DAI PROGRAMMI AI PROGETTI…UNA SFIDA (IM)POSSIBILE?

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   –   di Alessandro Barbieri   –                                                                  Alessandro Barbieri scaled DAI PROGRAMMI AI PROGETTI…UNA SFIDA (IM)POSSIBILE?

Con l’approvazione del Piano NextGenerationEU e la definizione della Recovery and Resiliency Facility ulteriormente declinata a livello nazionale, l’Unione Europea metterà a disposizione degli Stati Membri il più ingente pacchetto di misure a supporto dello sviluppo mai finanziato in Europa. Si tratta di un’occasione unica per uscire più forti dalla pandemia, trasformare le nostre economie, creare opportunità e posti di lavoro per l’Europa del futuro.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentato dal Governo Italiano alla Commissione europea, disporrà nel complesso di più di 250 miliardi di euro da spendere entro il 2026 puntando su tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale82 miliardi saranno destinati al Mezzogiorno con un investimento significativo sui giovani e le donne.

Ho avuto modo di leggere (con interesse) il documento redatto dal “Draghi Team”, un piano corposo fondato su sei “Missioni”, sei priorità che puntano a ridisegnare l’Italia del futuro: rilancio di turismo e cultura, rivoluzione verde con sviluppo della ricerca e del sostegno dell’uso dell’idrogeno nell’industria e nei trasporti, modernizzazione e potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria, investimenti sui porti verdi, asili nido, scuole ristrutturate e cablate, potenziamento dei poli universitari e valorizzazione dei ricercatori, misure a sostegno dell’occupabilità dei lavoratori, sostegni all’impresa femminile, alle persone vulnerabili, non autosufficienti e con disabilità, e, da ultimo ma non per importanza, massicci investimenti nel settore sanitario che ha dimostrato durante la pandemia la sua straordinarietà, e, nel contempo, l’assoluta necessità di risorse per garantire davvero la salute ed il benessere di tutti i cittadini. Il Piano prevede, inoltre, un ambizioso programma di riforme per contribuire alla modernizzazione del Paese, dalla pubblica amministrazione alla giustizia, senza tralasciare interventi di semplificazione della disciplina degli appalti pubblici e la promozione della concorrenza.

In parole povere, il PNRR sembra davvero il libro dei sogni che dovrebbe trasformare l’Italia in pochissimo tempo nella Nazione che tutti desideriamo, capace di valorizzare il valore aggiunto che ha sempre distinto nel mondo la cultura e la creatività italiana. Come tutti i sogni ad occhi aperti, però, bisogna fare i conti con la realtà e, parafrasando Marzullo, una domanda nasce spontanea: “Ma se da più di vent’anni non ci siamo mai distinti in Europa per la spesa di fondi di gran lunga inferiori agli stanziamenti del PNRR, come potremo mai realizzare gli obiettivi di un programma così ambizioso ed in tempi ancora più ristretti?”.  Se la sfida appare prima facie quasi impossibile, vero è che per la prima volta il programma è guidato da qualcuno che non è subalterno alle Istituzioni comunitarie, ma anzi ne presidia ed orienta direttamente le scelte, perché professionalità, esperienza e competenza possono fare davvero la differenza. In pochi mesi Draghi, con il suo silenzio che comunica più di mille campagne informative sui social, sta dimostrando che si può lavorare seriamente, investendo in competenze ed inserendo nell’attuazione dei programmi un fattore scontato nella nostra vita quotidiana, ma invece sparito dalle attività della pubblica amministrazione: il TEMPO!!!

Per consentire l’attuazione di un quadro strategico così composito, occorre una risposta forte ed altrettanto consapevole dei territori interessati. La prassi prevede che ai programmi corrispondano in genere progetti poco coerenti con le esigenze locali perché preparati in fretta solo per rispondere ad un avviso e tentare di recuperare risorse…ma è ovvio che questa logica va assolutamente scongiurata, altrimenti falliremmo in partenza.

Per la serie dove ci sono i soldi li mi butto.

L’ambiziosa visione nazionale richiede, invece, un’identica coraggiosa visione territoriale che possa disegnare le regioni ed i comuni del futuro in un’ottica integrata che vada oltre i confini ed i campanilismi delle aree interessate. Avendo chiari gli obiettivi da raggiungere, i progetti ne saranno la naturale conseguenza, purché siano articolati in maniera coerente e fondati su un’organizzazione competente che ne garantisca l’attuazione in tempi rigidissimi.

Allora Marzullo torna in campo e le preoccupazioni sono sempre più concrete? Beh, per semplificare ulteriormente, oltre la Vision, serviranno tempi certi ed un’adeguata organization, in assenza della quale…rischiamo stavolta e definitivamente l’evaporation!