SAN MARCO EVANGELISTA: ANCHE I CITTADINI CONTANO!

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   –   di Davide Fusco   –                                          %name SAN MARCO EVANGELISTA: ANCHE I CITTADINI CONTANO! Il 26 luglio scorso, presso l’area industriale tra San Nicola e San Marco è andata a fuoco una fabbrica di torrefazione del caffè. Per domare l’incendio occorse un’ingente dispiegamento di forze che pomparono acqua per 24 ore.

Misteriosi miasmi

La sera  del 27 luglio l’intervento di vigili del fuoco,  carabinieri e protezione civile riuscì a domare le fiamme. Sembrava  l’agognata  fine d’un disastro ambientale, ma per gli abitanti confinanti era il principio d’una fetida via crucis. Le seguenti notti furono infatti funestate da un nauseabondo puzzo che costrinse i cittadini a dormire  con le finestre chiuse. In numero crescente espressero il loro malcontento sui social. Alcuni si limitavano a lamentarsi dei misteriosi  miasmi; altri li riconducevano alla fabbrica incendiata. L’accusa sembrava  del  tutto infondata. I  primi dati diramati  dall’Arpac erano infatti rassicuranti. Oltretutto il  9 agosto il Sindaco di San Nicola Vito Marotta, in un post Facebook sulla questione miasmi, tra l’altro, scrisse: “in un primo momento siamo stati tutti sviati dall’incendio che il 26 luglio ha colpito un’azienda privata nella zona di San Marco pensando che le esalazioni fossero una conseguenza di quell’evento ed invece il  problema attuale non proviene da lì”. Il post si concludeva esortando i cittadini a segnalare eventuali roghi alle autorità competenti.

L’invito raccolto

C’era già chi collaborava. Molte notti privati cittadini chiamavano  i vigili del fuoco di Caserta per segnalare la presenza di fiamme in fabbrica. Nel frattempo le lamentele sui social non accennavano a diminuire. A volte tali piattaforme rischiano di diventare sterili agorà. Per evitare ciò Bianca Melito propose ai lagnanti d’incontrarsi.

Il presidio

L’invito fu accolto da un discreto numero di cittadini. Alle 19 di lunedì 23 agosto, di  fronte la fabbrica s’è tenuto un presidio formato da una quarantina di persone. Gli astanti avevano appena deciso di costituire il comitato “San Marco respira” che hanno visto delle fiamme levarsi dall’impianto. Le chiamate ai pompieri sono immediatamente scattate: ad alcuni hanno risposto di non poter intervenire perché impegnati su altri fronti; ad altri che un loro intervento sarebbe stato inutile perché l’area non era  ancora stata messa in sicurezza. A questo punto i presidianti hanno  fermato una volante dei carabinieri, gli hanno mostrato l’incendio e li hanno esortati ad intervenire. I militari hanno sollecitato nuovamente i vigili del fuoco  che dopo aver domato le fiamme, hanno rivelato a tutti i presenti  che il sito ospitava una grossa quantità di materiale ignifugo che  non era stato rimosso mediante un’apposita messa in sicurezza. È la ragione dell’insopprimibile lezzo patito per un mese da un’intera comunità. In tanto ieri, dopo le sollecitazioni ai  pompieri da parte dei carabinieri, hanno preso il via le operazioni di messa in sicurezza. Per  il piacere degli storici, registriamo il ritorno degli antichi egizi. Sono appositamente approdati in Terra di Lavoro per mummificare le locali istituzioni.