– di Giuseppe Rock Suppa –
Eliminare l’alcol, il fumo, la carne, diventare addirittura vegani o vegetariani per morire sani? Solo una cosa è certa a questo mondo: la vita causa la morte.
Ogni anno tirano fuori studi su tutto ciò che ci fa male e cosa invece ci fa stare bene. L’ultimo studio è dei ricercatori dell’University College of London, con Il solito refrain per cui ogni sigaretta che fumiamo riduce di venti minuti l’aspettativa di vita. Che le sigarette facciano male non è mica una novità, però a me fa sempre sorridere la quantificazione. Per esempio, sempre nello stesso studio, dicono che le persone che hanno fumato tutta la vita hanno perso dieci anni di vita. Va bene, ma di preciso quali anni? Impossibile saperlo perché esiste la genetica e molte altre sfumature. Se per esempio vivresti 95 anni, ti fermi a 85 anni, su cui qualcuno potrebbe anche riflettere: ho trent’anni, vale la pena di perdermi un piacere per vivere meglio e perdermi dieci anni di vecchiaia? Perché se fumi da trent’anni ti dicono che ormai la frittata è fatta, e allora perché dovrei smettere? L’alcol, per esempio, oltre a tutti gli effetti psicotropi che lo inseriscono a tutti gli effetti tra le droghe, e nell’OMS nel Gruppo 1 dei cancerogeni certi, è un piacere, però nelle linee guida non ci sono quantità minime non dannose per la salute (il vecchio detto che un bicchiere di vino fa bene è una stronzata, un luogo comune). Anche qui bisognerebbe quantificare quanti anni di vita toglie un bicchiere di vino. Per non parlare di chi prende la macchina da ubriaco, e magari uccide un non fumatore, che magari si stava risparmiando belli belli i suoi dieci anni di vita della vecchiaia.
Dal punto di vista salutistico, è tutto molto complicato. Quanti anni di vita tolgono gli insaccati e le carni? (anche loro nel Gruppo 1 dei cancerogeni accertati), e quanti i dolci, i grassi, quella che viene chiamata cattiva alimentazione, che per noi è la più buona perché il nostro cervello ragiona ancora come duecentomila anni fa, quando le prede dovevamo rincorrerle e il cervello ci dice ancora: «Mangia più che puoi e più è calorico e meglio è». Alla comparsa di Homo sapiens non c’erano i supermercati, e neppure le palestre, si correva per sopravvivere.
Ma assodato anche di togliere l’alcol, togliere il fumo, togliere la carne, diventare addirittura vegani (insomma quei rompipalle che nessuno vuole avere a una cena perché anche quello che pensavi potesse mangiare un vegano non lo mangiano, li avevi confusi con dei semplici vegetariani), quanti anni vivremo in più? Quando moriremo e di cosa? Moriremo sani? Ci divertiremo passando una vita mangiando insalata e facendo pilates?
Penso alle tartarughe, che a pensarci bene vivono molto a lungo (anche se non fanno sport, hanno la stessa mia mobilità, più o meno). Poi ci sono molti modi tanto per allungarla (forse) quanto per renderla noiosa da morire.