ELEZIONI, SUNSET BOULEVARD

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–   di Vincenzo D’Anna   –                    

Il 12 ed il 13 giugno si terranno le elezioni in diversi Comuni campani. La fetta di cittadini chiamati alle urne, per rinnovare parecchie amministrazioni locali, si annuncia cospicua. Tuttavia dovendosi, contemporaneamente, votare anche per i questi referendari sulla giustizia, tutti gli italiani saranno chiamati ai seggi in quelle stesse date. L’auspicio, pertanto, è che si riesca a sfruttare al massimo questa occasione per riformare, almeno in parte, il sistema giudiziario italiano. Quest’ultimo, infatti, è stato per anni criticato per la lentezza e le lacune dei processi fino a giungere, nel caso della giustizia civile, a tempi biblici assimilabili alla condizione di negata giustizia. Non meno i processi penali che risentono in molti casi del potere concesso ai pubblici ministeri, spesso causa di errori, abusi, negligenze e politicizzazione degli stessi. Leggi di favore per la pubblica accusa, come quella sui pentiti ed il concorso esterno in associazione o la carcerazione preventiva (intesa come strumento di pressione), hanno spesso eccitato gogna mediatiche per i malcapitati, per poi finire nel classico nulla di fatto. Il tutto sotto l’imperio del malinteso concetto di autonomia dell’ordine dei magistrati che è ormai paravento di impunità ed intangibilità perpetua delle toghe e del loro potere. Non cogliere questa opportunità sarebbe da stolti per il popolo italiano che spesso ha invocato le riforme salvo poi bocciare quelle proposte dal Parlamento e sottoposte alla ratifica popolare. Un popolo che spesso ha scelto di lasciarsi guidare dagli arruffapopoli e dai moralisti a senso unico salvo poi accorgersi che non sono il tintinnio di manette ed i processi senza prove certe a tutelare la pubblica morale. Sono ben oltre centomila le vittime della “mala giustizia”: poco meno della metà è stata risarcita per l’indebita carcerazione preventiva e diverse centinaia di milioni sono stati gli sprechi per assistere pentiti di comodo affidati nelle mani della pubblica accusa senza alcuna preventiva verifica di una parte terza. L obbligatorietà dell’azione azione penale, senza alcuna preferenza per i reati di maggiore pericolosità sociale, disperde l’azione degli inquirenti e consente loro di scegliere di celebrare quelli più graditi, nei quali la notorietà degli inquisiti procura notorietà e pubblicità da mettere, poi, a frutto per una rapida carriera. Ne consegue che oltre il sessanta percento dei processi si estingue ancor prima dell’udienza iniziale per scarsità di prove e lungaggini nella fase indiziaria. Dati allarmanti nel Paese che pure fu culla del diritto romano e di eccellenti giuristi. Per quanto riguarda, invece, gli elettori che saranno chiamati alle urne anche per le amministrative, la questione è ancora più complicata e lascia spazio alle scelte civiche, a quelle familistiche e clientelari. Anche in questa tornata saranno pressoché assenti i partiti politici tradizionali ed i loro simboli: una débâcle che conferma ormai l’inarrestabile declino di questa tipologia di movimenti personalizzati e costruiti artificiosamente, senza un portato ideale e programmatico che li possa rendere visibili e comprensibili agli occhi dell’elettore di turno. Un vuoto colmato da liste civiche messe in campo per l’occasione, ove convivono idee, propositi, ed aspirazioni differenti. Da questo bailamme saranno tirati fuori, in quanto oggetto delle maggiori preferenze, quelli che più e meglio hanno saputo accontentare i cittadini con mezzi leciti ed anche “illeciti” come le promesse di benefici da elargire. I consigli comunali saranno dei pollai tenuti in piedi solo dalla comune volontà di esigere un gettone oppure un appannaggio economico assessoriale. I dati sono eloquenti, Forza Italia assente in provincia di Napoli compare a Mondragone in provincia di Caserta, la Lega cancellata ovunque (con buona pace del Salvini leader), poco meglio la sorte per FdI, presente in tre comuni tra i quali Pozzuoli e Portici. Il partito di Giorgia Meloni forse sconta il trapasso a movimento dei conservatori e sopratutto teme risultati molto al di sotto di quelli attribuitigli dai sondaggi nazionali. Identica desolante desertificazione nel centrosinistra con il Pd praticamente ai minimi storici, presente con il proprio simbolo a Portici insieme al M5S ed a Somma Vesuviana ove però dem e grillini sono schierati l’un contro l’altro armati, in liste contrapposte. A Pozzuoli il Pd è assente e il M5S va da solo. Insomma una rarità poter vedere i simboli dei principali partiti presenti in parlamento sulla scheda elettorale. E c’è pure chi ha la faccia tosta di sussurrare in giro che l’adozione del proporzionale puro possa rivitalizzare i partiti seppure rimasti tali e quali. La verità, risaputa e confermata, è che un’era politica volge al termine e che o i partiti diventano organismi democratici e trasparenti, nella veste di enti di diritto pubblico, controllati nella trasparenza, negli adempimento degli statuti che si sono autonomamente dati e nei bilanci, da un’Autority, oppure ci ritroveremo sul Sunset Boulevard (viale del tramonto). Il pericolo e ‘ quello di poter finire nelle mani di qualche altro gaglioffo vestito da salvatore della Patria.

*già parlamentare