Dal 30 maggio al 1° giugno, Casal di Principe ospiterà una delegazione istituzionale e culturale della città di Corleone, guidata dal sindaco Walter Rà e dal presidente della Pro Loco corleonese. Un evento storico che culminerà con la firma di un protocollo d’intesa tra le due amministrazioni, alla presenza del sindaco Ottavio Corvino e della Pro Loco casalese presieduta da Luigi Corvino.
L’iniziativa, promossa dalle rispettive Pro Loco, intende sancire un patto di cooperazione per la promozione della legalità, della cultura e del turismo responsabile, sfidando i luoghi comuni e riscrivendo la narrazione pubblica di due città che per decenni sono state associate alla criminalità organizzata. Corleone e Casal di Principe, già simboli del passato mafioso e camorristico italiano, oggi diventano modelli di riscatto e rinascita civile.
Durante il weekend, la delegazione visiterà i luoghi simbolo del riscatto casalese, tra cui beni confiscati alla camorra oggi restituiti alla collettività, spazi rigenerati dalla forza del volontariato e delle istituzioni. Tra gli appuntamenti anche momenti di commemorazione e memoria, incontri con le realtà locali e una serata di festa con i Bottari di Portico, accompagnata dalla degustazione di prodotti tipici presso un bene confiscato, oggi gestito dalla Pro Loco.
Il cuore dell’iniziativa sarà la firma del protocollo, un documento che suggella l’impegno concreto di due comunità nel costruire ponti di legalità e cooperazione, favorendo scambi culturali, progetti educativi e percorsi comuni di sviluppo sociale. Non è solo un gesto simbolico, ma una vera alleanza tra territori che hanno scelto di voltare pagina, di non essere più etichettati, ma protagonisti di una nuova identità collettiva.
Casal di Principe e Corleone non sono terre di mafia, ma esempi di antimafia sociale: realtà che, partendo dal basso, stanno riscrivendo la propria storia attraverso l’uso sociale dei beni confiscati, l’impegno delle scuole, la partecipazione attiva dei giovani, la sinergia tra istituzioni e cittadinanza.
Questo gemellaggio rappresenta un messaggio forte, chiaro e rivoluzionario: essere “casalesi” o “corleonesi” non è più sinonimo di vergogna, ma di orgoglio, dignità e coraggio. Due città che hanno sofferto il peso del pregiudizio e ora si affermano come presìdi di legalità, esempi virtuosi di come la cultura e la memoria possano diventare strumenti di futuro.