ROMA – Infermieri eterni gladiatori al centro dell’arena, costretti più che mai, in questo delicato momento storico, a combattere una nuova battaglia dall’esito non affatto scontato. Ci avviciniamo pericolosamente a quota 6mila: infatti 5592 è l’ultimo temibile dato fornito dall’ISS. Parliamo ancora una volta di operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni, 186 operatori che si infettano ogni 24 ore, di cui ben 152 sono infermieri Senza interventi organizzativi omogenei e strutturali, quanti nuovi infetti da Omicron saremo chiamati a contare tra qualche tempo? Quanto tempo reggeranno quei pochi infermieri del SSN, da anni senza ferie, chiamati a garantire turni massacranti, esposti sempre di più a gravi fenomeni di burnout? Nel pieno di questa nuova ondata, le nostre indagini confermano, come in passato che, con il possibile raggiungimento dell’acme dei ricoveri, che hanno già superato un buon 10% di aumento in molte Regioni, ci avviamo a toccare nuovamente anche l’apice della carenza di personale. La necessità di forze nuove tocca quota 80-85 mila. In queste ore, i nostri referenti locali, ci informano di una nuova Regione, la Calabria, che si aggiunge alla lista di quelle già citate dalle nostre indagini (Emilia Romagna, Veneto, Friuli, Campania, Lombardia), è entrata nell’occhio del ciclone, con infermieri alle prese con turni massacranti e con il pronto soccorso di Cosenza nel pieno caos, a causa di una situazione già difficile legata alla cronica carenza di personale. Il giorno di natale, il pensiero del Nursing Up va ai nostri infermieri, ai gladiatori delle corsie, agli uomini e alle donne imprigionati dalle catene del pressappochismo e dell’indifferenza di una politica che è nemico ben più agguerrito della belva agguerrita della quarta ondata. Insomma, gli infermieri italiani, come gli schiavi della storia romana, imprigionati alle catene del precariato e della carenza di personale, si ritrovano nuovamente di fronte al nemico di una emergenza sanitaria che non vuole saperne di lasciarci vivere da uomini liberi. Ma a far ben più male della morsa delle catene, come accadde nella storia, è l’atteggiamento di una “platea politica” che ci volta le spalle, indifferente da tempo a quanto accade al centro della contesa». Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up. «Gli infermieri non possono più permettersi di vivere sull’orlo di un precipizio, con il rischio concreto di finirvi dentro, con l’eterno batticuore di un futuro incerto. xPerché i 23mila infermieri precari assunti durante l’emergenza restano, paradossalmente, ancora in spasmodica attesa di una stabilizzazione? Eppure, quei quasi 80 mila posti vuoti negli organici tributano un encomio fattuale al lavoro di quelli che restano, perché sono proprio questi ultimi, che ogni giorno reggono le sorti del sistema anche per quelli che mancano. In tutto ciò, Nursing Up non può non ricordare, a questo Governo, al Ministro Brunetta ed ai vertici dell’ARAN, che c’è in ballo un nuovo contratto della sanità, ancora lontano dall’essere concluso. Lo facciamo confidando che l’indifferenza “di qualcuno” si trasformi finalmente in quella necessaria consapevolezza, che solo la nostra valorizzazione potrà costituire quelle fondamenta imprescindibili, per la ricostruzione di un sistema sanitario sempre più in bilico. A 24 ore dal Santo Natale il mio pensiero e quello di tutto il sindacato che rappresento in qualità di Presidente, va ai nostri infermieri che non intendono smettere di combattere, va agli uomini e le donne su cui possiamo da sempre contare, per preparazione, per esperienza, per spirito etico. A loro possiamo affidare ogni giorno i nostri malati, i nostri congiunti, certi del sicuro impegno, della loro professionalità e della loro illimitata umanità», chiosa De Palma determinato.