A MENTE FREDDA #20: PAPERDI JUVECASERTA, CON LA FABO HERONS MONTECATINI UNA VITTORIA DA ‘BRUTTI E CATTIVI’. SIAMO TUTTI MESSNER, NON USURIAMO LAGANÀ

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Immagine WhatsApp 2025 01 12 ore 23.27.01 142536f4 300x200 A MENTE FREDDA #20: PAPERDI JUVECASERTA, CON LA FABO HERONS MONTECATINI UNA VITTORIA DA ‘BRUTTI E CATTIVI’. SIAMO TUTTI MESSNER, NON USURIAMO LAGANÀdi Alessandro Aita

CASERTA – Arriva finalmente un altro scalpo di una grande squadra per la Paperdi Caserta. In una partita a due facce al PalaPiccolo, gli uomini di Damiano Cagnazzo mandano al tappeto la Fabo Herons Montecatini per 79-74, cristallizzando il nono posto in classifica e proponendosi ancora una volta come una squadra pronta a fare la mina vagante nel girone di ritorno, per tentare di strappare punti alle squadre in lotta per l’accesso diretto ai playoff.

PRIMI VENTI: CHE ATTACCHI – Due attacchi molto buoni si affrontavano a Terra di Lavoro, ma aspettarsi un primo tempo di tale caratura era difficile. Caserta ha mosso bene il pallone nei primi due quarti, lucrando sulla difesa aggressiva degli avversari soprattutto cercando la conclusione dalla media distanza soprattutto con Ricci, mentre dall’altra parte si limitavano soprattutto gli esterni avversari lasciando a Klyuchnyk l’onere di trascinare i suoi. Ne vengono fuori due quarti divertenti, con un paio di passaggi veramente di grande livello, per il 54-46, e la Juve fa la parte della pistolera incallita alla Clint Eastwood. Non potevamo immaginare che la partita sarebbe svoltata letteralmente nel secondo tempo.

SECONDI VENTI: IN CIMA AL K2 – Poiché la squadra di Barsotti fa un bel giro di vite dal punto di vista difensivo, la specialità della casa, e manda piano piano in tilt l’attacco bianconero che per lunghi minuti non riesce più a ragionare. Tutti in panne, si litiga con il canestro, dall’altra parte la Fabo fa sicuramente meglio ma nemmeno tanto mettendo il naso avanti ma senza sferrare il colpo decisivo contro un avversario esanime. L’atmosfera è pesante, tesissima, l’aria è rarefatta come fossimo in cima al K2. Il canestro di Gianluca Giorgi dopo lunghi minuti di astinenza funge da maschera di ossigeno e rimette in partita la Juve, che recupera qualcuno dei suoi meccanismi. Con la solita coppia fosforo e follia Laganà-D’Argenzio, il professore e il capopopolo, un salvifico Giorgi e un Amos Ricci che mette gli attributi sul tavolo e tra falli subiti e canestri pesanti permette alla Paperdi di infilare gli scarpini da montagna e mettere la bandierina sulla cima, tornando così a respirare: ci siamo sentiti un po’ tutti Reinhold Messner alla sirena finale. Mentre la Fabo di Barsotti soffoca sotto il peso del pubblico e della tensione sbagliando 10 tiri liberi: una enormità.

UNA VITTORIA CHE TI FA BELLA – Una vittoria importante, forse la più importante per come è arrivata. La Fabo fa della difesa sul perimetro il suo marchio di fabbrica e nel secondo tempo ha soffocato per lungo tempo le fonti di gioco bianconere, che non hanno più saputo colpire dall’arco. Non è un caso che la Juve abbia tirato 2/11 da tre punti tra terzo e quarto parziale, con molti tiri parecchio forzati. Ma, nonostante sia venuto meno il punto di forza maggiore, la Paperdi ha saputo rimboccarsi le maniche, barcollando ma non mollando il colpo. Svestendo i panni dell’uomo senza nome e diventando, nell’ultimo parziale, Tuco Ramirez e Sentenza. Sono queste le vittorie che possono farti rendere conto del ruolo che si può ricoprire in un campionato così competitivo: questa è la terza vittoria contro una squadra avanti in classifica, se si vuole ambire a qualcosina in più del primo turno del play in servirà qualche scalpo importante in più. Ora la settima piazza, forse l’obiettivo più realistico, è lontana quattro punti, mentre i playoff diretti sono distanti sei lunghezze. Non vicini, ma nemmeno lontanissimi. Ma si ragioni un passo alla volta, così come fa la squadra. 

MERCATO? – Nel finale tutti si sono accorti di quanto Matteo Laganà fosse a corto di energie. Il reggino è, probabilmente, il giocatore migliore a roster per talento puro, ma negli ultimi minuti non si reggeva in piedi, rimanendo in campo in maniera stoica, con coach Cagnazzo che sa di non poter fare a meno di lui per letture offensive e intelligenza cestistica. Ma in questo modo, tra i vari acciacchi che ha avuto il ragazzo, si rischia di usurarlo e di doverlo raccogliere con il cucchiaino a marzo. Quindi il pensiero va al mercato, aperto ancora per un mese e mezzo. Con l’uscita di Marchiaro potrebbe servire un innesto. Sia per tenere alto il livello degli allenamenti, ma anche per dare un filo di respiro ai creatori di gioco bianconeri, con anche D’Argenzio apparso soprattutto nel terzo quarto un po’ al limite dal punto di vista delle energie, recuperando nel concitatissimo finale. Magari un giocatore con discrete doti di playmaking e tiro, ma non lo offrono mica al mercato, e io non sono mica il GM…

Paperdi Juvecaserta – Fabo Herons Montecatini 79-74

(24-24, 52-54, 59-58)

Paperdi Juvecaserta: Laganà 21 (2/3, 4/8), D’Argenzio 17 (5/11, 1/3), Ricci 14 (3/7, 1/4), Giorgi 13 (3/5, 2/2), Diouf 7 (2/4, 0/0), Azzaro 3 (0/1, 1/1), Heinonen 2 (0/2, 0/2), Mastroianni 2 (1/4, 0/1), Romano 0 (0/3, 0/1), Kumer ne, Pisapia ne, Zampella ne. Allenatore: Cagnazzo

Fabo Herons Montecatini: Klyuchnyk 15 (6/13, 0/0), Dell’uomo 12 (3/4, 1/4), Sgobba 11 (0/3, 3/5), Arrigoni 8 (3/4, 0/1), Chiera 8 (1/3, 2/5), Trapani 7 (2/4, 1/3), Mastrangelo 7 (1/3, 1/2), Benites Vicente 6 (0/3, 2/7), Natali, Giannozzi, Aminti, Fernández ne. Allenatore; Barsotti

Arbitri: Lillo e Galluzzo di Brindisi

Paperdi: tiri liberi: 20/22 – Rimbalzi: 41 8 + 33 (Giorgi, Romano 7) – Assist: 23 (D’argenzio 8)

Fabo: tiri liberi: 12/22 – Rimbalzi: 35 9 + 26 (Arrigoni 11) – Assist: 17 (Trapani, Benites Vicente 4)

LA FOTOGALLERY DI GIANFRANCO CAROZZA