SPETTACOLO TEATRALE DEL LICEO GIANNONE DI CASERTA: SOS-PESI. I CASI DI ANDROMACA E DI ORESTE

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BELVEDERE DI SAN LEUCIO – DAL 30 GIUGNO AL 6 LUGLIO – h 21,30

locandina 2 SPETTACOLO TEATRALE DEL LICEO GIANNONE DI CASERTA: SOS PESI. I CASI DI ANDROMACA E DI ORESTECASERTA – Grazie all’impegno del Comune di Caserta, gli istituti superiori del territorio hanno la possibilità di offrire alla cittadinanza i frutti del loro impegno di un anno intero: è questo lo spirito della rassegna La scuola fa spettacolo, che vede protagonista il primo luglio 2025, alle 21.30, il Liceo Classico “Pietro Giannone” di Caserta.  Ed è nello spirito della circolarità del sapere e della feconda interazione fra le arti che il nostro Liceo propone all’intera città di Caserta uno spettacolo che costituisce la summa di un anno ricco di soddisfazioni e successi: dopo i saluti introduttivi della D.S. prof.ssa Marina Campanile, e dei docenti impegnati nei Laboratori di teatro classico e contemporaneo, la parola passerà a Elisabetta Daniele della V sez. D, che presenterà le diverse performances che costituiscono lo spettacolo. La serata sarà aperta dalla Band d’Istituto, che proporrà la canzone originale (testo di Giulia Biscardi e musica di Dario Pizzorno, della IV sez. C) contro il bullismo, da poco vincitrice del primo premio nel Concorso “Alza la voce” della SCABEC Campania, per poi esibirsi di nuovo nel corso della serata.

Di seguito un preludio in danza a cura del Liceo Classico della Drammaturgia, dallo spettacolo Tutti uguali, tutti diversi: noi esseri umani, a cura delle professoresse Daniela Borrelli e Grazia Fortunata Falco, che ha vinto il premio della regia e il premio come miglior spettacolo composito al Festival di teatro scolastico di Castel di Sangro, ed ha come focus il rigetto di qualsiasi forma di bullismo.  Sulle note di Grecale di Murubutu una giovane ballerina non vedente, interpretata da Sofia Morace della I sez. C, si scontra e s’incontra con le sue compagne della scuola di danza.

A seguire, Buonanotte Oreste, un’originale reinterpretazione del mito di Oreste da Eschilo, Sofocle, Euripide, Hofmannsthal e Ritsos a cura del professor Michele Casella: nel cuore della notte un giovane uomo dorme e viene svegliato da voci insistenti, sono delle Erinni in vestaglia che lo obbligano a rivivere la sua storia, quella maledetta storia di cui egli non vuole essere protagonista. Oreste vorrebbe finalmente vivere la sua vita, secondo il nuovo punto di vista di Ritsos, che immagina il figlio di Clitemnestra come una vittima fragile di scelte altrui, di eredità difficili, quasi un paradigma delle giovani generazioni, che devono accettare un fardello di guerre, di inquinamento, di diseguaglianze, che non è il loro.

La serata culmina con Andromaca. La donna che varca il confine, liberamente tratto dall’Andromaca di Euripide, con suggestioni dedotte da alcune liriche di Patrizia Cavalli e Mariastella Eisenberg: lo spettacolo è frutto dell’impegno delle professoresse Grazia Fortunata Falco e Daniela Borrelli insieme alla coreografa Nicoletta Munno, con tutto il gruppo degli allievi del triennio del Laboratorio teatrale del Liceo, fra cui molti dei maturandi, che hanno assicurato anche in questi giorni d’esame il loro contributo.

La protagonista, Andromaca è una donna che ha perso tutto: il marito, il figlio, la sua patria. Da regina diventa schiava. Eppure non si arrende. Il suo stesso nome, etimologicamente “colei che combatte gli uomini” racconta chi è: una donna forte, fedele, una donna di lotta, ma anche di ascolto, che attraversa il dolore senza mai farsi spezzare. È una madre che non rinuncia a proteggere il figlio, è una schiava che non rinuncia alla dignità, è straniera, è voce di tante donne che, come lei, vivono la sofferenza e la solitudine, ma che trovano la forza per resistere. Quest’Andromaca varca il confine tra i generi, tra le epoche, tra la sottomissione e la resistenza: non si lascia definire dal passato, ma ne fa uno strumento per ricostruire il futuro. Il Coro non è solo parte della scena: è specchio dell’anima di Andromaca e, al tempo stesso, coscienza collettiva di chi rompe il silenzio per dire la verità del dolore e del riscatto. Molosso, il figlio di Andromaca, lancia, infine, un messaggio di speranza: la memoria del dolore può generare forza e, anche da figli della guerra, possiamo scegliere la pace: nonostante tutto, quindi, c’è sempre una possibilità di riscatto.