L’autismo è una condizione complessa del neurosviluppo che coinvolge diversi aspetti della vita di una persona, tra cui linguaggio, socialità e comunicazione. Caratterizzato da interessi ristretti e comportamenti ripetitivi, si stima che nel mondo ci siano almeno 78 milioni di persone nello spettro autistico. Tuttavia, molte di queste persone non riescono ad accedere a cure adeguate e personalizzate, rendendo la gestione dell’autismo una sfida significativa sia per gli individui che per le loro famiglie. La prima diagnosi di autismo è stata effettuata dal Dr. Kanner della John Hopkins University su Donald Triplett, figlio di una rispettata famiglia americana. Questa diagnosi è stata il risultato di anni di osservazioni e ricerche, inclusi appunti dettagliati sulle caratteristiche comportamentali di Donald forniti dal padre. Le cause dell’autismo non sono ancora completamente conosciute, ma si ritiene che possano essere una combinazione di fattori genetici, neurobiologici e ambientali: Genetiche e Familiarità, presenza di malattie genetiche (come la sindrome di Rett e la sindrome di Angelman) e coinvolgimento di geni legati al neurosviluppo. – Neurobiologiche: Anomalie nella formazione delle connessioni neuronali durante lo sviluppo fetale. Ambientali: Parto prematuro, abuso di alcol e farmaci durante la gravidanza, esposizione a inquinanti, infezioni durante la gestazione e età avanzata dei genitori. I sintomi dell’autismo sono variabili e possono manifestarsi già prima dei 2 anni. Tra i sintomi distintivi e comuni ci sono: 1. Ritardo nello sviluppo del linguaggio. 2. Ripetizione frequente di parole o frasi. 3. Monotonia nel suono della voce e mancanza di espressioni facciali. 4. Ripetizione di movimenti come dondolio o battito di mani. 5. Eccessiva sensibilità a luci intense e suoni acuti. 6. Disinteresse verso l’interazione sociale. 7. Mancanza di emotività. 8. Tendenza a isolarsi. 9. Scatti di aggressività improvvisi e tendenza all’invadenza. 10. Sviluppo sopra la norma di capacità cognitive, memoria, abilità musicali e matematiche. 11. Mancanza di coordinazione nei movimenti. Con la crescita, i sintomi possono variare, migliorando o peggiorando a seconda dei casi. L’autismo si manifesta più frequentemente nei maschi rispetto alle femmine, con un rapporto di 4:1. Ciò significa che gli uomini hanno un rischio quattro volte maggiore di essere affetti da autismo rispetto alle donne. Conclusione: Vivere nello spettro autistico richiede interventi multimodali per affrontare la complessità della condizione, sia per chi ne è affetto che per i loro familiari. La ricerca continua a cercare risposte sulle cause e i trattamenti più efficaci per migliorare la qualità della vita delle persone autistiche
Dott.ssa grazie per questo nuovo articolo in cui si capisce ancor più chiaramente cosa sia lo spettro autistico ancora confuso per una malattia. Ne faremo ancora una volta tesoro….
Come sempre articolo molto esaustivo,chiaro, interessata.Grazie per aumentare conoscenze di tutti.
Articolo chiaro, preciso e comprensibile.
Ottima disamina di una seria problematica che conosci benissimo cui dedichi gran parte del tuo tempo, per lavoro e passione che non tutti comprendono, invece meriterebbe maggiori risorse economiche e non solo
Come sempre PRECISA!!!
I suoi articoli sono sempre interessanti e ricche di spunto e sana riflessione. C’è ancora chi confonde l’autismo per una malattia che vorrebbe curare ciò che non è curabile
Sono d’accordo con tutto siamo compatti e aiutiamo ❤️
Come sempre un articolo degno della tua conoscenza e bravura.
La ricerca continua ed un miglioramento della vita degli individui autistici, sarebbero un traguardo molto importante.
Buon fine settimana.
Migliorare la vita delle persone autistiche, sarebbe un grande passo. Mi chiedo come mai ad oggi che siamo così evoluti, non si trovi ancora una cura adeguata, per permettere loro, di condurre una vita rivolta al sociale.
Complimenti come sempre per l’articolo dedicatoci.
Buon weekend
Buon pomeriggio, sì effettivamente i disturbi dello spettro autistico,sono di crescita esponsiorale, colpendo maggiormente soggetti di sesso maschile.Dopo anni che si è studiato e sperimentato tantissimo questo disturbo, ancora oggi nn è conosciuto abbastanza, forse xké avvolge tt le aree dell’essere umano.Necessitiamo ancora tanto di studio e ricerche.Contribuiranno sicuramente anche fattori ambientali e l’avanzamento dell’età, quest’ ultimo tassello infatti certamente nn ci giova, anzi contribuisce a negativizzare il procreare di una nuova vita.
Nn possiamo far altro che augurarci che ricerca e scienze,unendosi portino ad una soluzione,dalla quale trarre profitto sia x i soggetti autistici,sia x le rispettive famiglie,che ancora oggi si ritrovano a combattere da sole in una vita nn facile già col suo di carico
Analisi sintetica ed esaustiva sulle origini e gli sviluppi dell autismo.Complimenti all autrice.
Grazie come sempre ci apri la mente
Grazie per questo chiarimento utilissimo
Grazie di questa delucidazione , sempre interessante
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