PAPA FRANCESCO E GLI “ATEI DEVOTI”

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 –   di Vincenzo D’Anna*   –                                                                                          

Sconcerto, dolore, mestizia, tristezza: queste le reazioni che i grandi della Terra stanno rivolgendo, in queste ore, a Francesco, il Papa argentino deceduto lunedì scorso. Parole che si uniscono al cordoglio sincero del popolo dei fedeli, della gente anonima che lo ha acclamato negli anni del suo Pontificato. Un insieme di meste espressioni dalle quali emerge un unico denominatore: quello che assegna all’ex vescovo di Buenos Aires l’attributo di “Papa degli ultimi”. Un epitaffio che sorge naturale per l’incessante opera prestata da Bergoglio in soccorso dei più poveri, degli emarginati e, quindi, di quelli che, in un’immaginaria scala gerarchica sociale, occupano l’ultimo gradino. Una sintetica definizione che, in fondo, è figlia dell’iconografia scolpita nell’immaginario collettivo dai mass media e dalla vasta e variegata rete social. Certo, è un tributo d’onore, una definizione elogiativa che evoca per Jorge Mario un’iconica, riassuntiva definizione dettata dalla pastorale da lui stesso messa al centro della propria azione. E tuttavia, questo merito, visto con gli occhi dei cattolici più esigenti, quelli affezionati al successore di Pietro in quanto Vicario di Cristo in Terra, ispirato dallo Spirito santo paraclito, appare piuttosto riduttivo. Infatti testimonia che molti altri aspetti pastorali e dottrinari sono stati trascurati nella conduzione di Santa Romana Ecclesia nei 12 anni di pontificato bergogliano. In estrema sintesi: l’essersi limitato alla prevalente trattazione di pochi argomenti, come la condizione dei derelitti e l’accoglienza indiscriminata dei migranti, i continui quanto vani appelli alla Pace rappresentano anche un limite dell’azione papale. Un’azione che appare deficitaria riguardo ad altre tematiche, soprattutto quelle che hanno trasformato radicalmente la scala dei valori morali personali e la stessa etica pubblica, quest’ultima attraverso la legislazione, quasi che tali nuovi precetti fossero già stati supinamente introiettati ed accolti nelle coscienze dei cristiani, senza che la Chiesa potesse intervenire a confutarli. E’ stato così con l’aborto, con l’eutanasia, con i matrimoni omosessuali, con la manipolazione genetica, con la cancellazione dei generi e dei valori della famiglia tradizionale. Insomma l’attenzione e le forze del Pontefice sono state spese altrove bypassando il processo di laicizzazione della società e di secolarizzazione della stessa Chiesa nel momento in cui è passato il concetto di una specie di “silenzio assenso” del Vaticano. Ed è proprio in ragione di questa più che diffusa sensazione che si sono fatti avanti i cosiddetti “atei devoti”, ossi coloro i quali pur non avendo fede non esitano a formulare sperticati elogi alla guida suprema del Cattolicesimo!! Mai un Papa si è ritrovato accanto tanti di questi “lontani”!! Mai prima d’ora un Pontefice si è visto tributare apprezzamenti da ambiti politici e sociali normalmente distanti anni luce dal cattolicesimo e dalla sua dottrina sociale!! Perché ciò è accaduto? Semplice. Perché questi “atei devoti” pensano che sia conveniente dare man forte ad una pastorale che oppone poca resistenza sulle tematiche sociali. In fondo, al nemico che fugge si offrono…ponti d’oro!! Basta ascoltare tutto quello che hanno detto i leader della sinistra italiana ed, in ordine sparso, quello che gli elettori di questa frangia politica hanno scritto sui social per rendersene conto. Eppure in passato ciò non è accaduto per Wojtyla e Ratzinger. Per Giovanni Paolo II si sono sprecate le accuse di essere un reazionario anticomunista che ha abbracciato i dittatori di destra; ancora peggio è accaduto per Papa Benedetto XVI al quale è rimasto impresso il titolo del Manifesto all’atto della sua elezione come “Pastore Tedesco” perché ritenuto intransigente teologicamente ed oppositore delle cosiddette tesi “progressiste”. Insomma per i rappresentanti della “gauche” di casa nostra il Papa ha un indice di gradimento direttamente proporzionale all’assonanza che questi manifesta per le posizioni etico-politiche dei suoi esaminatori. Che sul versante laico progressista siano diventati tutti fans del “Papa degli ultimi” crea certo stupore nei cuori dei fedeli più avveduti. Attenzione: non si tratta qui di turbare il clima di unanime cordoglio, si tratta, all’opposto, di distinguere il grano dal loglio sui veri estimatori del Papa. Dissociare il lutto dei credenti da quello di coloro i quali credono di poter utilizzare il magistero del Sommo Pontefice come se fosse il portato di un politico qualsiasi. Per dirlo chiaro e forte: Nessuna lezione della Chiesa schiude le porte alle ragioni dei miscredenti, dei laicisti convinti e degli atei devoti.

