BENEVENTO. CASA DI JONAS, C’ERA UNA VOLTA UN ROBOT…E MOLTO ALTRO

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   –   di Francesca Nardi   –                                                            

III Parte

%name BENEVENTO. CASA DI JONAS, CERA UNA VOLTA UN ROBOT...E MOLTO ALTROCasa di Jonas…C’era un’altra mamma laggiù…arrancava quasi, spingendo con forza la carrozzina lungo l’ultimo tratto di strada, il più dissestato …Ai lati… quei cespugli polverosi…non riesci mai a indovinare se i fiori gialli siano quelli del tarassaco o soltanto germogli spontanei e ribelli che protestano contro l’incuria, sfoggiando colori che soltanto la natura riesce a concepire…Poi…tirando fuori dal fiatone, le ultime parole faticose…la mamma di Davide scuote la testa e gli aggiusta la frangia scomposta …”Arrivederci”…   L’autismo è una mente altra…tutto ciò che contribuisce alla formulazione di un giudizio diverso e che allontana l’attenzione dal concetto principale… gesti, risate, silenzi, violenza, urla, disperazione, ripetizioni convulse oppure… ostinate afonie del corpo e dello spirito… dovrebbe essere accolto come il prezioso indizio di una diversa dimensione esistenziale, da quella magnifica, selezionata, super specializzata equipe, soprattutto meritevole e profondamente consapevole dei complicati sentieri di ogni “come” e di ogni “perché”…  Ed è una mission dell’anima quella che dovrebbe insinuarsi, completandolo, nel bagaglio delle piccole, grandi, meravigliose esperienze, di chi inizia il percorso della neuropsichiatria infantile, della psicologia e delle discipline attinenti ed intimamente funzionali al percorso stesso. Un preambolo superfluo… per chi guarda ad un bambino autistico, come ad una creatura, che abbiamo l’obbligo morale ed umano di comprendere e di aiutare ad entrare in quel circuito che appartiene anche a lui e che, non è detto che un domani, egli non sia diventato, di quel circuito, il protagonista principale. Un preambolo volutamente spietato invece,  per chi continua a millantare meriti e umanità, di cui è privo e, con la complicità più o meno silente, di altri che abilmente, contrabbandano il nulla per partecipazione,  passa indifferente su adolescenze turbate, ferite, lasciate in balia di un vento incontrollabile e volutamente sconosciuto.  Ed ecco il sistema che incombe sulle nostre vite, con grazia e garbo provvisori, sciogliendosi in solenni magnificat rivolti a se stesso, mentre annuncia l’ennesimo progetto che si frantumerà tra le mani dei vari raccomandati, privi di titoli, meriti e volontà, ma rigorosamente destinati all’impunità in virtù dello sponsor adeguato. E per quale motivo dovremmo credere che il progetto relativo alla Casa di Jonas, decorato dagli annunci pomposi della classe dirigente dell’Asl di Benevento, abbia avuto un destino diverso da quei progetti che, come dicono a Oxford, “nati pasciuti e cresciuti” all’ombra di una vergognosa, quanto omertosa speculazione,si sono arenati nel nulla complice, dopo avere ingrassato le solite sacche, retribuito i soliti beniamini del solito politico di turno? Infatti… per ricrederci e smussare il disincanto e magari avviarci a dire: questa volta ci siamo sbagliati!, avremmo bisogno di constatare esattamente il contrario di ciò che andiamo rilevando via via…E pensare che avevamo anche noi creduto all’impiego di quel piccolo robot, che parlava il linguaggio dei bambini e che sarebbe stato introdotto nella cura per i bambini affetti di autismo…se pensiamo all’enfasi orgogliosa con cui il direttore sanitario Marco De Fazio ne aveva annunciato l’adozione…E cosa dire della Commissione di transizione, annunciata sempre da De Fazio, come una novità esclusiva…di enorme importanza visto che avrebbe accompagnato i ragazzi nel difficile passaggio dall’adolescenza all’età giovanile ed oltre…Del robot non v’è traccia alcuna, eppure… pare sia stato acquistato e, peraltro ad un costo piuttosto alto e vi sia una delibera che lo attesti…anche se attorno alla “eventuale” gestione del robot, mai decollata, circoli un pò di confusione relativa alle competenze di chi ne avrebbe avuto la responsabilità. Comunque sia,  si dà il caso che il tanto magnificato percorso con il piccolo robot, che avrebbe dovuto risultare estremamente utile ai piccoli con disturbi dello spettro autistico, non è mai partito, nessuno sappia il robot dove sia…E, sembrerebbe  che a nessuno punga vaghezza di protestare…Tutti zitti, aumm aumm! E’così che si fa, o no? Per la Commissione di transizione invece …è tutta un’altra storia….Infatti… nessuno sa cosa faccia, chiusa dentro alla stanza…né si hanno notizie ufficiali del percorso delicatissimo cui è preposta…Qualcuno sostiene che si occupi soltanto dei disturbi di apprendimento… e non svolga esattamente la funzione per la quale è stata costituita e presentata con tanto orgoglio…Fatto è che anche sulla commissione di transizione aleggia il mistero! E a proposito di assenze, mancanze, vuoti… non dimentichiamo che mancano persino i farmaci…peraltro si tratta di farmaci particolari come si può facilmente immaginare…Siamo spiacenti ma non possiamo dirvi che la storia finisce qui…dal momento che questa è soltanto la III puntata. A domani. Hasta la vista!