PERICOLOSE TRACCE DI FASCISMO NELL’ANTIFASCISMO…

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–   di Francesca Nardi   –                       

passo oca PERICOLOSE TRACCE DI FASCISMO NELL’ANTIFASCISMO…In una notte lontana nel tempo e nella memoria, bruciando migliaia di libri, i nazisti pensarono di distruggere tutta la cultura che consideravano antitedesca, per motivi politici e razziali…bruciarono in contemporanea ogni parola pronunciata improvvidamente ed ogni sospiro libertario…poi, non potendo bruciare il pensiero, bruciarono gli uomini e le donne ed i bambini…Molto più tardi, il mondo inorridì, dinanzi alla barbarie, mostrando il raccapriccio della prima volta di cotanto orrore, ma… nella civilissima America e non solo, l’orrore aveva preceduto l’orrore sullo stesso sentiero…Le “nobili” cause rese fluide dal sangue innocente versato, cavalcano nel tempo con orgoglio, la ferocia degli uomini e delle donne, senza distinzione alcuna. Poi, le mareggiate del nulla hanno cauterizzato le domande, scavando voragini nel pensiero collettivo. Oggi, l’evanescenza culturale, l’insulsaggine dialettica, l’assenza di vocaboli e la pingue ignoranza di ritorno di alcuni e l’ignoranza secca di altri, riscoprono l’unico modo e l’unica maniera loro congeniale, di apparire informati, presenti, coraggiosi e soprattutto “colti”…l’unico modo e l’unica maniera che, de facto, consentirà ad una parte politica e ai suoi aficionados, di fare esattamente ciò che crede, dire esattamente ciò che vuole, consentirsi esattamente tutte le libertà dialettiche che ritiene opportune e restare impunita…La ricetta è sempre la stessa e da sempre devastante e liberticida…indossare la medaglietta di antifascista e scendere in piazza, nelle scuole, nelle aule, nei tribunali, nei palazzi istituzionali urlando all’occasione e tacitando laddove, secondo la loro illuminata ratio, vi sia da tacitare, urlando la parolina chiave, magica, il lasciapassare per l’inferno: fascisti!…Da quell’urlo in poi per gli autori è tutto gratis! Ma la violenza più sottile, perversa, apparentemente innocua e stralunata, pronunciata con candore e talvolta, addirittura, mestizia, è quella che non urla, che non condanna, che non ti chiama “fascista”…la violenza più tremenda perché nascosta e ben simulata nella gentilezza dell’assunto, è quella che giudica il tuo pensiero pubblicamente, nel tentativo di ricevere consensi e di sollevare una condanna generale contro di te….è quella della consigliera nazionale del Pd, già presidente del Pd casertano, che critica inorridita, le parole che il senatore Cottarelli ha pronunciato in una intervista, giudicando gratuitamente il suo pensiero e bocciando le sue opinioni…A nostro modesto parere, ciò che con disprezzo evidente, si condanna come “fascista”, nasce probabilmente con sottile perfidia, nel giudizio pubblico, peraltro non richiesto, pronunciato nei confronti di un economista in questo caso, che non doveva consentirsi il lusso di esprimere una opinione differente da quella “illuminata” della componente del consiglio nazionale del Pd, già presidente provinciale dello stesso, né tantomeno essere d’accordo, con le proposte “indecenti” di Valditara, né avrebbe dovuto il senatore Cottarelli, permettersi di tentare di abbattere il consenso ottenuto dalla Schlein!…Decisamente l’incredibile certezza di essere sempre e comunque nel giusto e l’abitudine alla doppia velocità e alla doppia misura, sono talmente radicate nella sinistra, da provocare la pericolosa perdita di cognizione e misura, oltre che l’elementare rispetto che si deve all’opinione di chiunque, ma proprio di chiunque… In verità, in questa gragnuola di colpi assestati uno dopo l’altro, in un comunicato ufficiale, vi sarebbe più di un motivo, se la situazione fosse capovolta, per dare della “fascista” all’autrice del comunicato e a tutti coloro che sulla scorta di una stranissima autolegittimazione a fare ciò che vogliono, provocano, insultano, minacciano quotidianamente con il chiaro ed inequivocabile intento, di far saltare i nervi a chi subisce e che alla fine, sbagliando enormemente, reagisce. Giorgia Meloni, a nostro avviso, ha fatto l’errore più grave per un politico… quello di credere che in questo Paese, fossero maturate le condizioni per un confronto acceso ma onesto e che vi fosse ancora qualcuno, in grado di riconoscere qualità e pregi, persino nell’avversario…Giorgia Meloni porta su di sé il peso immane, della sua onestà intellettuale, che non le ha consentito di calcolare che queste brave persone che parlano di libertà, uguaglianza, passione sociale, che oggi ti chiamano “assassino” con incosciente ed ignorante facilità, non le avrebbero consentito di pronunciare una sola frase, senza commentare con disprezzo quell’eventuale secondo, terzo e quarto fine, che ritengono essere in agguato dietro le quinte…Ci chiediamo quale sarebbe la reazione degli urlatori a senso unico, se a qualcuno pungesse vaghezza di elencare con dovizia di particolari e riferimenti chiari ed inequivocabili, l’elenco interminabile di soprusi e violenza e terribili ed impronunciabili torture con relativi nomi e cognomi, che molti di coloro che si sono rifatti una verginità post bellica e girano ancora “vecchi e bbuoni” con le medaglie in petto, portano ben nascosti su quella che qualcuno chiama coscienza, cosa succederebbe….ve lo diciamo noi…Poiché al peggio non v’è mai fine, il solito Catone si ergerebbe a bacchettare il “fascista” che non porta rispetto neppure alla storia e che infierisce sui vecchi…Appunto…rispettiamo la storia, tutti, e non infieriamo sui vecchi. Mettiamo “tutti insieme” una pietra sul periodo terribile della guerra e su quello atroce del primo dopoguerra. Evitiamo di rileggere la storia per il bene di tutti e pertanto, riteniamo che, chiamare fascista qualcuno e comportarsi esattamente come un fascista, sia da imbecilli patentati e tra l’altro la definizione è talmente inflazionata da rendere chi la pronuncia davvero un poveraccio/a privo/a di fantasia, oltre che di memoria. Hasta la suerte!