PARI OPPORTUNITA’, MAURIZIO DEL ROSSO PROPONE IL RICONOSCIMENTO DI GENERE ANCHE NELLA GRAMMATICA DEL CONSIGLIO COMUNALE

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maurizio del rosso 300x262 PARI OPPORTUNITA, MAURIZIO DEL ROSSO PROPONE IL RICONOSCIMENTO DI GENERE ANCHE NELLA GRAMMATICA DEL CONSIGLIO COMUNALECASERTA – Con l’espressione “pari opportunità” nell’ambito degli interventi di promozione dei diritti e delle libertà fondamentali, particolare attenzione è stata posta negli ultimi anni anche alle forme linguistiche e grammaticali per il riconoscimento del genere con l’obiettivo di favorire un ambiente più inclusivo di tutte le differenze a tutela delle persone in generale e delle persone LGBTQ (Lesbiche Gay Bisessuali, Trans, Queer).


Su questa base il consigliere di opposizione Maurizio Del Rosso ha presentato un emendamento modificativo al nuovo Regolamento per il funzionamento della Commissione Pari Opportunità, proponendo la sostituzione della parola “consigliera” con “consiglierə”, vale a dire utilizzando 
lo schwa, il cui simbolo fonetico è appunto [ə], proprio per evitare abusi di genere anche nella lingua scritta, considerando che chiunque in seno al consiglio, appartenente a qualunque genere sessuale, può far parte di una Commissione Pari Opportunità.

“La motivazione della richiesta di sostituzione non e’ assolutamente strumentale – precisa il consigliere – o ostativa alla rappresentanza delle donne nella commissione, ma trattandosi di un testo non soggetto a modificazioni continue, si evidenzia la necessità che il regolamento venga aggiornato e sia oggi piu’ inclusivo evitando esclusioni di soggetti diversamente non rappresentati.

L’approvazione di questa modifica costituirebbe anche la possibilità di un primato, il Comune di Caserta infatti potrebbe essere la prima amministrazione comunale d’Italia ad aver adeguato un regolamento interno grazie ad un’azione di destrutturazione degli stereotipi di genere in un testo scritto formale del proprio apparato burocratico, favorendo un ambiente più inclusivo di tutte le differenze.

Un piccolo simbolo per prevenire discriminazioni socio-culturali derivanti da alterità di genere anche e soprattutto in ambito istituzionale”, conclude Del Rosso.