di Alessandro Aita
RUVO DI PUGLIA – Poteva essere quasi Epifania. La Paperdi Juvecaserta chiude il girone d’andata con una sconfitta al PalaColombo di Ruvo di Puglia, casa della Crifo Wines, per 91-88, in una partita ripresa per i capelli grazie a una prestazione balistica da NBA nel terzo parziale per poi perderla a causa dei dettagli, primi tra tutti i tiri liberi sbagliati nei momenti decisivi. Ieri è mancato il centesimo per fare la lira, come si suol dire.
PRIMO TEMPO BRUTTO, POI… – I primi venti minuti hanno visto i pugliesi come squadra predominante. Il roster di Stefano Rajola aveva costruito al meglio il proprio vantaggio sfruttando il proprio tonnellaggio in pitturato, con Borra che ha fatto quello che voleva contro Diouf mentre la sfrontatezza giovanile di Isotta e Conte sopperiva alle prestazioni in chiaroscuro di Jackson e Musso, a testimonianza della lunghezza del roster di Ruvo. E Caserta faceva fatica a stargli dietro in difesa e a trovare il bandolo della matassa in attacco: le braccia lunghissime dell’onnipresente Borra e di Jerkovic oscuravano la vallata senza permettere di trovare il ferro e quindi i bianconeri insistevano nel tiro da tre, facendo un po’ troppo il tiro al piccione con un 4/19 complessivo.
TERZO QUARTO: DIECI MINUTI DI PAZZIA – Francamente la partita sembrava chiusa all’intervallo. Ma ci vogliono due ingredienti: la zona 3-2 ordita da coach Cagnazzo e le conclusioni pesanti che finalmente entrano. Tutto quello che era sputato dai ferri in precedenza inizia a entrare e arrivano dieci minuti storici, in cui forse avrei segnato anche io se mi fosse passato un pallone tra le mani: un Laganà stoico, che a ogni riscaldamento sembra Michael Jordan prima del Flu Game, centellinando ogni sforzo per la partita (24 punti e 7/12 complessivo) coadiuvato da un Heinonen finalmente risvegliatosi (11 nel parziale) permettono a Caserta di ribaltare inaspettatamente il punteggio con un parziale di 34-15 e con un 9/11 da tre che nemmeno nei sogni più reconditi. Diciamocelo, lì siamo diventati tutti Gene Wilder in Frankenstein Junior, urlando la sua caratteristica, storica frase.
Una rimonta a perdifiato che porta Caserta anche sopra di 10 lunghezze all’inizio del quarto parziale, ma le energie vengono meno, costringendo il coach ad un paio di cambi per far rifiatare i suoi alfieri: lì Ruvo recupera energie e sale piano piano di tono Bernardo Musso, che fa il killer silenzioso con canestri importanti nel finale regalando degli ultimi minuti palpitanti, in cui però l’imprecisione ai liberi (13/20) ha fatto la differenza.
DOVEVA ARRIVARE, MIMMO – E se si pensa agli errori a cronometro fermo, il pensiero va a Mimmo D’Argenzio, che nell’ultimo quarto ha provato a fare quello che gli riesce meglio, il trascinatore delle folle. Il capitano è apparso nervoso sin dai primi minuti, anche a causa del metro arbitrale indecifrabile dei primi venti minuti che non gli ha permesso di pescare i soliti falli di cui è capace. Nell’ultimo quarto, chiamato a fare il leader della second unit nei momenti di respiro, ha provato a salire di tono e lo avrebbe anche fatto, con il neo dei liberi: 1/2 quando si era sotto di tre lunghezze a 1’15’’ dal finale, inusuale 0/2 a 10’’ dal termine quando le sue conclusioni potevano portare al pari, con la Juve che si sarebbe giocata tutto nell’ultima difesa.
In molti punteranno il dito, ma è ingeneroso verso un ragazzo che nelle scorse settimane ha fatto ammattire ogni difesa, diventando uno dei punti cardine della squadra rialzatasi fino alla parte sinistra della classifica: una partita sotto il par doveva pur arrivare prima o poi. Saprà far tesoro dell’esperienza e la voglia di vendicarsi di un Darryl Jackson parecchio provocatore negli ultimi istanti di gara saprà farsi sentire. Ogni ‘viaggio dell’eroe’ ha il proprio punto di rottura.
