PROVINCIA, LA LOGICA DEL VOTO, IL PENSIERO E LA RESA DEI CONTI

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   –   di Francesca Nardi   –                                                                                   

VECCHI AMICI PROVINCIA, LA LOGICA DEL VOTO, IL PENSIERO E LA RESA DEI CONTILa Provincia è un ente territoriale con funzioni specifiche, che non hanno nulla in comune con quelle cui, di solito, si abbandonano con entusiasmo, i Presidenti in carica, la cui principale caratteristica è l’insostenibile leggerezza dell’essere e la fatale predisposizione a perdere, in tempi rapidi, il senso della misura. La riforma Del Rio, quanto di più esangue sia stato in grado di concepire un ministro e di approvare un Governo, doveva facilitare oltre ogni umana comprensione, l’inevitabile deterioramento dei vezzi presidenziali di cui sopra, fino ad offrire delle Province, un’immagine opaca e quasi superflua, alle comunità di riferimento, già tristemente impoverite nello spirito e spossate nel corpo, dall’infaticabile opera di dissuasione che i nostri politici (carucci)  nel corso degli ultimi anni, avevano posto in essere, proprio per evitare che l’ elettore continuasse a perdere tempo, sforzandosi di comprendere a fondo, la qualità ed il ruolo di un politico, la sua mission e la sua onestà intellettuale. Con questo sistema e le variazioni in corso d’opera (leggi riforma Del Rio), la vigilia elettorale in atto che, nell’arco di 48 ore, si concluderà con l’elezione del nuovo Presidente della Provincia, ha lo stesso valore di un rituale incolore, cui gli interessati devono partecipare soltanto per dimostrare che hanno recepito le indicazioni ma…nessuno sia indotto a credere che le cosiddette “pastette” elettorali, in virtù della riforma, si siano rarefatte fino a ridursi a faccende di poco conto e soprattutto facili da recepire, per i diretti interessati… che, in alcuni casi, sono costretti ad ingoiare rospi e nomi, che non avevano messo in conto!…Na…Na…Na…Na…le cofecchie sono sempre complicate…Ma il bello arriva, quando nel firmamento delle occasioni a metà prezzo, in cui sguazza chiunque, incrociano improvvisamente soffiate inattese e turbolenze che, in qualche caso, rendono necessario, anzi obbligatorio, disfare in fretta la trama, tanto bene ma faticosamente assemblata…E quando quel bravo ragazzo di Gimmi Cangiano, tanto buono ma permaloso, con candore invidiabile, dichiara che i consiglieri di FdI saranno liberi di votare il candidato che preferiscono per scivolare coreograficamente in contraddizione, affermando che il partito appoggerà Colombiano, si avverte il cigolio di qualche asse, che si sta incrinando…Del resto… dalle parti di quelli che hanno dato le carte fino a ieri, da qualche giorno si registra una certa ritrosia…Insoliti silenzi hanno spento quasi, l’impeto iniziale, che sembrava aver determinato in anticipo, vittorie e sconfitte…Abbiamo la sensazione che qualcosa stia grattando via lo smalto alle cose e alle parole…Annusando l’aria infatti…cercando di capire,   non sono poche le memorie che affiorano e parlano di giravolte politiche e di sorprese dell’ultimo momento che, tutto sommato, nel tempo, dopo la prima meraviglia e lo sdegno, a pensarci con il senno di poi,  si sono rivelate salvifiche…In queste ore, qualcosa di serio sta accadendo e se facciamo un passo indietro, la prima  immagine che affiora è quella mega convention che Oliviero organizzò nell’Alto casertano per sponsorizzare la candidatura di Antonio Mirra…Oliviero è politico di lungo corso e non poteva non sapere che le fughe in avanti si fanno per bruciare, per provocare, per dimostrare…e se si utilizzano nomi, cose, persone senza scrupolo alcuno, companeros…la posta o le poste in gioco sono assai salate…Apparve subito ovvio che il Pd ufficiale, dopo aver fatto il diavolo a quattro contro Oliviero, non avrebbe perso la faccia,  sponsorizzando il candidato di Oliviero che, con quella mossa aveva giocato con diversi mazzi di carte. Con il favore della confusione ma, soprattutto con lo scarso interesse che le elezioni provinciali, suscitavano tra la gente, passò la scuola di pensiero che lo stesso Mirra era riuscito a far convergere su di sé il Pd ufficiale…E mentre  il Pd e Mirra facevano i conti con ipotetiche strategie elaborate da altri, il cosiddetto centrodestra e molto altro, confluivano sul candidato di Zannini, Colombiano, sul cui nome,dietro le quinte,  puntavano e giuravano i grandi elettori, che pescavano nell’oceano trasversale, ipotecando il futuro della Provincia, della Regione e persino lanciando nomi per il Comune d Caserta…di là da venire. Nel centro destra, la candidatura di Angelo Di Costanzo rappresentava, a questo punto della storia,  quasi una monade, in senso positivo, quasi un’ancora di salvezza cui aggrapparsi, qualora  fossero crollate le impalcature di Colombiano e Mirra… Una coreografia futurista, qualche tempo fa addirittura inimmaginabile…anche se Di Costanzo è già stato presidente della Provincia, è un politico scaltro, attualmente è sindaco di Alvignano…conosce il sistema e la gente che, questo sistema ha costruito e disfatto e gettato alla deriva per poi riprenderlo a fatica e tentare di rammendarlo…Ma Colombiano, secondo le previsioni dell’altro ieri, dei politologi arroccati virtualmente ai piani alti della verità, aveva già vinto….perché Zannini controllava tre quarti di provincia….Già e tutto ciò sembrava oro colato fino a qualche tempo fa, appunto…  ma da qualche giorno si ha la netta sensazione che Zannini abbia improvvisamente perso credito… come se gran parte di questo nostro strano territorio, con i suoi rappresentanti,  non lo considerasse più una garanzia oppure…allarmato da altre scadenze non avesse più l’interesse a considerarlo un riferimento … Ad un osservatore attento e disincantato, molti di quei referenti che hanno sbavato fino a ieri alle caviglie di Zannini, oggi sembrerebbero alla ricerca disperata di un capro espiatorio, quasi in un rigurgito di coscienza, sentissero l’esigenza di fare i conti con il tempo , la gente e la politica asservita ai loro scopi. L’altro giorno un vecchio politico ha detto ad un giovane stranamente affascinato dalla Politica che questa nostra terra avrebbe dato un segnale di riscatto, soltanto se, nel segreto delle urne, i consiglieri avessero votato conto ogni previsione, unicamente intenzionati a prendere le distanze dall’indicazione imposta dal potere in cambio di potere.  La politica è l’arte dell’impossibile, delle ragioni improvvise a sostegno della follia illuminata…La politica o forse soltanto una scintilla di ciò che ha rappresentato la politica dei grandi di un tempo, potrebbe essere quella luce che indica la via…e che non rispetta alcuna previsione. Hasta la suerte!