(f.n.) – La forma è sostanza e non deve essere sottovalutata, come del resto l’immagine…che è la rappresentazione visiva ed assai significativa di un’attività, di un modo di essere, di un lavoro di qualità ed anche del suo contrario, cioè della parte peggiorativa del tutto. L’immagine non è qualcosa da cui si possa prescindere, poiché la vista predispone ad un senso di serenità o ad uno stato di angoscia e di apprensione, soprattutto se è riferita ad una struttura sanitaria. Quando sostiamo ad esempio nei pressi della palazzina “grigiotopospento”, in fondo al parco, e guardiamo a quel cubo di colore ambiguo, posto all’ingresso di un’Aorn, e la fiumana delle memorie, per associazione di idee, sconvolge il presente, tremano le vene ed i polsi, mentre la valanga virtuale delle “peggio cose” delle quali la palazzina è stata teatro negli anni, ci sommerge…Per noi che nel bene e nel male, abbiamo trascorso decenni nel cono d’ombra di sanità e politica, ovviamente non c’è immagine che tenga e nessun decoro o abbellimento possibile, scrosterà di un millimetro la verità che trasuda, sovente impronunciabile, da quelle mura…ma per il resto del mondo, la famosa immagine che dovrebbe scolpire nell’altrui immaginario, la giusta impressione, è importante e sicuramente quel palazzotto incolore, ispirerà al visitatore o paziente occasionale, l’idea di una rassicurante organizzazione, anticamera della qualità e dell’eccellenza. Se non si svicola da nessun’altra parte e siamo, per caso, nel giorno fortunato, in cui le cartacce bisunte, sono state, casualmente, spazzate dai prati e magari la notte prima è piovuto, chi arriva, rigorosamente all’imbrunire, potrebbe addirittura pensare che: qui sì che sanno cosa significa ordine… ma nessuno dovrebbe, come abbiamo appena detto, infilare vie traverse o viottoli, né lasciarsi incantare dallo spirito di avventura e piombare magari, dove una volta c’era la vasca dei pesci rossi, perché lì, ahinoi, correrebbe il rischio di mangiarsi in un solo boccone d’aria, tutta l’immagine possibile…Quindi dicevamo che, se siamo fortunati, l’immagine potrebbe anche essere salva con una spazzatina qua, due spennellate là, sperando che il grosso della munnezza, non ricada proprio sull’area percorsa dal visitatore o paziente occasionale, il quale dovrebbe essere così cortese da percorrere una via diritta, senza guardarsi intorno, dall’ingresso alla hall e ritorno…così siamo tutti tranquilli e possiamo continuare a raccontarci bugie sul buono e sul bello, n’est pas? Naturalmente noi desideriamo che il nostro Ospedale salvi la faccia e riesca ad offrire di sé, la migliore impressione e che si raggiunga lo scopo di non far parlare troppo male di noi, oltre le mura, quindi, almeno una ramazzata cerchiamo di darla…Ma…ecco che quando tutto l’ambaradan sembra funzionare e pensiamo infine di essere riusciti a darla a bere al visitatore o paziente occasionale, grazie al bel quadro di lontananza costituito dal prato, le aiuole e la palazzina opaca…ecco che con una bella giacca colorata e motorizzato arriva il portatore di pasto proibito e succulento per il lavoratore affamato che, mascherina pendula e divisa verde, si è lanciato in corsa direttamente dalla sala operatoria per incontrare romanticamente, il nutrimento quotidiano…Certo che se dovessimo giudicare da questo stralcio di vissuto ospedaliero, il rispetto e la considerazione che, da quelle parti nutrono nei confronti delle disposizioni del Dg Gubitosa, sarebbe il caso di dire: scusate, belli de casa, ma…non avevate disposto diversamente?, a voi sta bene così? Ma…vedete…persino la faccenda, sia pur grave, della mancanza evidente di rispetto, tutto sommato diventa marginale, se si pensa che quella divisa da sala operatoria richiama alla mente le famose infezioni ospedaliere…e soprattutto lady Cio, così permalosa e supponente…Lady Cio la regina della prevenzione in attesa del Sitra…Ebbene… il controllo dov’è, e non crediamo che qualcuno, possa avere sottomano una pezza a colori da mettere su questa foto, non è vero?, perché contribuirebbe soltanto a coprirvi di ridicolo…tutti senza eccezione alcuna. Quiondi possiamo concludere con uno slogan: Aorn, dal produttore al consumatore non consenziente, senza rispetto, senza cautela, senza riguardo, senza prudenza …ma con lo pseudomonas a portata di mano….Evvvai! Hasta la vista companeros!
Dr.ssa, a prescindere che è tutto vero e che non deve essere fatto, la colpa è sempre del “capo”.
Si fanno gare con la lavanderia sempre a ribasso e l’ultima è quella che non danno la divisa bianca a chi sta in sala operatoria (solo quella verde, vedi s.o. maxillo). Come fa quel dipendente a uscire ?
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