– di Vincenzo D’Anna* –
Il 25 aprile del 1945 l’Italia fu definitivamente liberata dal nazifascismo. Ricordare tale data è dunque doveroso. Tuttavia ogni anno questo ricordo assume anche un valore polemico e divisivo tra coloro che se ne vogliono appropriare come “esclusiva politica” degli antifascisti e quanti oramai ritengono il “25 Aprile” un patrimonio storico comune. Tra questi ultimi spiccano quelli che presero parte alla Liberazione, pur senza essere comunisti; quelli che, in seguito, condivisero la bontà e l’opportunità della lotta partigiana, senza però voler riconoscere primogeniture e meriti preponderanti alle forze di matrice marxista. A questi combattenti “irregolari” della Resistenza, vale a dire non intruppati nelle brigate comuniste, non fu concessa la patente di protagonisti degni quanto gli altri di aver combattuto i nazifascisti. Peggio ancora per tutti quelli che in seguito militarono a destra! Compresi quelli che, per limiti anagrafici, non conobbero direttamente il fascismo e più in generale, si professarono anticomunisti!! Tuttavia la Storia si è incaricata di fare piena luce sui fatti di quel tempo ormai lontano, mettendo in evidenza molte millanterie, soverchie menzogne ed anche efferati crimini compiuti dai partigiani rossi nel corso della guerra civile che insanguinò, dal 1943 al 1945, il Belpaese. Storie tenute ben celate fino a quando coraggiosi scrittori come Giampaolo Pansa e Giancarlo Lenher, entrambi di sinistra, non le rivelarono, squarciando il velo di ipocrisia che le aveva caratterizzate. A cominciare dall’eccidio di Porzûs (Udine) con l’uccisione, nel febbraio del 1945, di diciassette partigiani delle Brigate Osoppo, formazioni di orientamento cattolico e laico-socialista, da parte di un gruppo di partigiani in prevalenza gappisti, appartenenti al partito comunista italiano. Dal canto suo Pansa non lesinò critiche a quanti avevano bollato sommariamente come “filo fascisti” tutti gli anticomunisti, ancorché questi fossero stati partigiani proprio come loro!! In parole povere la festa del 25 Aprile è sempre stata controversa per il tentativo indebito di appropriazione politica, storica e culturale da parte della sinistra autoproclamatasi dispensatrice di patenti di ortodossia e dei meriti resistenziali. A subirne le pene, in questo plumbeo e mendace contesto, nel tentativo di rivendicare il merito equo e plurare dei combattenti per la libertà, fu un eroe oggi dimenticato: Edgardo Sogno. Piemontese, di scuola politica liberale, nobile di antica casata ma partigiano militante di fede monarchica, Sogno fu perseguito da Luciano Violante, magistrato torinese ed in seguito parlamentare e leader del Pci-Pds-Ds, fino ad assurgere alla presidenza della Camera dei Deputati. Nel 1974, l’ex partigiano di “stella e corona” fu accusato, infatti, di essere uno dei cospiratori del cosiddetto “golpe bianco”, il progetto di un presunto colpo di Stato di stampo liberale e presidenzialista, per impedire l’ascesa del partito comunista italiano o di altri gruppi comunisti e neofascisti al potere. Sogno, medaglia d’oro al valor militare, finì in carcere salvo poi essere assolto dalle accuse. Egli era un vero e sincero democratico checché ne dicessero i suoi nemici: non pensava ad un golpe (che in realtà non fu mai accertato a livello giudiziario), ma solo a difendere l’Italia dal totalitarismo, nero o rosso che questi fosse. Eppure in quegli anni sorgevano i primi gruppi extra parlamentari che avrebbero concluso la propria parabola politica nell’eversione delle Brigate Rosse ed in quella della falange armate della destra. Sogno non fu mai ritenuto degno di considerazione dalla politica di quel tempo che si avviava al compromesso storico tra il Pci e la Dc e che poi finì nelle mani dei cattocomunisti, ossia di coloro i quali consideravano il fascismo un “male assoluto” ed il comunismo un male storico “ideologico” con il quale tuttavia poter convivere in nome della Resistenza. Peccato che, una volta squarciata la cortina di omertà e di menzogne sulla reale natura del comunismo, la comparazione tra le due tipologie di dittature sia apparsa veramente risibile per considerare il fascismo “irredimibile” ed il comunismo un “male minore”!! E fu così che quando Sogno si prodigò per difendere gli Ungheresi nel 1956 dopo l’occupazione del loro Paese da parte dell’Armata Rossa, nel mentre Giorgio Napolitano inneggiava a quegli eventi, il primo si ritrovò in galera, il secondo…due volte al Quirinale!! La divaricazione delle opinioni sul 25 Aprile? Finirà solo quando la si finirà di utilizzare la faziosità storica e quella politica su questa ricorrenza!!
*già parlamentare
Sempre chiaro nell’esporre la verita storica, non quella dei faziosi. Concordo anche con quando scritto da “Cittadino”. Mi suona strano che debba dichiarami antifascista quando la mia famiglia ne ha subito le consequenze per esserlo davvero.
Mao con il libretto rosso e stalin Lenin ecc. sono gia stati dimenticati ? eppure il primo per l’industrializzazione esproprio terreni ai poveri contadini e per questo ne morirono a milioni di fame, i secondi per deportazioni in Siberia atrettanto milioni di morti, però non ho sentito nessun compagno sinistrorso dichiarsi anticomunista. mi viene il sospetto, ma fa che che questi non hanno piu argomenti?
….la si finirà solo ed allorquando al pari del reato di apologia del fascismo si introdurrà quello di apologia del comunismo e…. ancora quando si definirà correttamente il termine di “Resistenza” da intendere non come metodologia pseudo-democratica del comunismo, ma come atto organizzativo sociale per limitare e annientare ogni forma di minaccia delle democrazie. Il fascismo ed il comunismo sono ancora entrambi minacce totalitarie di ogni forma di democrazia e libertà! Qualcuno logicamente fa finta di nulla avendo il quarto potere dello Stato rivendicato da sempre e senza vergogna l’appartenenza al comunismo!
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