DONALD TRUMP E LA TEORIA DELLA “GRANDE SOSTITUZIONE”

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   –   di German Gorraiz López*   –                                         

La teoria del complotto del Grande Rimpiazzo risale al romanzo del 1973 “Le camps des Saints” (“Il Campo dei Santi”) di Jean Raspall in cui viene descritto il “crollo della cultura occidentale a causa di uno tsunami migratorio dal Terzo Mondo”.

latinos DONALD TRUMP E LA TEORIA DELLA GRANDE SOSTITUZIONE
Biden ad un incontro con gruppo di attivisti Latinos

Questa teoria sarebbe stata adottata come propria dal movimento suprematista bianco che denuncia che la politica sull’immigrazione di Joe Biden cerca di sostituire la popolazione bianca con immigrati non bianchi con l’obiettivo inequivocabile di porre fine al primato bianco degli Stati Uniti (White Power). Questo avrà come effetti collaterali l’aumento dell’odio verso gli immigrati, la xenofobia e gli attacchi alle persone di colore da parte dei seguaci dell’estrema destra americana. I portavoce di questa teoria sarebbero il presentatore di Fox News, Tucker Carlson che ha battezzato la politica sull’immigrazione di Biden come “The Great Replacement” (“La Grande Sostituzione”), così Tucker Carlson Tonight DONALD TRUMP E LA TEORIA DELLA GRANDE SOSTITUZIONEcome il deputato repubblicano Brian Babin che ha affermato che “i democratici stanno sfruttando immigrazione per sostituire l’elettorato statunitense con un elettorato del terzo mondo”, così 40 stati repubblicani stanno pianificando di proporre iniziative legali per sopprimere o limitare il voto delle minoranze etniche, razziali e religiose limitando il voto per corrispondenza e vietando il voto per corrispondenza.

Il declino del potere bianco

Secondo l’US Census Bureau, entro il 2043 i bianchi cesseranno di essere la maggioranza della popolazione statunitense e saranno sostituiti dalla somma della popolazione ispanica che passerebbe dai 53,3 milioni di oggi ai 128,8 milioni del 2060 e gli afroamericani, che passare dagli attuali 41,2 milioni ai 61,8 milioni previsti dalle proiezioni e secondo il Pew Research Center, la classe media (con un reddito annuo di 73.400 dollari) non sarebbe più il segmento di popolazione dominante nella società americana attuale che soffre di un lento ma progressivo declino negli ultimi 4 decenni. Così, secondo Pew, nel 1971, la classe media rappresentava il 61% della popolazione (circa 80 milioni di abitanti) mentre oggi non raggiungerebbe la soglia del 50% (49,9%) a causa della crisi dei prestiti subprime, reale motivazione dello scoppio della bolla immobiliare e del successivo crollo del mercato azionario del 2008.

Da notare che tra i “perdenti della crisi”, oltre agli afroamericani e ai latinos, compaiono per la prima volta giovani universitari indebitati e adulti bianchi over 45 senza studi universitari e con lavori a basso valore aggiunto che, dopo essere stati arruolati nelle file dei disoccupati, sarebbero finiti precipitati in un ciclo esplosivo di depressione, alcolismo, tossicodipendenza e suicidio dopo aver visto svanire il merlo del “sogno americano”, che avrebbe avuto come effetto collaterale la disaffezione di detti segmenti della popolazione bianca rispetto all’establishment tradizionale e alla loro iscrizione ai partiti di estrema destra e il numero di perdenti bianchi potrebbe aumentare dopo che l’economia statunitense è entrata in recessione nel 2022 a causa del surriscaldamento dell’economia, dell’inflazione galoppante e della peggioramento della pandemia sanitaria.

Peggioramento del divario sociale americano?

L’aggravarsi della pandemia sanitaria motivato dall’esistenza di significativi segmenti di popolazione non vaccinati (51%) e dalla Great Replacement Theory (Grande Teoria della Sostituzione) aggraverebbe la frattura sociale americana che sarebbe già costituita da 2 metà quasi simmetriche e inconciliabili e dal paradigma dello Stato del Texas, trasformato in una grancassa del White Power (Potere Bianco). biden trump 1200 690x362 1 DONALD TRUMP E LA TEORIA DELLA GRANDE SOSTITUZIONEData l’usura di Biden dopo il fiasco in Afghanistan e il possibile ingresso in recessione dell’economia il prossimo anno, non sarebbe da escludere la vittoria repubblicana alle elezioni di medio termine del 2022 che anticiperebbe un trionfante ritorno di Trump alle presidenziali del 2024.

Se confermato, segnerà una tappa storica in quanto rappresenterà la fine della democrazia formale americana sui generis e l’inizio di una forma di governo orwelliana che attingerà alle fonti del paternalismo delle dittature soft e sarà caratterizzata dal culto del leader, l’uso della disinformazione e della sorveglianza orwelliana della popolazione non bianca e il controllo rigoroso della dissidenza politica, insomma un governo autocratico o una sorta di dittatura invisibile sostenuta da solide strategie di coesione (manipolazione di massa e culto del leader) , elementi confluiti nella presidenza Trump dopo aver travolto il Partito Repubblicano.

La strategia elettorale di Trump si baserà sulla tecnica di manipolazione delle masse esposta da Edward L. Bernays nel suo libro “Crystallizing Public Opinion”, in cui svela i meccanismi cerebrali del gruppo e l’influenza della propaganda come metodo per unificare la tua pensiero. Così, secondo L. Bernays, “la mente del gruppo non pensa, nel senso stretto della parola. Invece di pensieri, hai impulsi, abitudini ed emozioni. Al momento di decidere, il tuo primo impulso di solito è quello di seguire l’esempio di un leader di cui ti fidi”. Così, la sua propaganda sarà diretta non al soggetto individuale ma al Gruppo in cui la personalità dell’individuo unidimensionale è diluita ed è avvolta da frammenti di false aspettative create e desideri comuni che la sostengono (ritorno del Potere Bianco) per cui utilizzerà i punti essenziali dell’ideologia populista: messaggi brevi e xenofobi sui social network, culto del leader e uso di fake news per far precipitare la popolazione nel dubbio esistenziale.

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Germ%C3%A1n Gorraiz L%C3%B3pez analista spagnolo DONALD TRUMP E LA TEORIA DELLA GRANDE SOSTITUZIONE
Germán Gorraiz López

*Analista spagnolo di Economia e Geopolitica. Collabora, oltre a Diario SIGLO XXI, in altri media digitali spagnoli e latinoamericani come Bottup, España Liberal, Libre Pensador, Socialdemocracia.org, Alainet, CubaNuestra, Plano-Sur.org, Entorno-empresarial.com o El Mercurio Digital.