Negli ultimi giorni numerose famiglie provenienti dalle città di Cardito, Crispano e Caivano, situate nella provincia dell’area nord di Napoli e geograficamente molto vicine a Caserta, si sono rivolte all’associazione La Battaglia di Andrea segnalando che nel centro di riabilitazione in provincia di Caserta, dove i figli sono presi in carico, gli è stato comunicato che le terapie saranno dimezzate. Queste città fanno tutte parte dell’ASL Napoli 2 Nord, e secondo il racconto dei genitori, la motivazione sarebbe che un altro centro, sempre del casertano, avrebbe chiuso i battenti e i suoi piccoli pazienti dovrebbero essere assorbiti, appunto, da quest’altro centro, creando una situazione di disagio poiché, per inserirli, devono essere sensibilmente ridotte le terapie ai pazienti già presenti, una sorta di coperta corta.
“Non è possibile una situazione del genere” – dichiara Romina, una mamma – “ci è stato comunicato senza mezze misure che o accettiamo di dimezzare volontariamente le terapie attraverso un prestampato da loro fornito e da noi firmato oppure le terapie ci verranno dimezzate comunque d’ufficio, con il serio rischio di non essere più confermati alla scadenza del piano terapeutico. Purtroppo molte mamme spaventate hanno già firmato poiché temono che, se non firmano, perdono tutto” – prosegue la donna.
Inoltre, va sottolineato che le terapie dimezzate attraverso il modulo prestampato che il centro ha fatto firmare alle famiglie, o l’eventuale dimezzamento d’ufficio – come da loro dichiarato – non tengono assolutamente conto delle prescrizioni degli specialisti che seguono i bambini, le cui indicazioni terapeutiche personalizzate vengono così completamente disattese.
Alle nostre domande, dal centro di riabilitazione è stato risposto che si stanno attenendo a una delibera regionale di luglio 2024, emessa dalla Regione Campania, che dà priorità in questo centro e nei centri casertani per l’80% ai bambini residenti in provincia di Caserta. Ma – precisano i genitori – questa delibera non tiene conto dell’articolo 3 della Costituzione Italiana, che sancisce il principio di uguaglianza, stabilendo che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di condizioni personali o sociali”, né dell’articolo 32, che tutela il diritto alla salute come diritto fondamentale dell’individuo, affermando che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Inoltre, la delibera non tiene conto della continuità terapeutica dei figli attualmente in cura. “Accettando il dimezzamento delle terapie – continua la madre – in automatico accettiamo che i nostri figli non ricevano più le terapie che sono di loro diritto e che sono pagate regolarmente al centro dalla nostra ASL di appartenenza, la Napoli 2 Nord. Accettando questa imposizione assurda noi accettiamo di dimezzare ai nostri figli la possibilità di salvare il salvabile, anzi, corriamo il grosso rischio di una regressione. Non è possibile che prima prendano i nostri figli in carico – tuona la donna – dopodiché la Regione faccia una delibera che, ad ogni scadenza di semestre e quindi di contratto, li espone al rischio di essere tagliati fuori perché non residenti nel territorio della ASL di Caserta dove si trova il centro. Esiste il diritto alla continuità terapeutica – conclude – sia per i nostri figli, sia per i bambini che dovrebbero essere assorbiti, poiché entrambi irrimediabilmente si vedranno dimezzate le terapie. Bisogna combattere, perché né gli uni né gli altri subiscano tutto questo!”
Alcune famiglie si sono già rivolte all’associazione La Battaglia di Andrea, che ha immediatamente messo a disposizione i suoi avvocati.
“Tutto ciò mi sembra assurdo” – dichiara Asia Maraucci, presidente de La Battaglia di Andrea – “le istituzioni devono garantire sicuramente il diritto alle cure ai bambini che devono essere assorbiti, perché a quanto pare il centro dove andavano ha chiuso. Ma per fare questo non devono assolutamente dimezzare le terapie agli altri bambini. In questo caso, oltre a non ottenere risultati né per i primi né per i secondi, si creerebbe una guerra tra fragili, e questo non va assolutamente bene. Ho già informato il direttore generale dell’ASL Napoli 2 Nord, Mario Iervolino, il quale sicuramente farà di tutto per tutelare i suoi piccoli pazienti e garantire loro la continuità terapeutica a cui hanno diritto. Mario Iervolino è una persona molto sensibile e sono certa che metterà in atto tutte le azioni necessarie per risolvere questa situazione”.