CASERTA – Quando si lavora bene, qualche volta si vedono i frutti del proprio lavoro. Il Consorzio Asi sta portando avanti il progetto di reinserimento sociale dei detenuti, frutto del Protocollo “Mi riscatto per il futuro”, sottoscritto con il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria nel 2019. In estrema sintesi i detenuti degli istituti penitenziari di S. Maria C. V., Aversa e Carinola vengono impiegati in attività di lavoro di pubblica utilità nelle aree industriali. Sono stati già completati due cicli di percorsi formativo-professionali che hanno visto la partecipazione di circa 100 detenuti. Oggi la presidente Asi Caserta, Raffaela Pignetti, pubblica questo post…
Ho appena ricevuto questo messaggio che da’ l’idea di cosa siamo chiamati a fare quando rivestiamo un ruolo istituzionale. Essere un esempio positivo, costruire percorsi che per i giovani possano essere modelli, fornire una visione, una opportunità. Grazie a questa giovane ragazza so che la mia “mission” è sulla strada giusta.
“Salve dottoressa, mi ritrovo qui a scriverle dopo aver letto un articolo su di lei, forse spinta da quel briciolo di speranza che qualcuno finalmente sposi la mia causa, mi presento sono *******, figlia di un detenuto, attualmente recluso nel carcere di *****, ho 27 anni e due splendidi bambini che riempiono le mie giornate, eppure c’è una piccola parte nel mio cuore che rimane irrisolta, da che io abbia memoria mio padre è uscito ed entrato da varie carceri sparsi in tutta Italia, essere figlia di un detenuto non è stato semplice, il pregiudizio è un peso con cui, sia io che le mie sorelle, abbiamo imparato a convivere sin da piccole, nonostante questo l’idea comune di detenuto e la lontananza fisica, non sono riuscite ad ostacolare quell’istinto primordiale di amore per un genitore, io amo mio padre nonostante sia a conoscenza dei suoi errori (per reati minori), io credo in lui, credo nella sua redenzione e sono sicura che con il giusto aiuto lui possa farcela, da quando la sua pena è scesa sotto i 3 anni sono alla ricerca di associazioni, progetti di volontariato, progetti di reinserimento, ricerche che purtroppo non hanno prodotto frutti! Vede io vorrei dimostrare a mio padre che c’è vita oltre quelle mura che il suo futuro è nelle sue mani e che anche lui può essere utile, donando il suo contributo alla società! Vorrei che uscisse da quel mondo anestetizzato delle carceri per affacciarsi alla vita che lo aspetta fuori, vorrei donargli un assaggio di vita, di speranza, di libertà! Vorrei che questi anni di carcere gli servissero ad essere rieducato, ad essere avvicinato alla cultura, la detenzione per i reati minori dovrebbe servire proprio a questo, la punizione fine a se stessa, la semplice applicazione della legge e la conseguente assegnazione di una pena, sono processi troppo meccanici, che non permettono di vedere al di là dell’errore, non permettono di analizzare il singolo, facendo “di tutta un’erba un fascio” senza considerare che l’errore è umano, e che la redenzione e il perdono fanno parte della nostra natura e non sono solo dottrine religiose. Non so se leggerà mai questo messaggio e se potrà mai aiutarmi, ma non importa mi è stata d’aiuto questa sera anche solo nel potermi sfogare attraverso questo messaggio lunghissimo, le auguro una buona serata, e passerò la mia con una piccola speranza nel cuore!”