ARBITRI, UN ENIGMA DA SQUID GAME – Per la prossima edizione degli Squid Games verrà aggiunto un nuovo gioco, e probabilmente farà molte vittime: guardare questa partita e focalizzarsi sugli arbitri, andando a spiegare il metro arbitrale messo in campo al PalaColombo. Non parlo molto dei fischietti, ma nella serata di ieri sono stati indecifrabili: cambi di giudizi da un’azione all’altra, in alcuni momenti si fischiava ogni singolo contatto e in altri eravamo in un match di Premier League di fine anni ’90 dove non avrebbero sanzionato un fallo nemmeno con il colpo di karate di Cantona ad un tifoso avversario. Senza timore di smentita, nella conduzione di ieri non è rimasto contento davvero nessuno. Se venisse indotta una chiamata alle urne per questo, avremmo probabilmente una partecipazione più alta rispetto alle ultime elezioni…
CONSAPEVOLI – Si torna dunque a casa con una sconfitta che in fondo fa male. In primis per coronarie e cuori, già messi a dura prova dai picchi glicemici del Natale (ora tutti a dieta, altrimenti come si tifa). Ma anche per aver innegabilmente assaporato il gusto del successo dopo una rimonta a perdifiato che sembrava essersi concretizzata. Per una parte del tifo magari si preferiva perdere di tanto e stop, ma non per coach Cagnazzo, a cui abbiamo fatto una battuta in merito e, con un sorriso beffardo ma consapevole, ci ha risposto con un secco ‘io no’. Perché in quei 20 minuti è arrivata la reazione che voleva, che bramava dopo un primo tempo di livello troppo basso per essere vero. Perché quella di ieri è la consapevolezza che la Paperdi Juvecaserta può davvero giocarsela contro ogni tipo di squadra con la sua vena di pazzia che la porta a segnare 34 punti in un quarto con percentuali da totalitarismi politici. Perché alla fine i bianconeri, dopo un inizio da una vittoria in sette partite, hanno un record di 9-10 e galleggiano a metà classifica, con i playoff diretti magari un po’ lontani, ma chissà se mantenendo il trend degli ultimi due mesi non si possa aspirare a un miracolo. Perché da domenica inizia il girone di ritorno e c’è subito la Fabo Herons Montecatini: inizia un nuovo viaggio, e un po’ di ambizione la nutrono tutti. Anche, e soprattutto, i ragazzi in bianconero.
Crifo Wines Ruvo di Puglia – Paperdi Juvecaserta 91-88
(26-14, 47-33, 62-67)
Crifo Wines Ruvo di Puglia: Borra 21 (8/12, 0/1), Conte 16 (3/4, 3/6), Musso 14 (0/1, 4/5), Isotta 12 (5/10, 0/1), Jackson 11 (1/5, 3/6), Markovic 8 (2/3, 0/2), Jerkovic 5 (2/6, 0/0), Moreno 2 (1/3, 0/1), Gatto 2 (1/2, 0/3), Lorenzetti 0 (0/1, 0/0), Berardi ne. Allenatore: Rajola
Paperdi Juvecaserta: Laganà 24 (1/5, 7/12), Ricci 12 (2/10, 2/2), Romano 12 (1/2, 3/5), Heinonen 11 (1/2, 2/6), Diouf 10 (4/6, 0/0), D’argenzio 10 (1/3, 2/7), Giorgi 7 (2/4, 1/4), Azzaro 2 (0/1, 0/2), Mastroianni 0 (0/0, 0/1), Pisapia ne, Kumer ne. Allenatore: Cagnazzo
Arbitri: Di Franco di Bergamo e Spinelli di Cantù (CO)
Crifo Wines: tiri liberi: 15/18 – Rimbalzi: 49 13 + 36 (Isotta 15) – Assist: 17 (Jackson 5)
Paperdi: tiri liberi: 13/20 – Rimbalzi: 29 9 + 20 (Ricci , Romano, D’argenzio, Azzaro 5) – Assist: 13 (Laganà 4)