A MENTE FREDDA #11: NON BASTA UNA PAPERDI JUVECASERTA TIPO PER VINCERE CON LA GEMA MONTECATINI. ROTAZIONI, IL MESSAGGIO DI CAGNAZZO

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foto 9 1 300x200 A MENTE FREDDA #11: NON BASTA UNA PAPERDI JUVECASERTA TIPO PER VINCERE CON LA GEMA MONTECATINI. ROTAZIONI, IL MESSAGGIO DI CAGNAZZOdi Alessandro Aita

PISTOIA – Si torna con le mani vuote dalla Toscana. La Paperdi Juvecaserta è costretta ad un’altra sconfitta al PalaCarrara contro la Gema Montecatini nell’undicesima giornata del girone B di Serie B Nazionale, lottando strenuamente contro una delle favorite per le posizioni più alte di classifica a causa del talento diffuso in tutti gli spot, nonostante l’assenza del leader offensivo Mateo Chiarini. Un 81-78 che dà qualche consapevolezza in più ai bianconeri, che hanno retto strenuamente l’urto ma venendo un po’ meno quando contava, anche a causa du una rotazione parecchio limitata.

IDENTIKIT – Se dovesse esserci una ‘partita tipo’ da parte dei bianconeri, dovrebbe essere quella giocata ieri sera. Tanta attenzione dal punto di vista difensivo, costringendo una squadra guidata da due playmaker di eccezione come Federico Burini e Nicola Savoldelli a perdere 17 palloni. E in attacco si è stati più vicini a quanto visto tra Ravenna, San Severo e Fabriano che alla partita contro Piombino: i bianconeri hanno giocato la loro partita, solo che dall’altra parte c’era una squadra più forte. Che ha avuto anche un paio di episodi girati a proprio favore, come una tripla di Toscano arrivata da uno scarico destinato a un altro compagno e un canestro forzatissimo di Burini che ogni allenatore, incluso Del Re, accoglierebbe con un applauso alla ‘bravo tu’ dopo aver gridato di rabbia. Che nei momenti cruciali ha fatto la voce grossa dal punto di vista difensivo, si legga la palla persa provocata su Mimmo D’Argenzio, con un grande aiuto sul lato debole di Toscano, e con D’Alessandro che legge bene il momento di Amos Ricci, costringendo il giocatore più in palla a un tiro difficile. E soprattutto, se tra Mimmo D’Argenzio e Matteo Laganà firmano un inusuale 0/11 dai 6.75, diventa complicato. Sta di fatto che i quaranta minuti di mercoledì sera devono essere presi e, per applicazione e attenzione, tenuti a mente per il futuro. Magari escludendo gli ultimi cinque secondi, con Heinonen che si prende un tiro più per aspirare al fallo, che la coppia arbitrale giustamente non concede: con quel tempo un altro passaggio poteva starci.

IL MESSAGGIO – Tutto bello e tutto giusto, una partita gagliarda dunque contro una delle più forte del girone. Ma tra le righe coach Damiano Cagnazzo ha mandato un messaggio alla società. I minutaggi sono emblematici: in cinque sopra i 25 minuti di utilizzo, D’Argenzio a quota 23 e poi Azzaro, Abba e Mastroianni che collezionano trenta minuti in tutto, oltre a Marchiaro che non entra nemmeno in campo. E se non fosse stato per il quarto di Diouf, quasi sicuramente il minutaggio dell’ex Santarcangelo sarebbe stato ancora minore abbassando il dato. Delle due l’una: o per questa partita il coach marchigiano ha deciso che per questa partita era il caso di tenere delle rotazioni limitate oppure semplicemente, i sei con tanto utilizzo sono gli uomini su cui sa di potersi affidare ciecamente per poter esprimere appieno il suo gioco. In effetti il differenziale tra gli uomini da quintetto e chi si alza dalla panchina è parecchio alto: Azzaro non sta rendendo come dovrebbe e sta vedendo il suo impiego scendere sempre di più a causa delle buone prestazioni di Raffaele Romano (39 minuti totali nelle ultime tre, solo 8 ieri), Mastroianni è a tutti gli effetti il quarto esterno e Abba e Marchiaro non sono più di due ‘progettoni’, tutti da plasmare. Il materiale grezzo c’è pure, ma quando i risultati latitano non c’è più tempo per fare i visionari: da giochisti si deve diventare risultatisti.

SERVE QUALCOSA – Serve qualcosa in più. In uno dei precedenti approfondimenti (che trovate QUI) parlavo della mancanza di un lungo da post, di un giocatore che possa ampliare il ventaglio di soluzioni offensive bianconere, che permetterebbe anche agli esterni di farsi trovare con i piedi per terra pronti per conclusioni facili. Ma anche per aumentare la qualità, per permettere agli esterni di poter rifiatare un pochino in più rispetto a quanto visto ieri (il Laganà di ieri appariva decisamente stanco, anche a causa delle solite noie fisiche) e far rientrare un Mastroianni o un Marchiaro con qualche minuto in più con meno responsabilità offensive. Un lungo con gioco in post, letture e magari anche tiro da tre punti non lo si trova però al mercato del pesce, ma ci vuole necessaria attenzione. Intanto però, si pensa alla Pielle Livorno, che non appare scintillante come lo scorso anno e che ha avuto un paio di meltdown. Ma comunque sia, l’avversario conta poco: contro i toscani ora ci si ci deve trasformare in Max Allegri, basta anche una ‘cortomusata’…

La T Tecnica Gema Montecatini – Paperdi Juvecaserta 81-78

(13-16, 37-33, 64-60)

La T Tecnica Gema Montecatini: Toscano 21 (4/9, 3/6), Passoni 17 (1/1, 5/6), Bedin 14 (5/10, 0/0), D’Alessandro 13 (4/8, 1/2), Acunzo 7 (3/4, 0/2), Di pizzo 4 (2/6, 0/0), Savoldelli 3 (0/1, 1/2), Burini 2 (1/4, 0/3), Gattel, Chiarini ne, Cellerini ne, Riccardo Albelli ne. Allenatore: Del Re

Paperdi Juvecaserta: Ricci 16 (1/4, 4/7), Diouf 15 (7/10, 0/0), Heinonen 14 (1/3, 4/8), Romano 11 (4/6, 1/3), Laganà 10 (3/4, 0/8), D’Argenzio 8 (2/3, 0/3), Adamu 2 (1/1, 0/0), Mastroianni 2 (1/1, 0/0), Azzaro (0/1, 0/1), Marchiaro ne, Pisapia ne, Kumer ne. Allenatore: Cagnazzo

Arbitri: Di Salvo di San Giuliano Terme (PI) e Montano di Monteriggioni (SI)

Gema: tiri liberi: 11/15 – Rimbalzi: 40 12 + 28 (Bedin 10) – Assist: 15 (Savoldelli 5)

Paperdi: tiri liberi: 11/11 – Rimbalzi: 30 6 + 24 (Diouf 7) – Assist: 18 (Laganà 5)