DA RAUTI AL PARTITO COMUNISTA, DAL PARTITO COMUNISTA A FIAMMA TRICOLORE… ALVITI FA GIRARE LA TESTA AGLI ELETTORI

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Di Paolo Falcombello

Quando si dice che la coerenza è la cosa più importante: nel panorama dei candidati alle amministrative di Napoli, spicca il nome di Giuseppe Alviti il quale negli ultimi anni ha dato ampia dimostrazione di non aver ancora ben capito quale sia la sua collocazione ideologica. “Oggi — ha detto Alviti — divento militante e dirigente responsabile di un importante dipartimento quello della Sicurezza e legalità, temi che mi vedono da una vita in prima linea, del Partito Comunista Italiano, siamo lieti di condividere con i compagni i motivi che ci hanno spinto a cambiare le nostre posizioni e a prendere atto dei nostri errori. E’ con questo spirito che aderisco al Partito Comunista”, questa è la sua dichiarazione quando è passato dal partito di Rauti al Partito comunista appoggiando la candidatura di Bassolino, quindi non un piccolo ripensamento politico, ma una vera e propria rivoluzione interiore… come se da domani il capo ultrà dei tifosi del Napoli si svegliasse e gridasse ‘Forza Juve’, nella sua esternazione, come se non bastasse, ha anche definito il suo immediato passato come ‘un errore’. Ma veniamo ad oggi: Giuseppe Alviti è stato nominato segretario cittadino di Napoli del movimento fiamma tricolore. Il candidato già nei giorni scorsi aveva dato segnali di questa nuova visione ideologica facendo dichiarazioni in merito al Gay Pride, comunicando a tutti che sarebbe stata opportuna una cancellazione della manifestazione, dichiarazione chiaramente non in linea con lo spirito del Partito Comunista. Alla luce di tutto questo, la domanda nasce spontanea e la potremmo riassumere come un problema matematico. Tesi: dato un politico che dichiara di aver commesso un errore di ‘ideologia politica’, che già di per sé è una contraddizione in termini, e che decide di passare dalla parte opposta, per poi candidamente ritornare, dopo qualche tempo, nel partito che lui stesso ha considerato come ‘un errore’ accettandone anche una carica. Quesito: Individua nelle varie dichiarazioni quelle che sono considerate le caratteristiche che dovrebbe avere un buon politico: Equilibrio di comportamento e di giudizio; Onestà intellettuale. A voi lo ‘svolgimento’ del problema