(f.n.) – Se si dichiara il falso, è più che giusto che si venga denunciati o querelati ma, se le dichiarazioni, considerate offensive o peggio ancora, false e mendaci, rispondono al vero ed ovviamente, la persona che si dichiara offesa e che non può non conoscerne la veridicità, per quale motivo si viene querelati o denunciati? Nel corso degli anni, e sono tanti davvero!, capita che un giornalista “querelato” si interroghi sulle motivazioni a monte di una denuncia che, a parere dello stesso giornalista, non avrebbe motivo di essere…allora quel giornalista, capita che provi a fornire a se stesso, una risposta logica…ed inizi, mettendosi nei panni di chi si considera offeso e quindi, ipotizzi: la rabbia per essere stati scoperti, è tale da offuscare la lucidità del ragionamento?, poiché quel giornalista ha bisogno di una lezione, adesso lo facciamo ballare un po’ sulla corda?… Infatti, setacciando un articolo impegnativo, sarà assai facile, trovare elementi che, i presunti offesi, ciascuno per la propria parte e secondo il proprio grado di sensibilità, considereranno offensivi…Innumerevoli parole, frasi o modi di dire, possono diventare offensivi, se dall’altra parte fa difetto la consapevolezza, molto può essere utile allo scopo, ad iniziare magari da una metafora o dal tono ironico dell’assunto. In un Paese in cui, mentre si erigono mausolei virtuali ad un Saviano, che insulta ed esprime giudizi in libertà, in una sorta di sacro silenzio assenso circostante, interrotto al momento opportuno da applausi scroscianti, e si manda virtualmente al rogo, dopo averlo esposto al pubblico ludibrio chi, tra noi giornalisti, cita il vezzo di un dirigente della sanità pubblica locale, di mettersi le dita nel naso…ebbene non provoca alcuna meraviglia che un giornalista, senza protezioni (per il semplice motivo che non le ha cercate), sia destinato ad essere esposto alla gogna del potere… quel potere allargato e infido che te lo trovi addosso, nei luoghi più impensati. Detto questo, si dà per scontato che una querela o una denuncia, non provochino nel destinatario, nulla che possa somigliare ad un entusiasmo incontrollato, ma nella maggior parte dei casi, siano invece una grossa seccatura, in alcuni provochino meraviglia ed in altri abbiano addirittura un effetto scontato, nel senso che erano state considerate prevedibili, conoscendo a priori la portata delle reazioni, dell’interessato di turno…Ciò che la querela e la denuncia non provocano invece, nel giornalista intellettualmente onesto e quindi disinteressato e pertanto incosciente, è la preoccupazione …che invece dovrebbe essere prioritaria, visto e considerato il Paese di cui sopra, quello che ci giudica secondo il tipo di coscienza che fa tendenza, al di là delle buone intenzioni che si perdono nella notte dei tempi… Ce la va sans dire che la querela o la denuncia, possono essere presentate contro una persona, il giornalista in questo caso, anche soltanto per provocare nel destinatario, la reazione più comoda per la presunta vittima, quella di addivenire ad un accordo, prima che le cose vadano troppo avanti e precipitino, decidendo di sanare tutto, lasciando che il tutto torni ad essere com’era prima della pubblicazione dell’articolo incriminato. Ma, a questo punto, è appena il caso di dire che la reazione del giornalista, non è poi così scontata…nel senso che non tutti i giornalisti reagiscono nella stessa maniera…Ognuno di noi ha un percorso diverso, cui riferirsi ideologicamente…Vi sono quelli che fanno le vacanze in costiera e chi le fa in montagna. Ed i loro destini alla fine del gioco saranno sicuramente diversi… Vuoi mettere i limoni della costiera e la colatura di alici di cui si nutrono gli indigeni coronati, sempre a disposizione come capi tribù, con le pietre di montagna e le stelle alpine, così belle ma così ruvide e rare per non parlare di quei rustici guardiani della baita sempre così scontrosi?… La nostra linea ad esempio è, lontana dal mare e dalla montagna, in ogni caso è quella di perseverare nel giusto, quel giusto che non si deve raccontare in giro e che gli altri chiamano errore. La nostra reazione, infatti, visto l’impegno che abbiamo profuso, nella ricerca del materiale che costituisce la prova a monte di un articolo scomodo, che qualcuno considera offensivo e pertanto ci querela o ci denuncia, è quella di andare avanti ad ogni costo, fino al momento in cui, la verità, quella vera ed autentica e quindi la più complicata sempre ed anche la più squallida, emergerà in tutto il suo lucido fulgore…Chi dovesse ritenere che sia un atto di ingenuità sperare che la verità si possa ancora salvare, mostrerebbe uno scarso senso del tempo e non terrebbe il karma in alcun conto…commettendo un terribile peccato di presunzione. Hasta la vista!