Sospeso all’Ospedale di Caserta il servizio di interruzione volontaria di gravidanza. La protesta del collettivo transfemminista

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COMUNICATO STAMPA CASERTA: SOSPESO IL SERVIZIO DI INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA ALL’OSPEDALE SANT’ANNA E SAN SEBASTIANO Caserta, 6 giugno 2025 – Da novembre 2024, presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, non è più possibile accedere al servizio di Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG). La sospensione è dovuta alla cessazione del servizio da parte dell’unico ginecologo non obiettore presente nella struttura, senza che da allora sia stato indetto alcun bando o concorso per garantire la continuità del servizio. Questa grave interruzione rende di fatto inaccessibile l’IVG a Caserta, città con oltre 70.000 abitanti, che fino a pochi mesi fa rappresentava un punto di riferimento anche per l’intera provincia nord. Ciò costituisce una violazione evidente della Legge 194/78, la quale, all’articolo 9, stabilisce che:
“Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza […] La regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale.”
Tuttavia, in Campania meno del 30% delle strutture con reparto di ginecologia effettua l’IVG e la percentuale di obiettori supera l’80%. Una situazione che riflette una politica sanitaria regionale orientata alla privatizzazione, al disinvestimento nei consultori, e a una gestione opaca e frammentaria dei diritti sessuali e riproduttivi. Più ci si allontana dai centri urbani principali, più l’accesso alla salute diventa un percorso ad ostacoli. Nel casertano, una recente mappatura dei servizi consultoriali evidenzia un quadro critico: strutture depotenziate, carenza di personale, orari ridotti e informazioni poco chiare. Eppure, la domanda non accenna a diminuire: donne, adolescenti, persone trans*, cittadinɜ con background migratorio cercano ascolto, cura e accoglienza. Invece trovano ostacoli, ritardi, e il rischio concreto di superare il limite legale per l’accesso all’IVG. Una persona gestante a Caserta che decide di interrompere la gravidanza è costretta a spostarsi tra province e città, affrontando un percorso dispendioso in termini economici, emotivi e temporali. Chiediamo con forza che la Direzione Sanitaria dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano faccia immediatamente chiarezza e ristabilisca l’accesso a un servizio essenziale e inderogabile. Pretendiamo che la Regione Campania intervenga urgentemente per garantire un accesso equo, sicuro e continuativo all’aborto su tutto il territorio. La Regione Sicilia, pochi giorni fa, ha approvato una normativa che prevede concorsi riservati a medici non obiettori per assicurare il servizio IVG: un esempio concreto di buona pratica da seguire. CHIEDIAMO UN INCONTRO URGENTE CON LA REGIONE CAMPANIA E CON LA DIREZIONE SANITARIA DELL’OSPEDALE SANT’ANNA E SAN SEBASTIANO, AFFINCHÉ SI PRENDANO PROVVEDIMENTI IMMEDIATI PER IL RIPRISTINO DEL DIRITTO ALLA SALUTE E ALL’AUTODETERMINAZIONE. collettiva transfemminista Caserta

1 commento

  1. È questa la libertà propugnata nella nostra costituzione? Per lavorare un medico deve rinunciare alla propria identità morale, civile e religiosa? Cosa dice a proposito l’ordine dei medici siciliano? Nessuno si oppone, neanche i medici cattolici. Siamo in pieno oscurantismo e chi ne fa le spese siamo noi che tutti i giorni stiamo perdendo pezzi della nostra dignità di esseri umani.
    Che fine ha fatto il giuramento di Ippocrate che impone ai medici atti e procedure rispettose dell’uomo e della vita? Come può un medico che ha la missione di soccorrere chi è in pericolo di vita e nella triste sofferenza svuotare il grembo di una donna della vita stessa di cui lei è portatrice? Ho conosciuto un medico che ha praticato aborti piangere calde lacrime per quello che aveva visto e fatto!
    Nessun medico secondo il mio parere è felice di praticare l’aborto , è moralmente e deontologicamente contrario a tutto ciò che lo ha portato a scegliere questa professione. Sono fermamente convinta che l’aborto segna nel profondo della propria anima non solo la donna che lo subisce ma anche i sanitari che lo praticano e favoriscono: medici,infermieri, psicologi, assistenti sociali e magistrati che autorizzano le minorenni che lo richiedono. Non è una questione di essere credenti o non credenti, è una questione morale!
    Nessun uomo e nessuna donna di buon senso può concepire la soppressione di una vita e il feto è una VITA!
    Mi auguro soltanto che con la grande carenza di ginecologi di cui soffre il nostro sistema sanitario , non se ne trovi neanche uno disposto a barattare la propria coscienza per trenta sporchi denari.
    Dott. Isabella Di Giovanna ,psicologa
    Comitato “ Pro-life insieme “
    http://www.prolifeinsieme.it

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