CASERTA – Comunicato congiunto di Centro Sociale Ex Canapificio, Comitato Città Viva, Italia Nostra Sez. Caserta, Lipu Caserta, Spazio Donna, GreenCare Caserta, Legambiente Caserta, Uisp Caserta, Lab. Millepiani, Comitato Villa Giaquinto, Cittadinanza Attiva Caserta, ArciCaserta, Asd Hermes Roller: Il quartiere Acquaviva di Caserta è abbandonato a sé stesso da decenni ed ora che finalmente stanno per arrivare 14,5 milioni di euro (fondi PINQUA: Piano Innovativo Nazionale Qualità dell’Abitare, del Ministero per le Infrastrutture) per migliorarne la qualità della vita, i residenti non vengono presi in alcuna considerazione.
Sono diversi gli interventi previsti dai fondi Pinqua, i cui lavori dovrebbero partire entro il 2023, ma ben pochi di questi vanno davvero nella direzione di un quartiere sostenibile, e alcuni di questi sembra vadano in direzioni opposte a quelle previste dalla normativa nazionale.
C’è grande preoccupazione per il parcheggio che dovrebbe nascere sotto l’area comunale del Centro “Oasi” in via Feudo di S. Martino che provocherà il taglio di circa il 50% degli alberi attuali. Un parcheggio interrato, realizzato in una strada che ad oggi accoglie già 3 parcheggi e un’area di sosta, che da solo porta via quasi il 40% dell’intero finanziamento del Pinqua. C’è allarme per il mancato inserimento dei cortili delle case popolari di via Trento nella progettazione attuale: un obiettivo considerato prioritario dalla normativa ministeriale del Pinqua, eppure totalmente disatteso dal Comune di Caserta. Nessuno conosce lo stato attuale della progettazione, motivo per cui ad oggi sono state protocollate 11 richieste di accesso agli atti da parte delle associazioni cittadine, un accesso agli atti e una interrogazione da parte di 3 consiglieri comunali complessivamente.
Poco o nulla si sa anche sui due progetti “sponda”, non finanziati dal Pinqua ma ad esso collegati: la realizzazione di alloggi in area Saint Gobain (dai 300 ai 1200, secondo le informazioni emerse finora dall’Amministrazione) e la privatizzazione dell’area comunale di 6 ettari “Le Casermette” in viale Carlo III, per realizzarvi un centro sportivo. In una città con livelli record di consumo di suolo (25%, rapporto Ispra 2022), con un Piano Regolatore fermo al 1987 e un Preliminare di Puc datato 2017 mai reso definitivo, questi progetti comunali appaiono come l’ennesima speculazione edilizia che dall’alto viene calata su territori già compromessi e devastati, malgrado lo stop al consumo di suolo sia un altro pilastro fondamentale della normativa nazionale del Pinqua.
L’Amministrazione Comunale non ha tenuto in alcuna considerazione l’insieme di proposte elaborate dall’associazionismo in fase di progettazione, avviata nel 2021. Da allora, numerose e forti sono state le richieste da parte di diversi enti del territorio, laici e religiosi, di costruire un vero processo di ascolto con la cittadinanza, attivissima nel quartiere Acquaviva, affinché il PINQUA potesse diventare realmente un’occasione di miglioramento della qualità dell’abitare. Tra le proposte disattese, anche la realizzazione di spazi aggregativi per ragazzi e persone della terza età.
I fondi del PNRR, da cui nasce il Pinqua, sono una grande opportunità, ma casi come quello di Caserta ci ricordano il rischio di sprecarli o, addirittura, di usarli arrecando danni sui territori con scarsa trasparenza e nessun coinvolgimento della popolazione. Il Comune di Caserta ha finanche approvato, nel marzo del 2022, la Delibera di Giunta n.77 per istituire il Tavolo di ascolto delle parti sociali per i progetti del PNRR, ma questo tavolo non esiste ancora.
La partecipazione non si verifica, il consumo di suolo continua, la pianificazione urbanistica latita, i bisogni dei più deboli vengono ignorati. Un vero peccato. Speriamo di riuscire ad invertire questa tendenza dannosissima. Il presidio di giovedì 23 febbraio è il prossimo appuntamento di mobilitazione civica e di sollecito all’Amministrazione Comunale.