Ospedale, il Memoriale della Domenica 258

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memoriale ok 300x204 Ospedale, il Memoriale della Domenica 258(f.n.) – Una volta, tanti anni fa, quando i direttori delle UO dell’Aorn di Caserta, si chiamavano “primari” e la definizione evocava di per sé, camici immacolati, figure impeccabili e divise perfette, un alone quasi immacolato in cui si fondevano ordine, eccellenza, silenzio e rispetto…una volta, tanti anni fa, quando i direttori avevano un ruolo definito, nel senso che vivevano la loro funzione intimamente, percependone ogni particolare e dovere, l’ordine all’interno dei reparti era un biglietto da visita imprescindibile…il reparto poteva anche essere vecchio e mal restaurato, ma il corridoio ampio e lungo doveva essere illuminato dai riflessi del marmo lucido, terso, sgombro di qualsiasi cosa, figuriamoci i carrelli e le barelle!…Una volta, tanti anni fa, ce la va sans dire che nessuno perdeva acqua santa in luogo del sudore e le “cofecchie” esistevano ugualmente, ma…a nessuno sarebbe venuto in mente di fare della sciatteria a 360°, il sistema stesso in cui venivano frullate e regolarmente sputate educazione, rispetto e garbo, nonché regole e norme, dalle più semplici ed elementari a quelle più gravi e che nessuno si sarebbe azzardato, a quei tempi, neppure a sognarsi di eludere o violare. Oggi, che le restrizioni Covid hanno consentito di ritornare al “liberi tutti” privo di qualsiasi controllo, in modalità Ospedale new generation, ogni tanto facciamo un giro per il nostro Ospedale…ed è allora che i paragoni nascono spontanei e ti stracciano le pareti dello stomaco… A prescindere dagli spazi esterni che sono ridotti in un vero e proprio porcile, della cui coreografia nessuno sembra interessarsi più di tanto…il dramma paradossale che emerge chiaramente, si evince, dopo aver girato e confrontato in perfetta tranquillità, visto che ogni qualvolta hanno tentato di impedire le nostre passeggiate, hanno dimostrato una scarsa propensione alla riflessione strategica, utilizzando metodi assai rudimentali, che non hanno sortito alcun effetto….sembra infatti che da parte di qualcuno esista la chiara e disinteressata, nonché onesta volontà di fare le cose nella maniera giusta, il tutto fatalmente disintegrato dall’incuria e dalla nefasta negligenza cronica, di chi non ha capacità, ma neppure il senso di elementare responsabilità di collaborare e condividere la necessità di riportare il nostro Ospedale, all’altezza della sua qualifica. Esempi banali ma assai significativi di una contraddizione perniciosa in progress, di cui la sacra Trimurti non ha contezza, e poi… perché mai dovrebbe? Davanti al padiglione D vi sono alcune belle panchine ma…un signore anziano per potersi sedere l’altro giorno, ha dovuto sporcare il fazzoletto di nerofumo, utilizzandolo per pulirla…perché la polvere “dei secoli” di quel colore era diventata…Alle 9 del mattino, i cestini che pur ci sono…sono pieni zeppi e debordanti, mentre quattro addetti si stanno rilassando a mezza scala, fumano e chiacchierano… Pare che ci siano i lavori in corso…ottima iniziativa ma… per installare una segnaletica indispensabile, si deve “pensare” , riflettere sul fatto ed assumersi responsabilità, n’est pas? Già… è proprio così. La differenza tra ieri e oggi è una sola…A proposito della “costantecofecchia”, di cui sopra, possiamo affermare senza pericolo di essere smentiti, che la differenza tra i politici di oggi e quelli di ieri, quelli che (un’altra costante) proprio non riescono a non mettere le mani sulla Sanità, sistemando ai vertici delle Aziende, persone di fiducia che, hanno l’unico compito di sistemare i vari raccomandati dei vari grandi elettori o pescare dal vivaio “dei cumpari e delle cummari” sempre brulicanti, la differenza dicevamo, consiste soltanto nel senso di responsabilità e di opportunità, nella giusta considerazione della forma che diventa sostanza ed anche in una buona dose d’orgoglio e amor proprio che, a conti fatti non guastava …e chi aveva il potere di piazzare amici, comparielli e cummarelle e cose del genere, nei posti chiave, non si sarebbe mai sognato di sistemare in un Ospedale, un primario che non fosse all’altezza e lo facesse vergognare e maledire nel tempo…né si sarebbe mai verificato che nei concorsi si facesse davvero scempio della correttezza e del rispetto, verso chi dall’esterno guardava , in molti casi subiva e avrebbe inevitabilmente giudicato. Il controllo e la misura nell’uso del potere, non dovrebbero mai scadere di livello, a meno che i potenti di turno a qualsiasi livello, non tengano in alcun conto la probabile sentenza “di quaqquarraqqua” che il tempo mancherebbe di consegnargli. Intanto noi abbiamo girato in piena tranquillità (e non è la prima volta) e passando per la Cardiologia universitaria, la Gastroenterologia, la Geriatria, la Medicina, la Neurologia, la Chirurgia oncologica, l’Ortopedia, l’Ostetricia, la Neurochirurgia, l’Urologia…abbiamo notato che dappertutto c’era qualcosa che non quadrava…Abbiamo girato e nessuno ci ha chiesto nulla, abbiamo parlato con i pazienti e avremmo persino potuto introdurre qualsiasi cosa…nessuno se ne sarebbe accorto. Intorno all’ora di cena abbiamo persino notato che qualche paziente non mangiava il vitto dell’Ospedale, ma ciò che avevano portato da casa, peraltro ore prima, i loro parenti. In alcuni reparti la sensazione di sporco è evidente ed è percepibile non soltanto attraverso lo sguardo e l’olfatto ma…come si dice volgarmente “a pelle”. Il velo di polvere sul linoleum azzurro, all’interno di un reparto è il chiaro segno della strafottenza di una caposala che, invece di controllare e coordinare le attività del reparto, se ne va in giro a prendere un bel caffé ristoratoren con la collega di un altro reparto…Avremmo potuto dedicare il Memoriale di oggi al golden boy che sta per fare le consegne al subentrante ff Matano, oppure al parcheggio che, in verità… merita!, o ad un grave episodio dal quale scaturiscono una serie infinita di domande, alle quali, quando pubblicheremo, nessuno risponderà…ma il bello di questa Sacra Trimurti è proprio questo…ti offre tutti i giorni sul piatto d’argento le motivazioni giuste ed inconfutabili per definire la loro gestione un fantastico fallimento. Avremmo potuto parlare di una infinità di cose, ma ricordare ogni tanto che c’è stato un tempo in cui, ricoverarsi al Sant’Anna e San Sebastiano era una scelta, aiuta a non gettare la spugna. Hasta el Domingo!

