PSAUT DI SAN FELICE A CANCELLO…FIGLI DI UN DIO MINORE…

0

(f.n.) – Il disagio è la caratteristica principale dei PS e dei Psaut del nostro territorio, un disagio che ti aggredisce e sommerge, aggravando lo stato di malessere che inevitabilmente ti indirizza verso quegli affollatissimi luoghi di soccorso. Tra questi il servizio di emergenza territoriale di primo soccorso del PO di San Felice a Cancello, è forse, allo stato, quello che presenta le maggiori difficoltà. Nonostante effettui più di 8mila prestazioni annue, quindi di gran lunga, sia il più affollato, rispetto ad esempio, a quelli di Teano e Capua, che effettuano neppure la metà delle prestazioni di San Felice a Cancello, a quanto pare, nessuno si è preoccupato di sostituire i due OOSS andati in pensione circa due anni fa, fino a qualche giorno fa, quando un solo OOSS è stato inviato per far fronte ad un carico di lavoro, che ne richiederebbe almeno il triplo. La mole di lavoro sta raggiungendo livelli allarmanti e lo stress psico-fisico continuo, rischia di aggravare una situazione già di per sé, assai critica. Tra l’altro con un solo OSS, de facto, il demansionamento degli infermieri è quasi automatico, dal momento che sovente gli stessi sono costretti ad effettuare, anche il servizio di portineria ed altro. Il 70 per cento dei turni è coperto soltanto da un medico e da due infermieri, peraltro con la restrizione di ore di straordinario, determinata dal responsabile del 118, che firma turni antisindacali e non si adopera, nonostante le reiterate proteste e richieste, per far arrivare altre unità lavorative. Per rendere ancora più evidente il clima di tensione e di stress, che vive il personale in servizio al Psaut di San Felice a Cancello, è sufficiente registrare quanto avviene al Psaut di Capua, con due infermieri ed un medico ogni turno, nonostante le prestazioni annue si attestino intorno ai 2500 accessi…Non vi è nessuna spiegazione logica a ciò che appare come  un atteggiamento discriminatorio, da parte della Direzione generale dell’Asl, che avrebbe dovuto essere interessata alle problematiche del Psaut di San Felice già da tempo, se soltanto, sia il responsabile del 118 che la stessa Direzione sanitaria distrettuale (13) si fossero attivate con le dovute pressioni che l’urgenza del caso richiedeva e richiede. A quanto pare, anche i sindacati sembrano essere coinvolti in altre faccende, dal momento che non risulta alcuna iniziativa da parte loro, tanto è vero che il personale del Psaut vorrebbe interessare al problema, i sindaci della “Valle” affinché intervengano per garantire il “famoso” diritto alla salute che tutti rivendicano ma nessuno, a quanto pare, riesce ad incidere nella maniera giusta, affinché sia veramente assicurato. E non finisce qui, perché al diritto alla salute, per la verità sacrosanto, si aggiunge l’esigenza di sicurezza, sia degli utenti che degli operatori. A tale proposito, sarebbe opportuna la presenza di una guardia adibita alla vigilanza e la videosorveglianza, alla cui installazione, nessuno si è mai sognato di provvedere, nonostante le continua aggressioni. Al Psaut di San Felice manca persino un pulsante di emergenza che possa attivare, nel momento del pericolo un collegamento rapido, con la Stazione dei Carabinieri…A questo punto, ce la va sans dire che il bando dell’Asl, relativo ad un corso di formazione per le aggressioni e le violenze in ambito sanitario, sembra addirittura una presa in giro, almeno nei confronti di chi al momento sembra essere stato dimenticato, come gli operatori del Psaut dell’Ospedale di San Felice a Cancello. Hasta la vista!