le scuole, si doveva avere almeno la certezza di non dover richiudere dopo pochi giorni e certamente un ‘la curva sembra scendere’ non rappresenta una certezza. I primi a ribellarsi alla riapertura delle scuole, sono stati proprio gli studenti del beneventano che, attraverso il comitato studentesco, comunicarono che non sarebbero rientrati a scuola e che avrebbero continuato in Dad e, successivamente, in accordo con il sindaco Mastella sarebbero rientrati a scuola solo quando le possibilità di contagio fossero diventate minime. E se volessimo accennare, per vie traverse, alle categorie fragili, ai ragazzi diversamente abili, potremmo veramente ritenere l’ordinamento della scuola italiana per tutti gli ordini e gradi di scuola, veramente fallimentare per le fratture che stiamo infliggendo a queste generazioni e alle quali un giorno l’umanità intera dovrà delle scuse… covid permettendo.