1 commento

  1. Bhe vorrei ricordare loro che i giardini vanno innaffiati, gli spazi esterni lavati così come le scale. Per non dire dei vetri delle finestre. Vorrei ricordare loro quando avevamo un bar per prendere un caffè spezza mattinata o una mensa per socializzare a fine turno. Vorrei ricordare loro quando potevi chiamare in amministrazione e i colleghi si mettevano a disposizione perche “tu eri un sanitario” e non potevi spostarti quindi loro facevano di tutto per risolvere il problema ed invece adesso fanno di tutto per crearlo il problema. Vorrei ricordare loro quando in provveditorato c’era la signora Lucchini e la signora Festa alle quali bastava dire ” abbiamo bisogno di ..” e il resto era impegno loro a farlo avere il prima possibile. Ricordo un 14 agosto che ci serviva un presidio urgente, fecero tornare l’informatore dal mare in costume a portarcelo perche tutto era chiuso e a noi serviva. Vorrei ricordare loro che una volta, non molti secoli fa, il nostro ospedale era fatta di uomini e donne che non badavano al badge avevano un foglio firma che si dimenticano pure di firmare perché amavano il loro ospedale ed il loro lavoro. Una volta era l’ospedale di Caserta …ora è l’azienda ospedaliera, una volta c’erano uomini e donne che ci lavoravano ora ci sono professionisti che hanno dimenticato forse che lavorano con materiale umano. E specie in amministrazione dovrebbero capirlo

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