RECALE E I BAMBINI…INTERVISTA AD ANGELO RACCIOPOLI

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   –   di Francesca Nardi   –     

Quel che resta delle parole inutili, rampicanti ostinate lungo i muri del tramonto, si perde ormai nel vento fresco del mattino, nei sospiri taciuti per pudore, nelle frange di una strana campagna elettorale che a fatica, si è snodata nel traffico convulso del nulla. Il bisogno di ritrovare la bellezza dei suoni, di scontrarsi con la corposità del pensiero diverso è estenuante …risale e ricade per mimetizzarsi con pudore, lungo i filari dei sogni e sperare…Angelo Racciopoli aveva 19 anni quando aprì uno spiraglio nell’immensità della politica, provocando l’intuizione intelligente di una comunità che 25 anni fa, decise di accompagnarlo tra i banchi del consiglio comunale di Recale. Oggi, immersi nello splendore armonico e sacrale di un momento in cui i colori immaginari della luce mattutina, trascolorano le foglie del giardino incantato di Villa Vestini, tra coreografie settecentesche e gorgheggi di un usignolo, dialoghiamo con il giovane di ieri, ravvisando i silenzi del tempo e la fede dell’uomo…un uomo giovane e la passione che trasuda dalle sue mani nervose è quella che raccontano i suoi capelli da eroe risorgimentale, le sue bretelle, quella camicia bianca e immacolata e quella frase sul cuore che s’intravede in lontananza e parla di amore, di prati e sincopa le stagioni con la risata di un bambino.