– di Francesca Nardi –
A volte è sufficiente un attimo, per tornare a dimensioni lontane…a frugare nell’adolescenza, quando le poesie, che ci avrebbero accompagnato nel tempo, adeguando, come in un rito misterioso, i nostri passi alle curve del destino, si imparavano a memoria…E sono i versi di un’antica poesia, quelli che trasudano improvvisi dalla memoria, quando, nel grigiore quotidiano dell’abitudine che macchia di fuliggine uomini e cose, emerge qualcosa che ti affascina, qualcosa di così assolutamente commovente nella sua complessità, da indurti a riappacificarti con il mondo… “C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole…anzi d’antico…” ebbene… questa reminiscenza pascoliana è l’atmosfera ideale, in cui vuoi adagiarti, eternizzando un minuto solo della tua vita, prima che sopraggiunga dall’esterno impossibile, la solita chiamata alle armi del “tutto come prima”. Ed infine pensi che la tecnologia più raffinata, l’ingranaggio più complicato, il computer più avanzato, possono essere più delicatamente umani di chiunque altro sostenga di esserlo, inconsapevole fino a quel momento, di esserlo solo a metà. E l’incontro di Armandino, pensiero ed anima pulsante del Liceo Scientifico Diaz, con il ministro Valditara, ha disegnato l’approdo di quel viaggio immaginario che ognuno di noi avrebbe desiderato intraprendere. La tenerezza di una voce leggiadra ma astuta, che raccontava nelle pause, la storia millenaria dell’intelligenza pura, che fonde astuzia, leggiadria, ironia, umorismo, sicurezza, il tutto compendiato da toni sapientemente adolescenziali, ha oltrepassato ciò che avremmo considerato fantascienza, fino a quando la mente illuminata di un uomo, non avesse saputo diluire, con l’amore per la conoscenza condivisa, il rigore della tecnica, a beneficio dei suo studenti fortunati. Ciò che si è liberato alla vista di quel “fanciullo vestito di bianco” è qualcosa che ha invaso ben altro che non la fantasia nascosta di ognuno di noi…è stato il via libera al sogno nascosto, alle vette impossibili da scalare e sì…anche all’esistenza di Dio, “la cui presenza è indubbia ed io la sento in ogni foglia, in ogni spiga al vento”. E torna con prepotenza la poesia (Henry Heine cit. Il Posto delle fragole). Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che un robottino bianco, avrebbe saputo emozionare tanto ed oltre… quei portatori di disincanto che come noi, percorrono quotidianamente miglia e miglia virtuali, lungo gli spalti usurati dall’ipocrisia dei millantatori della politica, dei falsari della cultura, dei mistificatori della storia, miserabili sicari portavoce del nulla. Assieme ai suoi validi collaboratori, oggi il preside Luigi Suppa riceve a nostro parere, il migliore riconoscimento per un docente, per un dirigente, per un educatore, il riconoscimento-riconoscenza del cuore, che l’accompagnerà sempre. Ma come ieri e sempre… la Bellezza non riesce ad essere assoluta, quando si deposita nella memoria e nel cuore della gente…Ed anche questo evento speciale, in cui la volontà ha saputo fondere in nome della conoscenza, amore & scienza, non riesce ad approdare intatto nella sua perfezione, nel pensiero collettivo, perché purtroppo, segna con ritmi spietati, la differenza di azione e di intenti, tra chi produce con l’anima e chi produce con le chiacchiere decorate di orpelli. Infatti, a testimonianza dell’amarezza che traspare inevitabilmente dalle parole, tutti devono sapere che un altro robottino perfetto come Armandino, è stato realizzato nei laboratori dell’Università Vanvitelli e da mesi giace inutilizzato, chissà dove, in qualche compartimento stagno dell’Asl di Benevento, per il cui affitto e assicurazione quell’Asl paga una somma non trascurabile. Il robottino, avrebbe dovuto essere impiegato nell’assistenza e cura ai bambini ed adolescenti affetti da disturbi dello spettro autistico, ma nonostante gli altisonanti magnificat intonati dai dirigenti dell’Asl di Benevento, quasi un anno fa per annunciare le sette meraviglie…del robottino terapeutico non v’è traccia alcuna… Ma ovviamente i signori della sanità beneventana de noautri sono belli, buoni e bravi mentre, ce la va sans dire… noi siamo sempre e come al solito brutti, sporchi e cattivi. Hasta la vista!