OSCAR 2022, “IL POTERE DEL CANE”: UN WESTERN SUGGESTIVO E “CONTROLLATO”

0

di Mariantonietta Losanno 

Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1967 di Thomas Savage, “Il potere del cane” racconta la storia di tre personaggi: Phil Burbank, allevatore e proprietario di un ranch; Rose, nuova moglie di suo fratello, e suo figlio Peter. La pellicola segue il rapporto tra i tre – contraddistinto da odio e tentativi di manipolazione/seduzione – e ne analizza l’evoluzione. Il titolo del romanzo e del film rappresenta una sorta di “avvertimento”: “il potere del cane” sono tutti quegli impulsi profondi e incontrollabili che possono salire in superficie e distruggerci. Non solo: i numerosi cani presenti rappresentano – al tempo stesso – elementi del paesaggio e essenze della solitudine dei luoghi. 

%name OSCAR 2022, “IL POTERE DEL CANE”: UN WESTERN SUGGESTIVO E “CONTROLLATO”

Il più grande “potere” della nuova pellicola di Jane Campion – con dodici candidature ai premi Oscar 2022 – consiste nel fatto di essere disseminata di ritratti. I personaggi sono fortemente caratterizzati, compresi quelli più malvagi, inopportuni o inetti; il paesaggio non funge da semplice sfondo narrativo, ma concorre a determinare i caratteri e i comportamenti degli abitanti. Quella di Jane Campion è un’analisi psicologica e sessuale attenta – e controllata – di uomini che vivono a metà tra il selvaggio West e la moderna civiltà. La Storia fa (più) da contorno per lasciare spazio alle relazioni tra i personaggi, ai loro sentimenti e alla loro capacità di soccombere o predominare. L’adesione al genere western (lontana, ad esempio, da opere come “La ballata di Buster Scruggs”) passa in secondo piano: sono la dualità tra i due fratelli, i rapporti di genere e la sessualità, l’egoismo e la sopraffazione, a rappresentare l’anima del film. Quasi come se i paesaggi, la Storia e il genere passassero (volutamente (?) ad un livello inferiore; la pellicola si avvicina di più, dunque, a “I segreti di Brokeback Mountain” di Ang Lee. La regia si mantiene “equilibrata”: “Il potere del cane” è un film estremamente controllato, in senso positivo quanto negativo. Il maschilismo tossico viene indagato ma fino ad un “certo livello”, così come l’ambizione che si trasforma in ossessione, le vessazioni che si trasformano in desiderio di vendetta. La complessità dei temi trattati, dunque, non viene sviscerata a fondo. 

%name OSCAR 2022, “IL POTERE DEL CANE”: UN WESTERN SUGGESTIVO E “CONTROLLATO”

Lo spettatore deve compiere uno sforzo maggiore per comprendere come i personaggi si muovano tra il loro lato umano e quello animale, la loro arroganza e la loro gentilezza. Come interpretare, allora, le dodici candidature agli Oscar? Considerando, forse, il valore del “non detto”? La capacità di non voler eccedere trattando temi attuali (ancora, inspiegabilmente) dibattuti? L’espressione “Potere del cane” è tratta da un passaggio biblico (il versetto 22:20), in cui il sofferente fa appello a Dio, supplicandolo di liberarlo da un insuperabile e insopportabile dolore. Da cosa esattamente, però, (pensando al film) si cerca di essere liberati? Da valori, idee o da persone che opprimono il proprio io? “Salva l’anima dalla spada, salva il cuore dal potere del cane”: lo spettatore si interroga sul senso provando a muoversi in un labirinto che, però, al posto di incuriosire, lascia insoddisfatti.

E7BE8A90 1CAA 468B 9F96 1FAA8319A70F 300x125 OSCAR 2022, “IL POTERE DEL CANE”: UN WESTERN SUGGESTIVO E “CONTROLLATO”

Jane Campion si sofferma – senza esporsi eccessivamente – sull’importanza dell’intelligenza, dell’astuzia e dell’autocontrollo. “Il potere del cane” è un film di rancori, vendette represse o mute che, mosse dall’odio, si concretizzano. Resta, però, qualcosa che avremmo potuto vedere e non abbiamo visto: restano, in sostanza, molti “spazi vuoti”, non solo quelli del Montana.