OSPEDALE, IL MEMORIALE DELLA DOMENICA 147

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(f.n.) – Calato il sipario sui fasti deluchiani, sbattute la manine in onore del Governatore, eseguita la piroetta di prammatica, sullo sfondo ospedaliero, restano ad agitarsi problemi e misteri di vecchia data e svettano un paio di punti interrogativi, freschi di conio. Poiché noi restiamo ancorati all’idea che, ambizioni smodate e smania di potere, abbiano fortemente condizionato nel tempo, la vita e le sorti del nostro Ospedale, limitandone virtù ed eccellenze e premiando in taluni casi, paradossalmente, mediocrità che non avevano nulla di aureo, non possiamo fare a meno di osservare, con particolare attenzione, ciò che avviene nei momenti nevralgici del passaggio da un’èra all’altra…Sul vetrino il Dipartimento Cardio-Vascolare e il Dipartimento di Emergenza, cui afferiscono le UO di Cardiochirurgia e di Anestesia e Rianimazione, i cui direttori sono stati nominati recentemente. Quando si profilò all’orizzonte la figura del nuovo primario di Anestesia dottor Pasquale De Negri, preceduto dalla nomea di “tosto assai”e “autonomo”, furono in molti tra anestesisti ed altri operatori della sanità ad intonare un timido ma sostanzioso “assafa’, mentre la storica falangetta dei soliti anestesisti , fortunatamente la minoranza, sul tipo di quello che ebbe a dire che “ci si doveva sciacquare la bocca prima di parlare di loro”, iniziò a dar segni di evidente disagio e qualcuno che fino a quel momento aveva fatto il bello ed il cattivo tempo, approfittando della necessità oggettiva dell’Azienda di poter contare su un numero congruo di anestesisti, non riuscendo a fare il salto di qualità per piazzarsi in cima alla piramide, decise di andarsene a Pozzuoli…Ma…le recenti news puteolane riferiscono che in quella ridente cittadina del Sud, non erano dell’idea di schierarsi sull’attenti, per assecondare se non addirittura prevenire, i desiderata del giovin signore, quindi, visto che evidentemente il bravo anestesista, può avvalersi di un certo periodo di tempo per decidere, è ritornato al Sant’Anna e San Sebastiano, dove, sostenuto dal classico protettorato politico, pare si stia adoperando per ricoprire un incarico di pregio…Naturalmente… e qui veniamo al nocciolo della questione…sono proprio queste le situazioni in cui, il cerchio magico interviene con “tremenda e letale” discrezione, morbidamente lambisce le ambizioni, si offre ed offre appoggio, ordisce una strategia di accerchiamento dell’ostacolo, detta a macchia di leopardo, che converge fino al soffocamento… ed il gioco è fatto. Sono circa vent’anni che assistiamo a questa manfrina e purtroppo funziona ancora…le teste continuano a cadere metaforicamente, per stanchezza o per timore, nel silenzio assenso circostante… Eppure la carriera ed il potere, per quanto siano importanti nella vita di un uomo o di una donna, all’interno di un Ospedale, per ciò che rappresenta il luogo, dovrebbero apparire sfumati. E ci chiediamo se invece dei posti a sedere in prima fila con le gambe accavallate e la spocchia sulla punta del naso e la telefonata del politico di turno, sempre in agguato, non sarebbe opportuno, umano, qualche volta, preoccuparsi di fornire spiegazioni chiare e concrete ad interrogativi sul tipo del seguente: se un paziente, con blocco del tronco comune delle coronarie, viene operato e dopo un intervento durato oltre sei ore, viene trasferito in rianimazione cardiochirurgica e dopo essere stato osservato alle 22.30 dello stesso giorno dell’intervento, osservazione cui fa seguito la relazione del medico, è normale che dalle 22.30 alle 9.30 del giorno dopo, non vi sia stata da parte del rianimatore di turno, alcuna osservazione da registrare in cartella?, chi garantisce che il paziente sia stato osservato nel corso delle undici ore?, la cartella clinica è un documento inconfutabile e dalle 22.30 del 1 aprile u.s.alle 9.30 del giorno dopo, in cartella non c’è scritto nulla. Forse è cosi che funziona o forse no. Alle osservazioni del medico di turno, registrate alle 9.30, cioè dopo undici ore di vuoto, il paziente peraltro viene giudicato in gravissime condizioni e purtroppo morirà dieci ore dopo. Chissà che il nuovo primario della Cardiochirurgia, non dia la priorità a problemi come questo, prima ancora di lasciarsi travolgere dalle solite lotte intestine per la supremazia. Potrebbe farsi carico di rispondere al quesito…sarebbe un bel gesto e soprattutto un ottimo inizio…ma soprattutto sarebbe un ritorno alla normalità…un ritorno sensibile anche se non obbligatorio, verso quella fila sfocata di gente che aspetta una parola, una spiegazione, una scusa…una verità?, forse è troppo… ma qualcosa che le somigli…Hasta el Domingo!

2 Commenti

  1. Dottoressa cara si ricordi che oltre alla incapacità professionale i nuovi primari hanno da valutare le infezioni, l’uso abnorme di antibiotici, il non rispetto dei protocolli. Incominciassero a togliere collane e braccialetti quando entrano in servixio,a non fumare sulle scale antincendio,a non andare ai distributori automatici in divisa verde. Se ci si veste prima di entrare in terapia intensiva un motivo ci sarà oppure è solo per darsi un tono?

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