*già parlamentare

1 commento

  1. Ottima disamina cui dovrebbe aggiungersi che allo stuolo degli “atei devoti” e a quelli che che hanno voluto vedere nella Chiesa il riconoscimento della cristianizzazione del marxismo e intravvedere in tal modo in Cristo il leader indiscusso di una sinistra sociale, reazionaria, progressista e maoista si sono inseriti uno stuolo ben più ampio di cattolici che non si riconoscono più nella Chiesa Romana ed in tutte le Chiese ancillari e vogliono con autenticità riconoscersi come apostoli solo nel Vangelo di Cristo e nelle parole profetiche del Vecchio Testamento! Papa Francesco ha dato alla sua azione un risvolto ove le ideologie si sono opportunisticamente sovraffollate ed intrufolate nelle terre di mezzo senza mai dare esegesi e linee guida di un cattolicesimo che necessita ancora di profili di Via, Verità e Vita. Si è assistito ad un Pontificato “fluido” ed in perfetta sintonia ai canoni di questa società distratta, undivaga ed ossessionata dall’obbiettivo di fare consensi, share e protagonismo nel senso di personalismo! L’eponimo di “Francesco” aveva fatto presagire ad un papato pregno della difesa del Creato e oppositivo di paesi come la Francia che nella stessa Europa Cristiana ordisce ancora plurime sperimentazioni nucleari in ogni parte del mondo offendendo spudoratamente il Verbo d’Amore del nostro Creatore. Per paesi siffatti chiare azioni di sospensione delle attività delle Nunziature Apostoliche come anche richiami ufficiali papali sarebbero state forti espressioni di una cristianità evangelica e maestra puntuale e decisa ad ogni costo! Nulla di tutto questo! Si è preferito una generalizzazione decontestualizzata dei misfatti, una globalizzazione del cristianesimo, la desertificazione dell’Eucaristia, il richiamo forte al contrasto della povertà senza per nulla considerare che l’uomo è in grado di provvedere alla povertà, di accogliere il migrante, di sostenere ad ogni passo la pace se il suo cuore risplende di Cristo, se il suo pensiero si trasfonde nella parola di Cristo come viatico di felicità e non come presupposto sanzionatorio di peccato! Bastava orientare il suo pontificato all’opera gloriosa di Giorgia La Pira ove preghiera, meditazione, prudenza, fortezza, giustizia e carità rispondevano pienamente alle esigenze di una società cristiana che pretendeva identità e concretezza di sopravvivenza! Bastava dire che Cristo era non solo lo spartiacque temporale delle epoche della storia, ma soprattutto il crivo di un’umanità ove la povertà era solo il riconoscimento evolutivo di lobby finanziarie! Papa Francesco ha avuto un pontificato che ha portato comunque ad una rivoluzione teoretica in quel cattolico che vede nella sua professione di fede le soluzioni e non i limiti dettati da un Amore per il prossimo che riconduce ad una errata e supina accettazione di ogni misfatto. Con il suo pontificato si auspicava una Chiesa che a muso duro si sedeva tempestivamente e, sopratutto in modo manifesto, ai tavoli diplomatici per la risoluzione dei conflitti, una Chiesa che chiedesse a Big Pharma e alle grandi farmaceutiche di intervenire per il contrasto della fame nel mondo con gli extra-profitti da vaccini da COVID-19, una Chiesa che affrontasse le tematiche dell’Eutanasia in modo più verosimile ed ovvero con una richiesta pressante perchè la sanità e la scienza intervenissero non per sospendere le sofferenze, ma per lenirle accompagnando l’uomo con serenità all’incontro con Cristo, una Chiesa che affrontasse il tema della famiglia in modo composito e strutturale alla crescita dell’individuo e non come espressione di mero dirittismo del singolo! Il Pontificato di Papa Francesco ha espresso forse con forza che questo mondo ha bisogno più che mai di Cristo perchè la Babilonia creata dalle religioni non soddisfa più alcun essere vivente! C’è bisogno di un Cristo che separi il grano dalla zizzania, che riporti l’uomo alla ricerca della verità piuttosto che frequenti i postriboli dell’opinione e del parodosso e faccia del suo cuore l’Ostensorio dell’Eucaristia ove ogni essere di questo pianeta riconosca Cristo e a Lui si prostri! Se tante guerre, se tante atrocità, se tanti genocidi dilagano in questo mondo significa che l’uomo e i suoi ministri non vogliono portare la Croce di Cristo e non vogliono operare come il Santo Francesco di Assisi che con il suo corpo si fece strumento di pace, con le sue preghiere e la sua opera sostanziale della Chiesa di Cristo, con il suo Amore quale conciliazione ed alleanza tra l’uomo e il Creato!

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