– di Francesca Nardi –
I parte
La riserva segreta dell’umanità, cui attingere quando la marea improvvisa minaccia di travolgerti, sono le parole non dette, le storie non raccontate, i silenzi nascosti, i sospiri notturni del pensiero che ispira e sceglie la solitudine. Ma i giorni che l’anima ingloba tacendo, sono i migliori, sono il nutrimento stillato a gocce dall’energia della memoria, che impedisce al corpo di soccombere, oppresso al nulla. Leonardo De Rosa è uno di quei valenti medici ginecologi che, dopo aver lasciato ciò che, in maniera assai efficace, la filosofia partenopea definisce “gioventù e salute”, nel mitico PO San Rocco di Sessa Aurunca, ridente cittadina appartenente al Feudo Aurunco, ha deciso di provare a spiegare il senso autentico della “sua” sanità universale, altrove. Ma dietro l’eccellenza visibile ed evidente di un medico come Leonardo De Rosa, c’è un “mondo di dentro” che brulica di emozioni primordiali che trasudano soprattutto “amore”, che cavalcano nel buio tenendo stretta al petto “la fratellanza”, che scivolano lente nei chiarori di un’alba insperata, trascinando i “sorrisi” sconosciuti degli altri…Per 40 volte questo medico straordinario, è andato e tornato da un villaggio del Kenia e senza clamori né sussurrii, assieme ad una pattuglia di “fantastici folli” come lui, ha dato vita e significato, all’Infinito delle favole che esistono ed insistono nella memoria del cuore.