OSPEDALE, L’UO DI IGIENE OSPEDALIERA…ESISTE?

0

PEZZETTA OSPEDALE, L’UO DI IGIENE OSPEDALIERA…ESISTE?(f.n.) – Molti anni fa, quando a dirigere il Risk Management vi era il dottor Giovanni Federico, a quest’ultimo punse giustamente vaghezza di avviare una indagine ai fini di uno studio specifico, sul numero dei morti in rianimazione…uno studio sulle cause di morte rispetto alle patologie, che avevano determinato l’ingresso dei pazienti in quel reparto. Parliamo degli anni intorno al 2013-2014 ma noi, eravamo interessati delle “morti per infezione” da molto tempo prima e fin dall’inizio, avevamo avuto contezza che in Rianimazione, morivano tutti per arresto cardiaco e si presume si sia arenato su questa diagnosi definitiva, anche lo studio che era nei programmi del dottor Federico. Fatto è che non ci credevamo allora e non ci crediamo oggi…ed anche se l’ex primario della Uoc di Anestesia e Rianimazione, l’ineffabile Brunello Pezza, abituato a “cummannà”, a suo tempo, ha fatto un paio di capriccetti… ha sbattuto i piedini per terra e ha negato l’evidenza, (memento slip), fino a sporgere querela, resta il fatto che una diagnosi praticamente “collettiva” di arresto cardiaco non spiega nulla, ma va bene per tutto e soprattutto rispetta la consegna del silenzio. In Ospedale si continua a morire a causa delle complicanze, rese irreversibili proprio dalla presenza di infezione. Ma una specie di associazione di mutuo soccorso omertoso, sembra aver sostituito la famosa mission, di cui ormai non si parla neanche sottovoce, per evitare i fischi. Noi invece ne parliamo perché, se quindici anni fa, consideravamo praticamente uno sconcio, far finta di chiudere la Rianimazione per sanificarla, quando in realtà, si cambiarono in quella occasione specifica, soltanto le serrature, oggi consideriamo addirittura, un doppio sconcio, venire a conoscenza che si continua a morire per infezione e si continua a tacere e a camuffare il tutto. Come fai a dimostrare che un paziente deceduto in Rianimazione, dove era stato trasportato dopo un intervento chirurgico delicato, non aveva ricevuto nel reparto di origine, le cure adeguate, tipo: sospensione di una determinata terapia in tempi utili prima dell’intervento, e trasportato quindi in Rianimazione, si era aggravato ed aveva contratto una infezione che ne aveva causato il decesso? Praticamente impossibile dimostrarlo o anche soltanto azzardare una ipotesi in tal senso, se il paziente risulta deceduto per arresto cardiaco e nessuno ha ritenuto onesto e doveroso, spiegare i motivi e le cause che lo hanno determinato. Quando si decide (in virtù delle affinità elettive che caratterizzano l’immunità di gregge al virus della pietas) che è preferibile non trasferire in cartella l’elenco dei controlli che è stato indispensabile effettuare, onde evitare che la diagnosi finale di arresto cardiaco possa destare sospetti, ce la va sans dire che diventa tutto impossibile da dimostrare ma tutto possibile da osare. E allora è appena il caso di tornare ad interrogarci sulle procedure del caso …su ciò che dovrebbe essere fatto e che magari è persino previsto dalle carte…sì ma quali carte?, avremo tempo e modo di approfondire. Alla prossima, dunque! E magari ci interrogheremo addirittura sulla reale funzione della Uo di Igiene Ospedaliera…sempre che esista, ma… esiste? Hasta la verdad siempre!