FUTURO DELLA CHIESA, NON BASTA L’UMILTÀ

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d anna disegno piccolo e1745693187818 FUTURO DELLA CHIESA, NON BASTA LUMILTÀ   

–     di Vincenzo D’Anna  –                                                                                              

Tra poco, verosimilmente entro la prima decade di maggio, aprirà i battenti il Conclave. Un numero record di cardinali elettori – ben 135, dei quali 113 nominati dal defunto Pontefice – si recheranno a votare, con l’aiuto dello Spirito Santo, per eleggere il successore di Francesco. Insomma, morto un Papa se ne farà un altro, come accade da sempre nella millenaria storia di Santa Madre Chiesa. E come da tradizione ha subito preso il via il “toto nomine”, la serie di previsioni sui porporati più accreditati a ricoprire l’augusto ruolo di Vescovo di Roma. Difficile azzeccarci!! Molto difficile. Innanzitutto perché la pletorica rappresentanza a cui giunto il sacro collegio, con molti cardinali (provenienti da ogni angolo della Terra) che non si sono mai incontrati finora, scompagina non poco le cose. Ne consegue che se in passato era “facile” immaginare, con una certa dose logica, quale tra le correnti teologiche e di pensiero presenti in conclave fosse conservatrice, progressista o moderata, farlo adesso diventa un’impresa proibitiva, materia di confronto e discussione non da poco, per soli intelletti finissimi con onusti meriti ecclesiali e bagaglio culturale. A maggior ragione individuare chi debba governare, orientare e rappresentare la sacralità della più antica istituzione al mondo con circa un miliardo di fedeli, non è da tutti. In questo consiste il primo dei quesiti da sciogliere. Il nuovo Papa si troverà innanzi una Chiesa che declina in una società scristianizzata, con un popolo credenti piuttosto disincantato, poco incline ormai a rinunciare alle lusinghe del mondo. Costoro vivono in una società ove il relativismo etico, alimentato da nuove correnti ideologiche e dall’opulenza degli stili di vita, impera sempre più: saranno più difficili da recuperare alle sorti della fede rispetto ai poveri ed agli emarginati!! Questi ultimi si legano a chi li soccorre, aiutandoli a raggiungere condizioni di dignità e di inserimento sociale. A chi si legano invece i cinici, gli egocentristi e gli indifferenti che godono dell’agiatezza e dell’asocialità? Come si redimono quelli che hanno rinnegato i valori di un tempo per inseguire le teorie gender e woke? Come si recuperano coloro che ormai vivono sempre più isolati dietro una tastiera, i figli di una società violenta, gli idolatri del successo, del potere e della carriera a tutti i costi? Il defunto Papa si è dedicato agli ultimi, come se gli altri che non lo fossero, come se il resto del mondo fosse immune dal bisogno di essere compreso per poter nuovamente diventare “figlio della Chiesa”. Se questa distopia dei bisogni verrà ribadita anche dal nuovo Pontefice, la società occidentale, quella degli ambiti più emancipati si staccherà dalla Sposa di Cristo e dalla sua monotematica vocazione pauperistica. Se è vero, nel caso di Francesco, che “simpatia” è anche sinonimo di “compassione”, vorrà dire che un giorno arriverà la “compassione” per aver…svuotato la Chiesa e sminuito la sua vocazione (e funzione) ecumenica. Il mondo cambia velocemente e confusamente. Crescono egoismo e superbia sociale e, con essi, l’illusione e l’ignoranza di potersi sentire, senza meriti e talenti laici (o spirituali), alla portata di tutto e di tutti. La Chiesa deve saper accelerare ma non le può essere permesso di deragliare o di sviare dal proprio portato dottrinario e dogmatico che è immutabile perché discende dalla fede. Chi non vuole legarsi al credo antico, ai precetti di sempre che originano dalla parola di Cristo e non dalle mode dei tempi, è libero di trovare altrove il ristoro che cerca. Un’idea conservatrice la nostra? Nossignore!! È solo il voler recuperare l’essenza della fede e la Chiesa nella sua autorevolezza di madre e maestra. Se chi la rappresenterà rinuncerà all’aura di sacralità della propria figura ed all’ecumenismo della missione che l’attende, la porterà certo tra la gente, ma quella gente sarà cosa ben diversa dal popolo di Dio che deve essere preparato alla vita eterna ed istruito a voce alta. Insomma: non basta l’umiltà per redimerci!!

*già parlamentare

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