Settembre segna per milioni di studenti italiani il ritorno sui banchi di scuola, un evento atteso che porta con sé emozioni contrastanti: la gioia di rivedere i compagni, la curiosità per le nuove materie e insegnanti, ma anche l’inevitabile stress per le sfide che l’anno scolastico comporta. Tuttavia, per alcune famiglie, l’inizio dell’anno scolastico è accompagnato da preoccupazioni ben più complesse, legate alla reale inclusione dei loro figli disabili, inclusi quelli con disturbi dello spettro autistico.
L’inclusione scolastica è un principio sancito dalla legge italiana, che prevede il diritto per tutti i bambini, indipendentemente dalle loro capacità o disabilità, di frequentare la scuola pubblica e di essere supportati nell’apprendimento. In teoria, ogni bambino dovrebbe avere la possibilità di partecipare pienamente alla vita scolastica, di apprendere secondo le proprie capacità, e di sviluppare le proprie potenzialità in un ambiente che lo accolga e lo sostenga: la realtà spesso si discosta da questa visione ideale. Molti genitori di bambini con disabilità e in particolare di bambini autistici, segnalano difficoltà significative nel percorso scolastico dei loro figli.
Queste difficoltà vanno dall’inadeguatezza delle strutture scolastiche, alla mancanza di personale specializzato, fino alla scarsa preparazione degli insegnanti nel gestire situazioni problematiche e difficili legate allo spettro autistico.
Uno dei principali ostacoli all’inclusione reale è la carenza di risorse.
Molte scuole lamentano la mancanza di insegnanti di sostegno, figure professionali fondamentali per gli studenti con disabilità.
Nonostante le normative prevedano la presenza di questi insegnanti, spesso il numero è insufficiente rispetto alle necessità, e i casi di “assegnazione a tempo parziale” sono ancora troppo frequenti.
Ciò comporta che molti bambini non ricevano l’assistenza, la continuità di cui avrebbero bisogno, con il rischio di essere esclusi dalle attività didattiche o sociali. Inoltre, la preparazione degli insegnanti curricolari è spesso inadeguata per affrontare le esigenze di studenti con disturbi dello spettro autistico o altre disabilità: mentre alcuni docenti dimostrano grande sensibilità e capacità, altri si trovano impreparati a gestire comportamenti complessi o a adattare i programmi didattici. Questo porta a situazioni di disagio per gli studenti, che possono sentirsi emarginati o non compresi. La formazione continua e specifica per gli insegnanti, sebbene prevista, non è ancora attuata in modo sistematico e capillare. Spesso i corsi abilitanti offerti sono insufficienti o non abbastanza mirati per rispondere alle sfide concrete che si presentano in aula.
Per garantire una reale inclusione, è fondamentale la collaborazione tra scuola e famiglia. I genitori dovrebbero essere coinvolti attivamente nella definizione del Piano Educativo Individualizzato (PEI), un documento fondamentale che stabilisce gli obiettivi e le modalità di apprendimento per ogni bambino con disabilità. Tuttavia, non sempre le famiglie trovano nelle scuole un interlocutore disponibile e preparato, e spesso il PEI rischia di diventare un mero adempimento burocratico, piuttosto che uno strumento utile per il percorso educativo del bambino. La scuola dovrebbe quindi non solo accogliere i suggerimenti e le esigenze dei genitori, ma anche collaborare con loro in modo costruttivo, riconoscendo il ruolo centrale che essi giocano nella crescita e nello sviluppo dei loro figli.
Nonostante le difficoltà, vi sono segnali positivi e iniziative promettenti che indicano un progresso verso una maggiore inclusione. Alcune scuole, in collaborazione con enti locali e associazioni, stanno sviluppando progetti innovativi che promuovono l’inclusione attiva di tutti gli studenti, attraverso attività extracurriculari, laboratori e percorsi personalizzati. Perché l’inclusione diventi autentica, è però necessario un impegno collettivo: lo Stato deve investire maggiori risorse nella formazione degli insegnanti e nell’assunzione di personale specializzato; le scuole devono adottare una cultura inclusiva che valorizzi ogni singolo studente; le famiglie devono essere coinvolte attivamente e supportate nel loro percorso. L’inizio dell’anno scolastico rappresenta quindi non solo una ripartenza, ma anche un’opportunità per riflettere su come costruire una scuola più equa e inclusiva, dove ogni bambino possa sentirsi accolto e valorizzato. Solo così potremo parlare di una vera inclusione, che non sia solo un obiettivo sulla carta, ma una realtà concreta per tutti.
Spesso accade il contrario
Speriamo in un cambiamento…🙏🏻
Complimenti, Dottoressa!
Brava…INCLUSIVO IMPEGNO COLLETTIVO…
invece per lo più siamo noi genitori a doverla creare… ovunque!!!
La scuola italiana purtroppo è indietro… troppo!!!
E troppo spesso manca la preparazione adeguata
Eh si tutto vero ciò che hai scritto.
Non ci resta che sperare in una maggiore presenza di insegnanti preparati su sostegno.
Che altro dire, buon anno scolastico a tutti, te compresa teacher, e comime ti come sempre per l’articolo.
Buon weekend
Sempre unica e raffinata la Dr.ssa Canzano nelle sue spiegazioni chiarissime
Complimenti ❤️ bellissimo articolo professoressa
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